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Si fermarono a pochi passi dalla baracca, e Barrett indicò la Luna.

«Qui ha un bel colore. Non quel giallino smorto come Lassù. E guarda, guarda in basso, Bruce. Il mare s’infrange sulle coste rocciose. Rudiger è uscito a pescare. Al chiaro di luna si può vedere la sua baracca.»

«Pesce persico» disse Valdosto. «Vorrei che pescasse del pesce persico.»

«Non c’è ancora. Non si sono ancora sviluppati.» Barrett si frugò in tasca e ne tolse un oggetto lungo circa sei centimetri. Era lo scheletro di un piccolo trilobite. Lo diede a Valdosto, ma lui scosse la testa.

«Non voglio scarafaggi.»

«È un trilobite, Bruce. È estinto, ma anche noi. Noi siamo a due miliardi di anni nel nostro passato.»

«Devi essere pazzo» disse Valdosto con voce calma e bassa. Prese il trilobite dalle mani di Barrett e lo scagliò contro una roccia. «È uno scarafaggio» borbottò.

Quesada scosse lentamente la testa. Poi lui e Barrett tornarono con il malato verso la baracca. Valdosto non protestò quando il medico gli diede un sedativo. La sua mente sconvolta non accettava il concetto di essere in esilio in un passato spaventosamente remoto. Poi Valdosto si addormentò.

Quando uscirono, Barrett vide che Hahn teneva il trilobite sul palmo della mano e l’osservava attentamente.

«Tienilo pure, se vuoi» disse Barrett, quando vide che Hahn glielo voleva ridare. «Ce ne sono una infinità qui attorno.»

Ripresero il giro. Trovarono Ned Altman accanto alla sua baracca, inginocchiato a terra e intento a battere le mani su una forma approssimativamente umana con esagerate caratteristiche femminili. Quando gli furono accanto, si alzò. Altman era piccolo, con i capelli biondi e le sopracciglia bianche, quasi invisibili. Una volta, quindici anni prima, era stato un brillante uomo politico. Otto anni di stazione lo avevano ridotto in quel modo.

Altman indicò la sua scultura, e disse: «Spero che ci siano dei fulmini nella pioggia di oggi. Sarebbe risolto tutto. Ma non ci sono molti fulmini in questo periodo dell’anno. Si alzerebbe, viva. A questo punto avrei bisogno di te, dottore. Dovresti farle delle iniezioni, e correggerle quelle parti che ho scolpito male».

Quesada si sforzò di sorridere.

«Sarò felice di esserti di aiuto, Ned. Ma sai quali sono le condizioni.»

«Certo. Quando sarà pronta potrete averla. Pensi che io. sia uno sporco monopolista? La spartirò con gli altri. C’è una lunga lista di attesa. Però non dovrete dimenticare chi l’ha fatta. Rimarrà mia, e potrò averla quando voglio.» Si accorse di Hahn. «E tu chi sei?»

«È nuovo» disse Barrett. «Si chiama Lew Hahn. È arrivato oggi pomeriggio.»

«Ned Altman» si presentò Altman con un cortese inchino. «Una volta facevo parte del governo. Sei molto giovane. Qual è il tuo orientamento sessuale? Verso il genere femminile?»

Hahn ebbe un brivido.

«Ho paura di sì.»

«Bene. Non ti darò fastidio. Ho portato quasi a termine il mio progetto, e metterò anche te sulla lista di attesa. Tu sei giovane, e probabilmente hai maggiori necessità di molti di noi. Non ti dimenticherò anche se sei appena arrivato.»

Quesada tossì.

«Adesso dovresti andare a riposare, Ned. Può darsi che il fulmine arrivi domani mattina.»

Altman non fece obiezioni. Il medico lo accompagnò nella baracca e lo mise a letto. Hahn e Barrett rimasero a guardare la scultura, poi Hahn indicò il centro della figura.

«Ha dimenticato qualcosa di essenziale» disse. «Se vuol fare all’amore con questa ragazza, una volta creata, farebbe meglio…»

«Ieri c’era» disse Barrett. «Deve aver cambiato orientamento ancora una volta.»

Quesada uscì dalla baracca, e tutti insieme ripresero il cammino.

Quella sera Barrett non fece il giro completo. Di solito scendeva fino alla baracca di Latimer, sulle rive dell’oceano, perché anche Latimer era sulla lista degli ammalati. Ma Barrett aveva già visitato Latimer nel pomeriggio, e la sua gamba era troppo stanca per essere sottoposta di nuovo alla lunga camminata. Così, dopo essere stato nelle baracche più facilmente accessibili, e aver visitato l’uomo che pregava gli esseri di altri pianeti di venirlo a salvare, e quello che cercava di spostarsi nell’universo parallelo per trovare il mondo perfetto, e il compagno che restava perennemente disteso a sospirare, Barrett augurò la buona notte agli altri due, e pregò Quesada di accompagnare Hahn fino alla sua baracca.

Dopo aver osservato Hahn per mezza giornata, Barrett si rese conto di non aver scoperto niente su di lui, e di non sapere più di quanto ne sapesse il momento in cui l’aveva visto cadere sull’Incudine. Ma forse Hahn si sarebbe aperto di più dopo qualche giorno di permanenza. Barrett guardò la luna salmone e mise la mano in tasca per cercare il piccolo trilobite. Poi si ricordò di averlo dato ad Hahn. Entrò nella sua baracca. E cercò d’immaginare da quanto tempo Hahn avesse fatto il suo viaggio di nozze sulla Luna.

5

Il mattino seguente, quando Barrett arrivò per la colazione, la pesca di Rudiger era allineata di fronte all’edificio principale. Era stata una nottata eccellente. Di solito, Rudiger usciva a pescare tre notti alla settimana. Si serviva di un piccolo dingo, costruito qualche anno prima con dei materiali d’imballaggio, e portava con sé una squadra di amici che lui aveva addestrato all’abile uso delle reti.

Era un’ironia che Rudiger, l’anarchico, l’uomo che credeva nell’individualismo e nell’abolizione di tutte le istituzioni politiche, fosse il perfetto comandante di una squadra di pescatori. Alla stazione c’erano tante altre piccole ironie di quel genere. I teorici della politica tendevano a rimangiarsi le loro teorie quando si trovavano costretti a prammatiche misure di sopravvivenza.

Il pezzo migliore della pesca era un cefalopodo lungo circa quattro metri, una specie di tubo a cono rigido da cui spuntavano dei tentacoli simili a quelli del calamaro. Quello solo rappresentava una gran quantità di carne, pensò Barrett. Tutto attorno, erano distesi a raggio dozzine di trilobiti di varia grandezza, dal tipo di tre centimetri a quello di novanta, con tutte le varietà dei loro scheletri barocchi. Rudiger pescava sia per procurare cibo, sia per studio. Evidentemente, tutti quei trilobiti erano degli scarti, specie che lui aveva già studiato, altrimenti non li avrebbe messi a disposizione degli affamati. La sua baracca era tappezzata di trilobiti fino al soffitto. Il fatto di raccoglierli e di studiarli lo salvava dalla pazzia, e nessuno criticava il suo hobby.

Vicino ai trilobiti c’era un mucchio di brachiopodi, simili a molluschi bivalvi cresciuti di sghimbescio, e un altro mucchio di conchiglie. Le calde e basse acque vicino alla costa erano pullulanti di vita, in netto contrasto con la terra sterile. Rudiger aveva anche portato una certa quantità di alghe marine di un nero brillante. Barrett sperò che qualcuno raccogliesse tutto quel cibo e lo mettesse nelle cassette refrigeranti prima che andasse a male. Lì i batteri della decomposizione agivano più lentamente che Lassù, ma entro poche ore, se fosse rimasta all’aria aperta, tutta la pesca di Rudiger sarebbe andata a male.

Quel giorno Barrett pensava di reclutare alcuni uomini per la spedizione annuale al Mare Interno. Di solito comandava lui il gruppo, ma questa volta la ferita alla gamba gli impediva persino di considerare la possibilità di prendere parte alla spedizione. Ogni anno, una dozzina circa di uomini robusti partiva per un ampio giro di esplorazione che li portava a nord-ovest, fino al mare, e poi a sud, seguendo la costa e infine di nuovo alla stazione. Uno degli scopi del viaggio era quello di raccogliere tutto il materiale che poteva essersi materializzato nelle vicinanze durante l’anno. Non c’era mezzo di sapere quale margine di errore avessero commesso durante il periodo in cui avevano cercato di montare la stazione. Ogni anno trovavano qualcosa di nuovo. Materiale destinato al Meno Due Miliardi Duecentomila Cinque A. C. poteva comparire decine di anni dopo. La stazione aveva bisogno di tutto il materiale reperibile, e Barrett non perdeva certo l’occasione di poterlo recuperare.