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— Benissimo. Inoltre, sai che una cronomacchina, incluso il tuo prototipo, provoca biforcazioni più ampie, che generano nuove storie, alcune delle quali sarebbero impossibili senza l’intervento della macchina medesima. Ad esempio… questa! — Nebogipfel gesticolò con le mani, a indicare lo spazio in cui ci trovavamo. — Senza la tua macchina, che ha generato intere nuove serie di eventi, l’umanità non avrebbe mai potuto essere trasportata indietro nel passato fino al paleocene, e dunque noi ora non ci troveremmo alla testa di un periodo di cinquanta milioni di anni di modificazione intelligente del cosmo.

— Tutto questo lo capisco — risposi, cominciando a esaurire la pazienza. — Ma cos’ha a che vedere con il biliardo?

— Guarda… — Nebogipfel fece rotolare sul piano la boccia originale. — Ecco la nostra boccia. Dobbiamo immaginare che molte storie si dipartano da essa in ogni momento. La più probabile, naturalmente, è quella che include la traiettoria classica: una corsa rettilinea attraverso il tavolo. Al tempo stesso esistono altre storie contigue e molto divergenti. È persino possibile, benché sia estremamente improbabile, che in una di queste storie la turbolenza termica delle molecole induca la boccia a compiere un balzo e a colpirti in un occhio.

— Benissimo.

— E questo intarsio verde — Nebogipfel accarezzò il bordo di una buca — è un indizio…

— È plattnerite.

— Esatto. Le buche sono cronomacchine in miniatura, di dimensioni e di portata limitate, però molto efficienti. Come ha dimostrato la nostra stessa esperienza, allorché gli oggetti che viaggiano nel futuro o nel passato incontrano se stessi, la catena delle cause e degli effetti può essere spezzata, e le storie proliferano come erbacce…

Allora ricordai a Nebogipfel lo strano incidente con la boccia ferma a cui avevamo assistito.

— Quello è stato forse l’esempio più chiaro del fenomeno che sto descrivendo. Quella che chiameremo la nostra boccia era ferma sul biliardo, quando una sua copia è uscita da una buca, poi l’ha urtata, facendola rimbalzare contro una sponda e cadere in un’altra buca, infine si è fermata, occupandone l’esatta posizione. Capisci? — Lentamente, Nebogipfel spiegò: — La nostra boccia è tornata indietro nel tempo, è uscita dalla buca nel passato…

— E ha urtato se stessa, scacciandola e sostituendola. — Ciò detto, fissai il biliardo dall’aspetto innocente. — Dannazione, Nebogipfel… Adesso capisco! Dopotutto, era davvero la stessa boccia. Se ne stava tranquilla e felice sul biliardo, ma a causa delle possibilità bizzarre del viaggio temporale, ha potuto tornare indietro nel tempo e, con una traiettoria circolare, sostituire se stessa!

— Vedo che hai capito…

— Ma che cosa ha mosso la boccia? Nessuno di noi due l’ha spinta verso la buca.

— Non era necessaria nessuna “spinta”. In presenza delle cronomacchine. e questo è il vero significato della dimostrazione, occorre abbandonare le antiche concezioni causali: non è così semplice! La collisione con la copia era soltanto una possibilità, che il biliardo ha dimostrato. Capisci? La presenza di una cronomacchina danneggia a tal punto la causalità, che persino una boccia immobile è avvolta da un numero infinito di possibilità bizzarre. La tua demanda sulla “causa” è priva di significato: si tratta di un cerchio causale chiuso di cui non esiste nessuna origine.

— Può darsi… Eppure, tutto ciò continua a inquietarmi… Ritorniamo alle due bocce, o meglio, alla boccia vera e alla sua copia… D’improvviso, è presente una quantità di materia doppia! Da dove proviene?

Il Morlock mi scrutò: — Stai pensando alla legge della conservazione della materia: la comparsa, o la scomparsa, della massa.

— Esattamente.

— Non ho notato nessuna preoccupazione del genere, quando ti sei lanciato alla ricerca del giovane te stesso. Eppure quella era una violazione uguale, anzi, maggiore, di tutti i principi di conservazione della materia.

Non mi lasciai provocare: — Nondimeno l’obiezione è valida, vero?

— In un certo senso, sì. Ma soltanto dal punto di vista ristretto di una storia singola. I Costruttori Universali studiano ormai da secoli i paradossi temporali, o meglio, i paradossi apparenti, e hanno formulato una legge di conservazione della materia che considera la dimensione, più ampia, della molteplicità della storia. Consideriamo un oggetto: per esempio, te stesso. Se in un dato momento aggiungi una copia di te stesso, che può essere assente perché hai viaggiato nel passato o nel futuro, e poi sottrai ogni copia doppiamente presente perché uno di voi ha viaggiato nel passato, scopri che la somma totale rimane costante: esiste, “in realtà”, un solo individuo, a prescindere dal numero di volte in cui viaggia avanti e indietro nel tempo. Dunque esiste una sorta di conservazione della materia, anche se, in qualunque momento di qualunque storia, può sembrare che le leggi della conservazione siano violate, a causa dell’improvvisa compresenza, o assenza, di due di voi.

Meditando sul problema, capii: — Il paradosso esiste soltanto se si considera una storia singola. Scompare, invece, se si pensa in termini di molteplicità.

— Proprio così. All’interno della cornice più ampia della molteplicità, si risolvono anche i problemi di causalità. E questo biliardo ha la capacità di dimostrarci tali possibilità straordinarie: usa la cronotecnica per rivelarci la possibilità, anzi, l’esistenza, a livello macroscopico, delle storie multiple e divergenti. In verità, può isolare determinate storie interessanti: è un apparecchio molto raffinato. — Ciò detto, Nebogipfel spiegò meglio le leggi della molteplicità formulate dai Costruttori. — Si possono immaginare situazioni in cui la molteplicità della storia è nulla, singola o plurale. È nulla, o zero, se la storia è impossibile, cioè non è coerente con se stessa. È singola, o uno, nella situazione immaginata dai vostri antichi filosofi, magari quelli della generazione di Newton, in cui un singolo corso di eventi ha origine da un singolo punto nel tempo, e si svolge coerente e immutabile.

Tale definizione si applicava perfettamente alla mia ingenua concezione originale della storia come una sorta di stanza immensa, più o meno fissa, attraverso la quale la macchina del tempo mi avrebbe consentito di viaggiare a volontà.

— E un sentiero “pericoloso” per un oggetto, come te o come la nostra boccia, quello che lo conduce a una cronomacchina — commentò Nebogipfel.

— Be’, questo è chiaro. Evidentemente, ho creato ramificazioni della storia a destra, a sinistra e al centro, nel momento stesso in cui ho acceso la macchina del tempo… È davvero pericoloso!

— Sì. E più le cronomacchine sprofondano nel passato, più le molteplicità generate tendono all’infinito, e più aumenta la divergenza fra le nuove copie della storia.

— Ma per tornare al problema che stiamo discutendo… — replicai, alquanto frustrato. — Qual è lo scopo del biliardo? È soltanto un giocattolo? Perché i Costruttori ce lo hanno fornito? Che cosa stanno cercando di dirci?

— Non lo so: non ancora. È difficile… Il Mare d’Informazioni è vasto, e vi sono molte fazioni tra i Costruttori. Le informazioni non mi vengono offerte. Capisci? Devo raccogliere quelle che trovo, interpretarle nel modo migliore, e così formulare ipotesi e teorie. Credo che esista una fazione che ha un piano, un progetto immenso, di cui distinguo a stento i contorni.