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Perrin trasalì; dall’angolo, Loial gemette.

«"Il Tenebroso e tutti i Reietti sono imprigionati a Shayol Ghul"» recitò Perrin. Moiraine non gli diede il tempo di terminare.

«I sigilli s’indeboliscono, Perrin. Alcuni sono già infranti, anche se il mondo lo ignora. E deve ignorarlo. Il Padre delle Menzogne non è in libertà. Non ancora. Però, a causa dell’indebolirsi dei sigilli, quale Reietto sarà già libero? Lanfear? Sammael? Asmodean, Be’lal, Ravhin? Lo stesso Ishamael, il Traditore della Speranza? Erano tredici in tutto, Perrin; legati nei sigilli, non nella prigione che racchiude il Tenebroso. Tredici dei più potenti Aes Sedai dell’Epoca Leggendaria: il più debole fra loro è più forte delle dieci più potenti Aes Sedai attualmente in vita; il più ignorante, possiede tutte le conoscenze dell’Epoca Leggendaria. E ognuno di loro, uomo o donna, ha abbandonato la Luce e ha dedicato all’Ombra la propria anima. E se sono liberi? Se stanno là fuori ad aspettare lui? Non permetterò loro di prenderlo.»

Perrin rabbrividì, in parte al tono gelido dell’ultima frase di Moiraine, in parte al pensiero dei Reietti. Non voleva pensare che un solo Reietto fosse libero nel mondo. Da bambino, sua madre usava i loro nomi per spaventarlo: «Ishamael viene a prendere i bambini che non dicono alla mamma la verità. Lanfear aspetta nella notte i bambini che non vanno a letto quando dovrebbero». Da adulto, non era cambiato niente: ora sapeva che i Reietti esistevano davvero. E Moiraine diceva che forse erano di nuovo liberi.

«Legato a Shayol Ghul» mormorò... e avrebbe voluto crederci ancora. Turbato, esaminò di nuovo il biglietto di Rand. «Sogni» disse. «Anche ieri parlava di sogni.»

Moiraine si avvicinò e lo scrutò in viso. «Sogni?» Entrarono Lan e Huno, ma con un gesto lei impose loro il silenzio. La stanza adesso era più che affollata, con cinque persone, oltre l’Ogier. «Quali sogni hai fatto, Perrin, negli ultimi giorni?» proseguì Moiraine. Perrin protestò che nei suoi sogni non c’era niente di sbagliato, ma lei non gli diede retta. «Parla» disse, insistente. «Quali sogni insoliti hai fatto? Dimmelo.» L’afferrò con lo sguardo, come con tenaglie da fabbro, imponendogli di parlare.

Perrin guardò gli altri (tutti lo fissavano, perfino Min) e poi, con esitazione, raccontò l’unico sogno che gli pareva insolito, quello che faceva ogni notte. Il sogno della spada che non poteva afferrare. Non parlò del lupo comparso nell’ultimo di quei sogni.

«Callandor» mormorò Lan, al termine. Faccia di pietra o no, parve sbalordito.

«Sì» disse Moiraine. «Ma dobbiamo esserne assolutamente certi. Parlane con gli altri.» Mentre Lan usciva, lei si rivolse a Huno. «E tu?» domandò. «Anche tu hai sognato una spada?»

Lo shienarese cambiò posizione, a disagio: l’occhio dipinto fissava direttamente Moiraine, ma quello vero batté la palpebra e non sostenne lo sguardo dell’Aes Sedai. «Sogno di malede... ah, di spade tutte le volte, Moiraine Sedai» dichiarò, con tono rigido. «Immagino d’avere sognato una spada, le ultime notti. Non ricordo i sogni bene come lord Perrin.»

«Loial?» disse Moiraine.

«I miei sogni sono sempre gli stessi, Moiraine Sedai» rispose l’Ogier. «I boschetti e i Grandi Alberi e gli stedding. Noi Ogier sogniamo sempre gli stedding, quando ne siamo lontani.»

L’Aes Sedai si rivolse di nuovo a Perrin.

«Era soltanto un sogno» disse questi. «Nient’altro che un sogno.»

«Ne dubito» ribatté Moiraine. «Hai descritto la sala detta il Cuore della Pietra, nella fortezza chiamata la Pietra di Tear, come se ti ci fossi trovato. E la spada lucente è Callandor, la Spada-che-non-è-una-spada, la Spada Intoccabile.»

Loial si drizzò a sedere e con la testa urtò il soffitto. Non parve accorgersene. «Secondo le Profezie del Drago, la Pietra di Tear non cadrà finché Callandor non sarà impugnata dalla mano del Drago. La caduta della Pietra di Tear sarà uno dei segni più importanti della Rinascita del Drago. Se Rand impugnerà Callandor, tutto il mondo dovrà riconoscerlo come il Drago.»

«Forse.» La parola galleggiò sulle labbra dell’Aes Sedai come scheggia di ghiaccio su acqua cheta.

«Forse?» replicò Perrin. «Pensavo che fosse il segno conclusivo, la conferma finale alle tue Profezie.»

«Né la prima, né l’ultima» disse Moiraine. «Callandor sarà soltanto un’altra conferma del Ciclo Karaethon, come la nascita sulle pendici di Montedrago fu la prima. Lui deve ancora frantumare le nazioni o il mondo stesso. Perfino coloro che per l’intera vita hanno studiato le Profezie, non sanno interpretarle tutte. Cosa significa che “egli ucciderà il suo popolo con la spada di pace e lo distruggerà con la foglia"? Cosa significa che “legherà al suo servizio le nove lune"? Eppure nel Ciclo queste profezie hanno lo stesso peso attribuito a Callandor. Ce ne sono altre. Quali “ferite di follia e di perdita della speranza” ha guarito? Quali catene ha spezzato? Chi ha posto in catene? Alcune profezie sono così oscure che potrebbero essersi già avverate senza che me ne sia resa conto. No, Callandor non è la profezia finale.»

Perrin si strinse nelle spalle. Conosceva solo frammenti delle Profezie e aveva sempre meno voglia di approfondire questa conoscenza, da quando Rand aveva lasciato che Moiraine gli cacciasse fra le mani quello stendardo. No, anche da prima. Da quando un viaggio attraverso le Pietre Portali l’aveva convinto che la propria vita era legata a quella di Rand.

«Se pensi» continuò intanto Moiraine «che gli basti tendere la mano, Loial figlio di Arent figlio di Halan, sei uno sciocco, come sarebbe sciocco lui, se pensasse la stessa cosa. Anche se giunge a Tear, forse non arriverà mai alla Pietra. I tairenesi non amano l’Unico Potere e ancora meno chi sostiene d’essere il Drago. L’uso del Potere a Tear è fuorilegge e le Aes Sedai sono nel migliore dei casi tollerate, purché si astengano dall’usarlo. Recitare le Profezie del Drago, persino possederne una copia, è sufficiente per finire in prigione. E nessuno può entrare nella Pietra di Tear, senza il permesso dei Sommi Signori; solo loro entrano nel Cuore della Pietra. Rand non è pronto, per questo.»

Perrin borbottò. La Pietra non sarebbe mai caduta, finché il Drago Rinato non avesse impugnato Callandor. Ma come poteva impugnarla, nel cuore d’una maledetta fortezza, prima che la fortezza stessa cadesse? Era follia!

«Perché ce ne stiamo qui con le mani in mano?» sbottò Min. «Se Rand va a Tear, perché non lo seguiamo? Potrebbe restare ucciso, o... o... Perché non ci muoviamo?»

Moiraine le mise la mano sulla testa. «Perché devo essere sicura» rispose in tono gentile. «Non è comodo, essere scelti dalla Ruota per essere grandi o avvicinarsi alla grandezza. I prescelti della Ruota possono soltanto prendere ciò che viene.»

«Sono stufa di prendere ciò che viene» replicò Min. Si sfregò gli occhi. Perrin credette di scorgervi le lacrime. «Mentre noi aspettiamo» riprese Min «Rand potrebbe essere in fin di vita.»

Moiraine le lisciò i capelli: aveva nel viso un’espressione quasi di pietà.

Perrin si sedette sul letto di Lan, dall’altra parte rispetto a Loial. Nella stanza l’odore d’esseri umani era forte... odore di persone, di preoccupazioni, di paura. Loial odorava anche di libri e di alberi, non solo di preoccupazioni. La stanza pareva una trappola, con le pareti così vicine. I lumi accesi puzzavano.

«Il mio sogno... come può dire dov’è diretto Rand?» domandò Perrin. «Era un sogno mio.»

«Chi può incanalare l’Unico Potere, chi è particolarmente forte in Spirito, a volte può forzare in altri i propri sogni» disse piano Moiraine, senza smettere di consolare Min. «Soprattutto in chi è... ricettivo. Non credo che Rand l’abbia fatto di proposito, ma i sogni di chi tocca la Vera Fonte sono molto potenti. Uno come lui potrebbe trasmetterli a un intero villaggio, forse persino a una città. Rand non sa cosa fa... e ancor meno come controllarlo.»