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Lan era alto e duro, largo di spalle, con occhi azzurri come laghi montani coperti di ghiaccio, e si muoveva con la grazia micidiale che rendeva parte di lui la spada appesa al fianco. Non solo pareva capace di violenza e di morte: quell’uomo aveva domato violenza e morte, le teneva in tasca, pronto a sguinzagliarle in un attimo, o abbracciarle, se così Moiraine avesse stabilito. Accanto a Lan, perfino Huno pareva meno pericoloso. C’era una spruzzata di grigio, nei lunghi capelli del Custode, tenuti indietro da una cordicella di pelle intrecciata, stretta intorno alla fronte; ma uomini più giovani di lui evitavano di affrontarlo... se erano saggi.

«Leya ha portato le solite notizie» disse Moiraine. «Nella Piana di Almoth infuria la guerra. Villaggi incendiati. Gente in fuga in ogni direzione. E sono comparsi i Cercatori del Corno di Valere.» Perrin cambiò posizione, a disagio, e si augurò che ormai il Corno fosse dove nessun Cercatore l’avrebbe trovato. Moiraine gli lanciò un’occhiata gelida: non voleva che si parlasse del Corno, Tranne quando era lei a farlo, naturalmente.

«Ha portato anche altre notizie» proseguì. «I Manti Bianchi hanno circa cinquemila uomini nella Piana di Almoth.»

«La maledetta metà... oh, scusa, Aes Sedai... la metà delle loro forze» brontolò Huno. «Prima d’ora non avevano mai impegnato così tanti uomini in un solo posto.»

«Allora tutti coloro che si sono dichiarati per Rand saranno morti o dispersi, immagino» borbottò Perrin. «O ci mancherà poco. Avevi ragione, Moiraine.» Preferiva non pensare ai Manti Bianchi: non aveva proprio alcuna simpatia per i Figli della Luce.

«Ecco la stranezza» disse Moiraine. «O la prima parte della stranezza. I Figli hanno annunciato il proposito di portare pace, cosa non insolita per loro. La cosa insolita è un’altra: i Figli cercano di ricacciare entro le rispettive frontiere tarabonesi e domanesi, ma non hanno mosso dito contro chi si è dichiarato per il Drago.»

«Leya è sicura?» esclamò Min, sorpresa. «Non mi pare in carattere con i Manti Bianchi che ho conosciuto.»

«Nella piana non possono essere rimasti molti malede... oh... molti Girovaghi» disse Huno, con voce vibrante per la tensione nell’evitare imprecazioni in presenza di un’Aes Sedai. Il suo occhio vero aveva lo stesso cipiglio di quello dipinto. «Ai Girovaghi non piace trattenersi dove ci siano guai di qualsiasi genere, soprattutto combattimenti. Non possono esserci tanti Girovaghi da guardare da tutte le parti.»

«Ce ne sono a sufficienza per i miei scopi» replicò Moiraine. «Molti se ne sono andati, ma alcuni sono rimasti, dietro mia richiesta. E Leya è sicura. Oh, i Figli hanno catturato alcuni fautori del Drago, dove ce n’era solo una manciata. Proclamano che distruggeranno questo falso Drago, però impegnano solo un migliaio di uomini per dargli la caccia... ed evitano lo scontro con gruppi che comprendano più di cinquanta fautori del Drago. Non apertamente, è chiaro: però c’è sempre qualche ritardo, qualche impiccio, che permette alle loro presunte prede di fuggire.»

«Allora Rand può scendere nella piana» disse Loial, guardando senza molta convinzione l’Aes Sedai. Tutti, nell’accampamento, sapevano il motivo delle discussioni fra Moiraine e Rand. «La Ruota intesse per lui una via.»

Huno e Lan aprirono bocca nello stesso momento, ma lo shienarese cedette all’altro la parola, con un leggero inchino. «Pare più attendibile» disse il Custode «che si tratti di un complotto dei Manti Bianchi, per quanto non riesco proprio a intuire quale. Se i Manti Bianchi mi fanno un dono, cerco subito l’ago avvelenato che vi è nascosto.» Huno annuì, torvo. «Inoltre» proseguì Lan «domanesi e tarabonesi cercano di uccidere i fautori del Drago, oltre che uccidersi fra loro.»

«E c’è un’altra cosa» disse Moiraine. «Tre giovanotti sono morti, in villaggi nelle cui vicinanze sono passati i carrozzoni di Leya.»

Perrin notò un guizzo nelle palpebre di Lan: per il Custode, era un chiaro segno di sorpresa. Lan non s’aspettava che Moiraine ne parlasse.

«Uno è morto avvelenato» proseguì l’Aes Sedai «due, pugnalati. Tutti e tre in circostanze in cui nessuno poteva avvicinarsi senza essere visto: comunque, è accaduto.» Fissò le fiamme. «Tutti e tre erano d’alta statura e avevano occhi di colore chiaro. Occhi del genere sono poco comuni, nella Piana di Almoth; ma ritengo che sia una sfortuna, attualmente, essere giovani, alti e con occhi chiari.»

«Come sono stati uccisi, se nessuno poteva avvicinarsi?» domandò Perrin.

«Il Tenebroso possiede assassini di cui non ci si accorge, finché non è troppo tardi» disse piano Lan.

Huno rabbrividì. «I Senzanima» esclamò. «Prima d’ora non avevo mai sentito dire che ce ne fossero, a meridione delle Marche di Confine.»

«Basta, con questi discorsi» disse Moiraine, ferma.

Perrin aveva delle domande... cos’erano, i Senzanima? Una specie di Trolloc? O di Fade?... ma non le espresse. Quando Moiraine decideva che un argomento era chiuso, non aggiungeva parola. E quando lei si tappava la bocca, era impossibile forzare quella di Lan, neppure con una sbarra di ferro. Gli shienaresi seguirono la sua imbeccata: nessuno voleva far arrabbiare un’Aes Sedai.

«Luce santa!» borbottò Min, scrutando a disagio le tenebre sempre più fitte. «Non ci si accorge di loro?»

«Allora in pratica non è cambiato niente» disse Perrin, cupo, «Non possiamo scendere nella piana e il Tenebroso ci vuole morti.»

«Tutto cambia» replicò Moiraine, calma «e il Disegno incorpora ogni cosa. Dobbiamo procedere nel Disegno, non nei cambiamenti occasionali.» Li guardò uno alla volta, poi si rivolse al capo degli shienaresi. «Huno, sei sicuro che ai tuoi esploratori non sia sfuggito niente di sospetto? Anche qualche piccolo particolare?»

«La Rinascita del Drago ha allentato i legami della certezza, Moiraine Sedai; e non c’è mai certezza, se si combatte un Myrddraal; ma mi giocherei la vita che gli esploratori hanno fatto un buon lavoro, come qualsiasi Custode.» Era uno dei più lunghi discorsi senza imprecazioni che Huno avesse mai fatto, si disse Perrin. Per lo sforzo, lo shienarese aveva la fronte imperlata di sudore.

«Potremmo giocarcela tutti» disse Moiraine. «Ciò che ha fatto Rand sarebbe evidente come un incendio in cima alla montagna, per un Myrddraal nel raggio di dieci miglia.»

«Forse...» cominciò Min, esitante. «Forse dovresti porre difese che li tengano lontano.»

Lan le rivolse un’occhiata dura. A volte lui stesso trovava da ridire alle decisioni di Moiraine, ben di rado in pubblico; ma disapprovava che altri facessero la stessa cosa. Min gli restituì l’occhiataccia. «Be’» disse «Myrddraal e Trolloc sono già brutti, ma almeno si vedono. Non mi piace l’idea che uno di questi... di questi Senzanima si avvicini di soppiatto e mi tagli la gola prima che mi accorga della sua presenza.»

«Le difese da me disposte ci nasconderanno ai Senzanima e a ogni altra Progenie dell’Ombra» dichiarò Moiraine. «Se sì è deboli, come lo siamo noi, spesso la scelta migliore è nascondersi. Se nelle vicinanze c’è davvero un Mezzo Uomo che abbia... Be’, non ho l’abilità di porre difese che li uccidano se cercassero d’entrare nel nostro accampamento; e se l’avessi, simili difese avrebbero il solo risultato di tenerci imprigionati qui. Non è possibile porre due tipi diversi di difese nello stesso tempo, perciò lascio agli esploratori e a Lan il compito di proteggerci e uso l’unico tipo di difesa che può giovarci.»

«Potrei fare un giro intorno al campo» disse Lan. «Se qualcosa è sfuggito agli esploratori, la troverò.» Non era vanteria, ma semplice constatazione. Perfino Huno annuì, d’accordo.