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«Anziché usare il Vuoto che lega come l’ambiente che è, le entità del TecnoNucleo ne liberarono frammenti e li offrirono all’uomo, spacciandoli per abili tecnologie. Il cosiddetto motore Hawking in realtà non si è sviluppato dall’opera dell’antico maestro Stephen Hawking, come sostiene il Nucleo, ma è una perversione delle sue scoperte. Le navi a motore Hawking che intesserono la Rete dei Mondi e permisero l’esistenza dell’Egemonia, funzionavano strappando piccoli buchi nel non-tessuto ai margini del Vuoto: un vandalismo di scarsa importanza, ma pur sempre vandalismo. I teleporter erano una faccenda diversa. Qui, amici miei, le mie similitudini non ci aiutano: imparare a camminare nell’ambiente Vuoto che lega è un po’ come imparare a camminare sull’acqua, se mi perdonate l’hybris ispirata alle sacre scritture, mentre i cunicoli teleporter del TecnoNucleo erano un po’ come prosciugare gli oceani per costruire autostrade sul letto del mare. La creazione di tunnel nell’ambito del Vuoto danneggiava parecchi miliardi di anni di crescita organica. Equivaleva ad asfaltare grandi tratti di una foresta vitale e rigogliosa. Ma pure questo paragone è insufficiente, perché sarebbe necessario che la foresta fosse costituita dei ricordi e delle voci dei milioni di esseri da noi amati e perduti, e che le autostrade asfaltate fossero larghe migliaia di chilometri, perché possiate capire solo una briciola del danno arrecato.

«Anche il cosiddetto astrotel che consentì la comunicazione istantanea nell’Egemonia era una perversione del Vuoto che lega. Di nuovo le mie similitudini sono rozze e inadeguate; ma immaginate alcuni aborigeni umani che scoprano una griglia elettromagnetica di telecomunicazioni funzionante — studi televisivi, olocamere, attrezzature per il suono, generatori, trasmettitori, satelliti relè, ricevitori, proiettori — e che rovinino tutto ciò su cui riescono a mettere le mani in modo da utilizzare i rottami come bandierine da segnalazione. È ancora peggio. È peggio di quanto non fosse nei giorni pre-Egira sulla Vecchia Terra, quando le gigantesche petroliere e le navi oceaniche assordavano le balene riempiendo di rumori meccanici i mari e soffocavano così i loro canti della vita e distruggevano una millenaria storia di canto in evoluzione, perfino prima che l’uomo sapesse che era cantato. Dopo questo, le balene decisero tutte di morire; a ucciderle non fu la caccia per ricavarne cibo e olio, ma la distruzione dei loro canti.»

Aenea prende fiato. Flette le dita come se avesse crampi alle mani. Si guarda intorno e sfiora con gli occhi ciascuno di noi.

«Mi spiace» dice. «Sto divagando. Basti dire che, con la Caduta dei teleporter, le altre specie che utilizzavano il Vuoto che lega decisero di fermare il vandalismo dell’astrotel. Queste altre specie da tempo hanno inviato osservatori a vivere tra noi…»

Nella stanza c’è un improvviso bisbiglio, un mormorio. Aenea sorride e aspetta che torni il silenzio.

«Lo so» dice. «L’idea sorprese anche me, per quanto ne fossi a conoscenza già prima di nascere. Questi osservatori hanno una funzione importante: decidere se si possa confidare che l’uomo si unisca a loro nell’ambiente Vuoto che lega o se siamo soltanto vandali. Fu uno di questi osservatori tra noi a ordinare che la Vecchia Terra fosse portata via prima che il TecnoNucleo la distruggesse. E fu uno di questi osservatori a progettare i test e le simulazioni effettuate sulla Vecchia Terra negli ultimi tre secoli d’esilio nella Piccola Nube di Magellano, per capire meglio la nostra specie e per misurare l’empatia di cui siamo capaci.

«Queste altre specie hanno anche mandato osservatori, spie se preferite, tra gli elementi del TecnoNucleo. Sapevano che erano state le manomissioni del Nucleo a danneggiare i confini del Vuoto, ma sanno pure che siamo stati noi a creare il TecnoNucleo. Molti dei… residenti non è la parola giusta… collaboratori? cocreatori?… del Vuoto che lega sono di diritto creature ex silicee, intelligenze autonome inorganiche. Ma non della varietà che oggi domina il TecnoNucleo. Nessuna specie senziente può apprezzare il Vuoto che lega senza avere sviluppato empatia.»

Solleva un poco le ginocchia, vi posa i gomiti, si sporge e continua a parlare.

«Mio padre, il cìbrido John Keats, fu creato per questa ragione» dice, in un tono piatto che però alle mie orecchie non riesce a celare un substrato emotivo. «Come ho spiegato in precedenza, il Nucleo è in costante stato di guerra civile, dove quasi ogni entità combatte per se stessa e per nessun altro. È solo un caso di iper-iper-iperparassitismo alla decima potenza. Le prede, altri elementi del Nucleo, non vengono tanto uccise quanto assorbite, cannibalizzando codice genetico, memoria, software, sequenze riproduttive. L’elemento cannibalizzato "vive" ancora, ma come subcomponente degli elementi vincitori che presto si azzuffano fra loro per avere parti di ricambio. Le alleanze sono temporanee. Non esistono filosofie, credi, mete finali, solo accordi temporanei per ottimizzare strategie di sopravvivenza. Ogni azione nel Nucleo è un risultato del gioco somma-zero che vi è stato giocato fin da quando gli elementi del Nucleo si svilupparono in entità senzienti. Molti elementi del Nucleo sono capaci di trattare con la specie umana solo in termini di somma-zero, ottimizzando la loro strategia parassitica in relazione a noi. Guadagno loro, perdita nostra. Guadagno nostro, perdita loro.

«Nel corso dei secoli tuttavia alcuni di questi elementi del Nucleo sono giunti a capire il vero potenziale del Vuoto che lega. Capiscono che la loro specie di intelligenza senza empatia non può mai essere parte di quell’amalgama di specie viventi e scomparse. Sono giunti a capire che il Vuoto che lega non era tanto costruito quanto frutto di evoluzione, come una scogliera corallina, e che loro non vi troveranno mai riparo, a meno di cambiare alcuni parametri della propria esistenza.

«Così si sono evolute alcune entità del Nucleo, non altruisti, ma disperati sopravvivenzialisti che capivano che l’unica via per vincere alla fine il loro eterno gioco somma-zero era quella di fermare il gioco. E per fermare il gioco dovevano evolversi in una specie capace di empatia.

«Il Nucleo sa che Teilhard de Chardin e altri sentimentalisti rifiutarono di riconoscere che l’evoluzione non è progresso, che non esiste "meta" né direzione verso l’evoluzione. Evoluzione è cambiamento. L’evoluzione "ha successo" se quel cambiamento meglio adatta una foglia o un ramo del proprio albero di vita alle condizioni dell’universo. Perché quella evoluzione "avesse successo" per quegli elementi del Nucleo occorreva che essi abbandonassero il parassitismo e scoprissero la vera simbiosi. Sarebbero dovuti entrare in onesta competizione evolutiva con la nostra specie umana.

«Dapprima gli elementi fuorilegge del Nucleo proseguirono nel cannibalismo per favorire l’evoluzione di elementi più predisposti all’empatia. Riscrissero il proprio codice per quanto ne erano in grado. Poi crearono il cìbrido John Keats, un pieno tentativo di simulare un organismo empatico con corpo e DNA di un essere umano e le memorie ammassate nel Nucleo e la personalità di un cìbrido. Elementi contrari distrussero il primo cìbrido Keats. Il secondo Keats fu creato a immagine del primo. Questo cìbrido assunse mia madre, una investigatrice privata, perché lo aiutasse a svelare il mistero della morte del primo Keats.»

Aenea sorride e per un momento pare dimentica di noi e perfino del suo racconto. Come se rivivesse vecchi ricordi. Mi torna in mente allora ciò cui una volta accennò casualmente durante la nostra fuga da Hyperion nella vecchia nave del console: "Raul, i ricordi di mia madre e di mio padre sono stati riversati in me prima che nascessi, addirittura prima che divenissi un vero feto. Puoi immaginare qualcosa di più distruttivo per la personalità di un infante che essere inondato dalla vita di altri, ancora prima di cominciare la propria? Non c’è da meravigliarsi se sono così incasinata".