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La luce cambiò. La brezza riprese a soffiare, l’aria tornò sottile. Sentii il cuore che all’improvviso riprendeva a battere, a pestare forte, e mossi rapidamente le palpebre.

Nemes era di nuovo nella sua forma umana. «Allora» disse a Aenea «mettiamo fine a questa piccola farsa?»

«Sì» disse Aenea.

Nemes sorrise e mutò di fase.

Non accadde niente. Nemes corrugò la fronte e parve concentrarsi. Ancora niente.

«Io non posso impedirti di mutare di fase» disse Aenea. «Ma altri possono, e l’hanno fatto.»

Per un istante Nemes parve irritata, poi scoppiò a ridere. «Coloro che mi hanno creato rimedieranno in un secondo, ma non ho voglia di aspettare tutto quel tempo e poi non ho bisogno di mutare di fase per ucciderti, puttanella.»

«Vero» disse Aenea. Per tutti quei secondi di violenza e di caos aveva mantenuto la posizione, a gambe un po’ divaricate, piedi piantati saldamente, braccia lungo i fianchi.

Nemes le mostrò i denti, piccoli e aguzzi; ma vidi che quei denti si allungavano, diventavano più acuminati, sporgevano maggiormente dalle gengive e dall’osso mascellare. Ce n’erano almeno tre file.

Nemes alzò la mano: le unghie, già lunghe, si allungarono di altri dieci centimetri, divennero lucenti punte.

Nemes calò sul suo braccio destro quelle unghie affilate e si strappò la pelle e la carne, mettendo in mostra una sorta di endoscheletro metallico che aveva il colore dell’acciaio, ma pareva molto più affilato.

«Ora» disse. Avanzò verso Aenea.

Mi misi fra loro.

«No» dissi. Alzai i pugni, come un pugile pronto a battersi.

Nemes mostrò tutte le sue file di denti.

23

Tempo e movimento sembrano rallentare di nuovo, come se il mondo abbia cambiato fase, ma stavolta è solo l’effetto dell’adrenalina e della concentrazione. La mia mente cambia marcia. I miei sensi diventano vigili in modo preternaturale. Vedo, intuisco e calcolo con irreale chiarezza ogni microsecondo.

"Nemes muove un passo, verso Aenea alla mia sinistra, non verso di me."

Più che uno scontro, è una partita a scacchi. Vinco se uccido la spietata puttana o se la butto giù dalla piattaforma quanto basta per svignarmela con Aenea. Lei, per vincere, non ha bisogno di uccidermi. Deve solo neutralizzarmi il tempo sufficiente a uccidere Aenea! Aenea è il suo bersaglio. Aenea è sempre stata il suo bersaglio! Quel mostro è stato creato per uccidere Aenea.

Partita a scacchi. Nemes ha appena sacrificato due dei suoi pezzi più forti, i suoi cloni, per neutralizzare il nostro cavallo, lo Shrike. Ora quei tre pezzi non sono più sulla scacchiera. Rimangono solo Nemes, la regina nera, Aenea, la regina della specie umana, e il leale pedone di Aenea, io.

Forse questo pedone dovrà sacrificarsi, ma non prima d’avere eliminato la regina nera. Su questo è ben deciso.

"Nemes sorride. Ha denti aguzzi, almeno tre file. Tiene ancora le braccia penzoloni, lunghe unghie luccicanti, braccio destro aperto come in un’oscena esibizione chirurgica, l’interno non è umano, no, non è per niente umano. Il profilo affilato dell’endoscheletro riflette la luce del pomeriggio."

«Aenea» dico a voce bassa «fatti indietro, per favore.» Questa piattaforma, la più alta, si unisce alla passerella di pietra e alla scala che abbiamo intagliato nella roccia per salire sulla passerella della sporgenza. Voglio che la mia amica non stia sulla piattaforma.

«Raul, io…»

«Arretra immediatamente!» Non alzo la voce, ma ci metto ogni grammo di tono di comando che ho imparato e che mi sono guadagnato con i miei trentadue anni di vita.

Aenea muove quattro passi indietro sulla cornice di roccia. La nave continua a stare sospesa cinquanta metri sopra di noi, più in fuori. Molti guardano dalla loggia. Con la forza del pensiero cerco di spingere Gregorius a farsi avanti e a usare il fucile d’assalto per fare a pezzi quella puttana di Nemes, ma non vedo fra gli spettatori il viso nero del sergente. Forse è troppo debole per le ferite. Forse ritiene che lo scontro debba essere leale.

"Leale un cazzo" penso. Non voglio uno scontro leale. Voglio uccidere Nemes non importa come. Accetterei volentieri aiuto da chiunque provenga. "Lo Shrike sarà davvero morto? Possibile? I Canti di Martin Sileno non parlano della sconfitta dello Shrike in una battaglia del lontano futuro contro il colonnello Fedmahn Kassad? Ma Sileno come faceva a saperlo? E che cosa significa, il futuro, per un mostro in grado di viaggiare nel tempo?" Se lo Shrike non è morto, apprezzerei molto che tornasse adesso.

"Nemes fa un altro passo a destra, la mia sinistra. Mi sposto a sinistra per bloccarle la strada verso Aenea." Quando muta di fase, quella creatura ha forza sovrumana e può muoversi con tale rapidità da essere letteralmente invisibile. "Ora non può più mutare di fase." Prego Iddio che sia vero. Ma Nemes può essere sempre più veloce e più forte di me, di qualsiasi essere umano. Devo presumere che lo sia. E ha denti, artigli e un braccio tagliente.

«Pronto a morire, Raul Endymion?» dice Nemes. Arriccia le labbra e mette in mostra le file di denti.

I suoi punti forti: probabile velocità, forza fisica, struttura non umana. Quasi certamente è più robot o androide che umana. E sono quasi sicuro che non sente il dolore. Inoltre può avere altre armi incorporate che ancora non ha rivelato. Non so proprio come ucciderla o renderla inoffensiva, ha scheletro metallico, non osseo, i muscoli visibili nel braccio sembrano abbastanza reali, ma potrebbero essere di fibre plastiche o di filo d’acciaio color carne. Poco probabile che le normali tecniche di combattimento la fermino.

I suoi punti deboli: non ne conosco. Forse la troppa fiducia nei suoi mezzi. Forse l’abitudine a mutare di fase, a uccidere nemici che non possono replicare. Però nove anni e mezzo fa ha affrontato lo Shrike e ha concluso in pareggio, l’ha battuto a dire il vero, perché l’ha tolto di mezzo per raggiungere Aenea. Solo l’intervento del padre capitano de Soya, che dall’orbita l’ha colpita con ogni gigavolt di energia disponibile nella nave, le ha impedito di ucciderci tutti.

"Ora Nemes alza le braccia e si raccoglie in posizione d’attacco, tiene protesi gli artigli." Che balzi riesce a fare? Può scavalcarmi con un salto per attaccare Aenea?

I miei punti di forza: due anni di pugilato per il reggimento, nel periodo di ferma nella Guardia nazionale. Odiavo il pugilato, perdevo due incontri su tre, però i miei compagni continuavano a scommettere su di me. Il dolore non mi fermava mai. Lo sentivo, certo, ma non mi fermavo. I colpi in faccia mi facevano vedere rosso; i primi tempi, quando qualcuno mi colpiva in viso, dimenticavo ogni tattica; e quando la nebbia rossa della furia si diradava, se ero ancora in piedi, finivo per vincere l’incontro. Ma la furia cieca adesso non serve a niente. Se mi distraggo un solo attimo, questa creatura mi uccide.

Ero veloce, quando tiravo di boxe, ma sono passati più di dieci anni. Ero forte, ma non mi sono più allenato e non ho più combattuto in tutti questi anni. Sul ring potrei assorbire forti colpi, che è cosa diversa dal cedere al dolore. Non sono mai stato messo knock-out sul ring, anche quando un pugile migliore di me mi mandava a tappeto dieci volte prima della conclusione del combattimento.

Oltre a tirare di boxe, avevo fatto il buttafuori in uno dei più grandi casinò di Felix, nelle Nove Code. Ma lì, nella maggior parte dei casi, era questione di psicologia: saper evitare la scazzottatura, mentre si buttava fuori della porta l’ubriaco molesto. Mi ero assicurato che le poche vere scazzottature terminassero nel giro di secondi.

Nella Guardia nazionale mi avevano insegnato il combattimento a corpo a corpo e come uccidere da breve distanza; ma occasioni del genere erano rare quasi quanto una carica alla baionetta.

Mentre lavoravo come barcaiolo, ero incappato nelle zuffe più serie, una volta contro un uomo pronto a sbudellarmi con un coltellaccio. A quello ero sopravvissuto. Ma in un altro caso un barcaiolo mi aveva steso. Come guida di cacciatori, me l’ero cavata contro un cliente che mi aveva sparato con una pistola a fléchettes. Purtroppo, senza volerlo, l’avevo ucciso e lui, dopo la risurrezione, aveva testimoniato contro di me. Ora che ci penso, questa storia è iniziata proprio da lì.