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«Non vedo come ci riguardi» disse lentamente Nynaeve. Pareva trovare spiacevoli i pensieri che le erano venuti.

«Vi riguarda in questo senso, bambina. Voi due sarete i miei segugi e darete la caccia all’Ajah Nera. Nessuno darebbe credito a un paio di Ammesse ancora da addestrare e da me umiliate pubblicamente.»

«È una follia!» protestò Nynaeve. Aveva sbarrato gli occhi e stringeva con forza la treccia. «Sono tutte Aes Sedai. Egwene ancora non è neppure Ammessa e sai benissimo che non posso incanalare il Potere, se non sono infuriata. Non avremmo la minima possibilità.»

Egwene annuì: aveva la lingua incollata al palato. Dare la caccia all’Ajah Nera? Era meglio cacciare un orso, armate solo d’una verga! Si disse che l’Amyrlin cercava soltanto di spaventarle, di punirle anche in quel modo. In quanto a spaventarle, c’era riuscita fin troppo bene.

Anche l’Amyrlin annuì. «Ogni tua parola è verità sacrosanta» riconobbe. «Ma in fatto di puro Potere, ciascuna di voi è più che degna avversaria per Liandrin, la più forte di loro. Tuttavia loro sono addestrate, a differenza di voi; e tu, Nynaeve, hai ancora qualche limitazione. Ma se non hai un remo, bambina, qualsiasi asse va bene per spingere a riva la barca.»

«Ma io sarei inutile» sbottò Egwene, in tono assai simile a un gemito; ma era troppo spaventata per vergognarsene. “L’Amyrlin parla sul serio!" si disse. “Liandrin mi ha consegnata ai Seanchan e l’Amyrlin vuole che dia la caccia a tredici come Liandrin?" Proseguì: «Devo studiare, assistere alle lezioni, lavorare nelle cucine. Anaiya Sedai vorrà di sicuro continuare gli esperimenti per stabilire se sono una Sognatrice. Mi resterà appena il tempo di mangiare e dormire. Come posso dare la caccia a qualcuno?»

«Dovrai trovare il tempo» rispose l’Amyrlin, di nuovo fredda e serena, come se dare la caccia all’Ajah Nera non fosse molto diverso da spazzare pavimenti. «In quanto Ammessa, puoi scegliere i tuoi studi, entro certi limiti, e il tempo da dedicarvi. E per le Ammesse le regole sono un poco più elastiche. Bisogna trovare chi ancora appartiene all’Ajah Nera, bambina.»

Egwene guardò Nynaeve, ma questa si limitò a dire: «Perché hai tenuto fuori Elayne? Di certo non la ritieni dell’Ajah Nera. Forse perché è l’Erede dell’Andor?»

«Rete piena al primo lancio, bambina. La metterei all’opera con voi, se potessi; ma al momento Morgase mi dà già abbastanza grattacapi. Quando avrò pettinato, strigliato e pungolato Morgase a tornare sulla giusta via, forse Elayne si unirà a voi. Forse.»

«Allora lascia fuori anche Egwene» disse Nynaeve. «È troppo giovane. Penserò io alle indagini.»

Egwene aprì bocca per protestare, ma l’Amyrlin la precedette. «Non ti uso come esca, bambina» replicò. «Anche se avessi cento come voi, non sarei contenta; ma ho soltanto voi due, perciò mi devo adattare.»

«Nynaeve, non ti capisco» disse Egwene. «Significa che vuoi farlo?»

«Non si tratta di voglia» replicò stancamente Nynaeve. «Preferisco dare la caccia all’Ajah Nera, anziché domandarmi se l’Aes Sedai che mi dà lezione non serva in realtà il Tenebroso. E poi, qualsiasi cosa tramino, non voglio aspettare che siano pronte, per scoprire di cosa si tratta.»

«Allora lo farò anch’io. Neanche a me piacerebbe farmi le stesse tue domande.» Nynaeve aprì bocca per protestare; Egwene sentì un lampo d’ira... un sollievo, dopo la paura. «E non dire mai più che sono troppo giovane. Se non altro, posso incanalare quando voglio. Non sono più una ragazzina, Nynaeve.»

Nynaeve rimase a tirarsi la treccia, senza dire parola. Alla fine si calmò un poco. «Non sei più ragazzina, eh? Mi sono detta che ormai sei donna, ma forse dentro di me non ci credevo. Ragazza... no, donna, mi auguro che ti renda conto d’esserti infilata con me in un calderone per la salamoia e che forse il fuoco è acceso.»

«Lo so» rispose Egwene. Notò con orgoglio che la voce quasi non le tremava.

L’Amyrlin sorrise, come compiaciuta, ma aveva negli occhi una certa luce... Egwene sospettò che avesse sempre saputo quale decisione avrebbero preso. Per un attimo le parve di nuovo d’avere alle braccia e alle gambe quelle stringhe da burattina.

«Verin...» L’Amyrlin esitò, poi borbottò quasi tra sé. «Se devo fidarmi di qualcuna, tanto vale che sia lei. Ne sa già quanto me, forse di più.» Parlò con maggior decisione. «Verin vi dirà tutto ciò che sappiamo su Liandrin e le altre; vi darà anche un elenco dei ter’angreal rubati e del loro uso, se ci è noto. In quanto alle donne dell’Ajah Nera ancora nella Torre... Tenete le orecchie dritte e gli occhi aperti, usate cautela nelle domande. Siate come topolini. Se avete un sospetto, informatemi. Vi terrò d’occhio. Nessuno lo riterrà insolito, visto il motivo per cui siete state punite. Farete rapporto quando verrò a controllarvi. Non dimenticate che quelle hanno già ucciso: potrebbero ripetersi facilmente.»

«Fin qui, tutto bene» disse Nynaeve. «Ma siamo Ammesse e dovremo indagare fra le Aes Sedai. Qualunque Sorella potrebbe dirci di fare il nostro lavoro o mandarci a fare il suo bucato e non avremo altra scelta che ubbidire. Ci sono luoghi dove le Ammesse non dovrebbero andare, cose che non dovrebbero fare. Luce santa, se scoprissimo che una Sorella appartiene all’Ajah Nera, questa potrebbe ordinare alla guardie di chiuderci in camera e di tenerci lì... e le guardie ubbidirebbero. Non darebbero retta di sicuro alle parole di un’Ammessa.»

«Per la maggior parte del tempo dovrete operare entro i limiti consentiti alle Ammesse» disse l’Amyrlin. «L’idea è che nessuna sospetti di voi. Però...» Aprì lo scrigno nero, esitò, guardò le due come se ancora non fosse sicura della propria decisione, prese alcuni documenti ripiegati. Li esaminò attentamente, esitò di nuovo, ne scelse due. Rimessi nello scrigno gli altri, tese a Egwene e a Nynaeve i due rimasti. «Teneteli ben nascosti» disse. «Vanno usati solo in caso d’emergenza.»

Egwene aprì il foglio: vide uno scritto vergato con grafia assai chiara e in calce il sigillo con la Fiamma Bianca di Tar Valon.

Ciò che il latore della presente fa, è fatto per mio ordine e per la mia autorità. Ubbidite e non parlatene a nessuno, per ordine mio.

Siuan Sanche
Sorvegliante dei Sigilli
Fiamma di Tar Valon
Amyrlin Seat

«Con questo documento potrei fare qualsiasi cosa» disse Nynaeve, meravigliata. «Ordinare alle guardie di mettersi in marcia. Comandare i Custodi.» Emise una risatina. «Potrei far ballare un Custode, con questo foglio.»

«Finché non lo vengo a sapere» convenne l’Amyrlin, caustica. «A meno che tu non abbia ragioni assai convincenti, ti farei rimpiangere che non sia stata Liandrin a prenderti.»

«Non intendevo fare niente del genere» replicò in fretta Nynaeve. «Volevo solo dire che questo documento mi concede più autorità di quanta non sognassi.»

«Ti potrebbe servire fino all’ultima briciola. Ma non dimenticare una cosa, bambina: un Amico delle Tenebre non baderebbe a questo documento più di quanto non vi baderebbe un Manto Bianco. Probabilmente entrambi ti ucciderebbero soltanto perché è in tuo possesso. Se è uno scudo... be’, gli scudi di carta sono fragili e su questo potrebbe essere disegnato un bersaglio.»

«Sì, Madre» dissero insieme Egwene e Nynaeve. Egwene ripiegò il foglio e lo infilò nel borsello appeso alla cintura, con il proposito di non toglierlo di lì se non in caso d’assoluta necessità. Ma come avrebbe fatto a sapere quand’era il momento giusto?

«E Mat?» domandò Nynaeve. «Sta molto male, Madre; non gli resta più molto tempo.»

«Ti farò sapere» rispose brevemente l’Amyrlin.