Phipps si voltò a fissare Isobel.
«Che cosa significa, signorina? Perché no?»
«Perché io non ve l’avrei dato… in nessun caso. Don mi aveva detto che qualcuno stava tentando di rubargli l’anello; come facevo a sapere che quel qualcuno non fosse lei?»
Phipps, che era già violaceo, diventò quasi cianotico.
«Adesso basta. Abbiamo passato ogni limite di ridicolo. Non permetterò che simili giochetti infantili disturbino delle questioni veramente importanti, neppure per un minuto di più.» Fece due lunghi passi, raggiunse Don e lo prese per il braccio. «La pianti di dire scemenze, e ci dia il messaggio!»
Don si liberò dalla stretta, e indietreggiò di un passo, tutto in un solo agile movimento… e Phipps abbassò lo sguardo, vedendo la punta lucente di un coltello che gli sfiorava quasi la cintura. Don teneva il coltello con la stretta sicura del pollice, del medio e dell’anulare, la stretta di chi comprende bene l’acciaio, e sa come usarlo.
Phipps, apparentemente, faticava a credere a quello che vedeva. Don gli disse con voce bassa, mortalmente quieta:
«Se ne vada.»
Phipps indietreggiò.
«Sir Isaac!»
«Sì,» assentì Don. «Sir Isaac… devo sopportare tutto questo, nella sua casa?»
I tentacoli del drago toccarono i tasti del voder, ma dall’apparecchio uscirono soltanto dei suoni confusi. Il drago s’interruppe, e provò di nuovo, e disse, con estrema lentezza:
«Donald… questa è la tua casa. Qui sarai sempre al sicuro. Ti prego… per il servizio che mi hai reso… metti via la tua arma.»
Don guardò Phipps, si raddrizzò, e fece sparire come per magia il suo coltello. Phipps si rilassò e si rivolse al drago.
«Ebbene, Sir Isaac? Che cosa ha intenzione di fare, adesso?»
Sir Isaac non si disturbò a usare il suo voder.
«Togliti di qui!»
«Eh?»
«Tu hai portato dissenso e turbamento in questa casa. Non eravate entrambi nella mia casa e della mia famiglia? Eppure tu lo hai minacciato. Ti prego, vattene… prima di causare altro dolore.»
Phipps fece per replicare, ci ripensò… e se ne andò. Don disse:
«Sir Isaac, sono terribilmente spiacente. Io…»
«Lasciamo che le acque si chiudano sopra ciò che è stato. Lasciamo che il fango lo seppellisca. Donald, mio caro ragazzo, come posso assicurarti che quanto ti chiediamo è ciò che i tuoi onorati genitori ti direbbero di fare, se fossero qui a istruirti?»
Don rifletté un momento.
«Credo che sia proprio questo il guaio, Sir Isaac… io non sono il suo ‘caro ragazzo’. Non sono il ‘caro ragazzo’ di nessuno. I miei genitori non sono qui, e non sono sicuro che mi lascerei ‘istruire’ da loro, anche se ci fossero. Ormai io sono un uomo adulto… non sono vecchio come lei, dovrebbero passare molti e molti secoli, perché io lo fossi. Non sono neppure vecchio secondo i criteri umani… il signor Phipps mi considera ancora un ragazzo, ed è qui che si sbaglia. Ma io non sono un ragazzo, e devo sapere quello che sta succedendo, e devo prendere da solo la mia decisione. Finora, ho ascoltato molti discorsi propagandistici, e sono stato sottoposto a molte pressioni verbali. Questo non serve; io devo conoscere i fatti.»
Prima che Sir Isaac potesse rispondere, fu interrotto da un altro suono… Isobel stava applaudendo. Don le disse:
«Cosa mi puoi dire, Isobel? Cosa sai di tutto questo?»
«Io? Niente. Non potrei essere più al buio, neppure se mi avessero chiuso la testa in un sacco. Stavo semplicemente approvando i tuoi sentimenti.»
«Mia figlia,» intervenne il signor Costello, freddamente, «Non sa nulla di queste cose. Ma io sì… e, a quanto sembra, lei ha il diritto di ottenere delle risposte.»
«Potrebbero essermi certamente utili!»
«Ho il suo permesso, Sir Isaac?» Il drago chinò poderosamente il capo; e Costello proseguì, «Chieda quello che vuole, Harvey; cercherò di darle delle risposte dirette.»
«Va bene… qual è il messaggio contenuto dall’anello?»
«Be’, non posso rispondere a questa sua domanda con esattezza; altrimenti noi stessi non avremmo bisogno del messaggio. So che si tratta di un’analisi di certi aspetti della fisica… gravitazione e inerzia e rotazione e cose del genere. Teoria dei campi. Certamente si tratta di una cosa lunghissima e complicatissima, e probabilmente non ci capirei molto, neppure se mi facessero leggere il messaggio dall’inizio alla fine. Io sono, semplicemente, un ingegnere specialista nelle comunicazioni, un po’ arrugginito… niente in comune, perciò, con un fisico teorico di grande esperienza e di indubbia genialità.»
Don parve perplesso.
«Non capisco. Qualcuno infila un libro di fisica in un anello… e poi cominciamo a giocare a guardie e ladri per tutto il sistema. Mi sembra una cosa fondamentalmente stupida. Una situazione che sconfina nel grottesco… che ha avuto dei lati grotteschi fin dall’inizio. Inoltre, l’intera faccenda mi sembra impossibile.» Estrasse di tasca l’anello, e lo guardò; era trasparente, la luce passava limpida attraverso di esso. Era semplicemente un oggettino di poco prezzo, comunissimo… com’era possibile che all’interno vi fosse nascosta un’opera fondamentale di fisica?
Sir Isaac disse:
«Donald, mio caro… chiedo scusa. Shucks! Tu confondi un aspetto semplice con la semplicità. Stai tranquillo; è tutto là dentro. È teoricamente possibile creare una matrice, nella quale ogni singola molecola abbia un significato… come avviene nelle cellule mnemoniche del tuo cervello. Se possedessimo una tale sottigliezza, potremmo avvolgere la vostra Enciclopedia Britannica nella capocchia di uno spillo… anzi, l’enciclopedia sarebbe la capocchia di quello spillo. Ma ciò che abbiamo in questo caso non è affatto così difficile.»
Don guardò di nuovo l’anello, e se lo rimise in tasca.
«Le credo sulla parola, Sir Isaac. Però ancora non capisco il motivo di tutto questo tumulto.»
Fu il signor Costello a rispondergli:
«Neppure noi… non esattamente. Questo messaggio avrebbe dovuto arrivare su Marte, secondo i piani d’origine, su Marte, dove sono preparati a farne l’uso migliore. Io stesso non avevo sentito parlare del progetto, se non in termini assai generici, fino a quando non sono stato portato qui. Ma l’idea fondamentale è questa: le equazioni comprese nel messaggio dimostrano come sia formato lo spazio… in quale maniera esso rimanga stabile… e insegnano a cambiarlo, ad adoperarlo, a modificarlo. Non sono capace d’immaginare neppure una minima parte delle implicazioni di questa rivelazione scientifica… ma sappiamo almeno due cose che il messaggio renderà possibili, primo, come creare un campo di forza in grado di fermare qualsiasi cosa, perfino una bomba a fissione, e, secondo, come costruire un motore spaziale che renderà il volo a razzo antiquato e scomodo come andare a piedi. Non mi chieda come, o perché… la mia conoscenza si ferma qui. Lo chieda a Sir Isaac.»
«Chiedimelo dopo che avrò studiato il messaggio,» fu l’asciutto commento del drago.
Don non replicò. Ci fu silenzio, per qualche istante, un silenzio che fu rotto dal signor Costello, il quale disse:
«Ebbene? Vuole chiedere qualcosa? Non so esattamente cosa lei sappia: non saprei perciò cosa offrire.»
«Signor Costello, quando ho parlato con lei a Nuova Londra, lei era al corrente dell’esistenza di questo messaggio?»
Costello scosse il capo.
«Allora io sapevo che la nostra organizzazione aveva grandi speranze per una ricerca in corso sulla Terra. Sapevo che la ricerca avrebbe dovuto essere completata su Marte… vede, io ero l’uomo chiave, il ‘centralino’, di tutte le comunicazioni in partenza e in arrivo su Venere, perché mi trovavo nella posizione più opportuna per controllare i messaggi interplanetari. Non sapevo che lei fosse un corriere… e certamente non sapevo che lei aveva affidato un importante messaggio dell’organizzazione a mia figlia.» Fece un sorriso agrodolce. «Potrei aggiungere che non l’avevo neppure identificata, sul momento, come il figlio di due membri dell’organizzazione, altrimenti non ci sarebbero state difficoltà per trasmettere il suo messaggio a Marte, sia che avesse il denaro per pagarlo, sia che non l’avesse. Esistevano dei metodi, attraverso i quali io ero in grado d’identificare i messaggi dell’organizzazione… segni d’identificazione che mancavano nel suo messaggio. E Harvey è un cognome piuttosto comune.»