Выбрать главу

— Ma tu — obiettai — hai parlato con loro, sei riuscito ad ottenere informazioni da loro. Come hai fatto?

— Imitando i loro modi d’interazione. — Nebogipfel si tastò cautamente l’orbita vuota. — Ho dovuto compiere questo sacrificio. — E il suo occhio naturale scintillò.

In sostanza, Nebogipfel aveva fatto in modo di poter immergere la propria mente nel Mare d’Informazioni: tramite l’orbita alterata era in grado di attingere informazioni direttamente dal Mare, senza la mediazione dei mezzi di espressione convenzionali.

L’idea di una tale invasione della confortevole oscurità del mio cranio mi fece rabbrividire: — E credi che valga la pena avere sacrificato un occhio?

— Oh, sì: abbondantemente. Ascolta… Capisci che cosa sono i Costruttori? Sono una struttura vitale diversa: sono uniti, non soltanto in virtù della condivisione a livello fisico, bensì anche a livello di esperienza. Riesci a immaginare che cosa può essere l’esistenza in un ambiente come il Mare d’Informazioni?

Pensoso, ricordai i seminari alla Royal Society, in cui numerose menti giovani e agili avevano proposto e discusso collettivamente idee nuove, confutandole, correggendole, perfezionandole. Ricordai anche alcune delle mie antiche cene del giovedì sera, in cui, con il contributo di abbondanti quantità di vino, lo scontro delle idee diventava tanto rapido e fitto, ch’era difficile stabilire quando un partecipante s’interrompeva e un altro proseguiva.

Allorché gliene ebbi parlato, Nebogipfel approvò: — Sì, si tratta esattamente di questo. Capisci, adesso? Però, nel caso dei Costruttori Universali, le conversazioni e le discussioni sono perenni, e avvengono alla velocità della luce, con la trasmissione diretta del pensiero da una mente all’altra. Di conseguenza, chi può mai stabilire dove inizia la coscienza di uno e dove finisce quella di un altro! Certi pensieri, certi ricordi, appartengono ad uno, oppure a un altro? Riesci a comprendere le implicazioni di tutto ciò?

Sulla Terra, e forse anche su tutti gli altri mondi abitati, dovevano esistere immensi nuclei mentali, composti di milioni di Costruttori, fusi insieme a formare immense entità divine che conservavano la coscienza della specie: in un certo senso, secondo Nebogipfel, la specie in quanto tale era dotata di coscienza.

Di nuovo, ebbi la sensazione che ci stessimo perdendo nella metafisica: — Tutto ciò è molto affascinante, e va bene. Forse, però, dovremmo tornare ai problemi pratici della nostra situazione… Che cosa c’entriamo, noi, con tutto questo? — Mi volsi al Costruttore paziente, che stava immobile a scintillare in mezzo alla stanza. — E lui? Tutti questi discorsi sulla coscienza, e tutto il resto, sono interessantissimi, ma… Che cosa vuole lui? Perché è qui? Perché ci ha salvato la vita? E che cosa vuole da noi, adesso? Oppure tutti questi esseri meccanici collaborano come le api di un alveare, tutti uniti dalle menti comuni che hai descritto, e dunque abbiamo a che fare con gli scopi di un’intera specie?

In silenzio, Nebogipfel si massaggiò il viso. Avvicinatosi al Costruttore, comunicò mediante la sonda, e pochi minuti dopo fu ricompensato con un piatto che uscì dal corpo scintillante del Costruttore medesimo, e che conteneva una porzione dello stesso cibo simile al formaggio di cui mi ero nutrito anch’io sulla Sfera.

Osservai con disgusto mentre Nebogipfel si rifocillava con quel cibo rigurgitato. In verità, non era più orribile delle produzioni del Pavimento della Sfera, eppure nella fusione fra vita e macchina che era tipica dei Costruttori vi era qualcosa che trovavo ripugnante. Risolutamente, evitai di speculare sull’origine dei cibi e dell’acqua di cui mi ero nutrito.

— Non possiamo considerare uniti i Costruttori — riprese Nebogipfel. — Sono connessi. E tuttavia non condividono uno scopo comune, come, ad esempio, i componenti della tua personalità.

— Perché no? Sarebbe eminentemente saggio. Con una comunicazione perfetta e ininterrotta, non vi sarebbe bisogno di spiegazioni e di comprensioni, non si creerebbero conflitti…

— Non è affatto così. Nella sua totalità, l’universo mentale dei Costruttori è troppo vasto.

Di nuovo, Nebogipfel descrisse il Mare d’Informazioni, in cui le strutture di pensiero, complesse, in continua evoluzione, evanescenti, si creavano a partire dai materiali grezzi, e si distruggevano.

— Tali strutture sono analoghe alle teorie scientifiche della tua epoca: vengono sottoposte a continua verifica in seguito alle nuove scoperte e alle nuove interpretazioni. Il mondo della conoscenza è tutt’altro che immoto. Inoltre, ricorda il tuo amico Kurt Gödel, il quale ci ha insegnato che nessun insieme di conoscenze può essere organizzato in un sistema compiuto e perfetto. Il Mare d’Informazioni è instabile. Le ipotesi e le intenzioni che ne emergono sono complesse e sfaccettate: di rado i Costruttori raggiungono l’unanimità assoluta su un determinato argomento. È come una discussione interminabile, durante la quale si possono formare fazioni diverse: individualità parziali che si coagulano intorno a una certa struttura. Si potrebbe dire che i Costruttori sono uniti dalla loro tendenza al progredire delle conoscenze della specie, ma non lo sono a proposito dei mezzi per conseguire tale progresso. In verità, si potrebbe ipotizzare che allo sviluppo dell’integrazione si accompagna il proliferare delle fazioni, perché aumenta la complessità del mondo. In tal modo, la specie si evolve.

Rammentai ciò che mi aveva spiegato Barnes Wallis a proposito dell’organizzazione parlamentare del 1938, in cui l’opposizione era stata sostanzialmente bandita quale attività criminale, in quanto distoglieva le energie dall’unico approccio corretto alle cose, la cui validità evidente non aveva bisogno di dimostrazione. Invece, se ciò che Nebogipfel diceva era esatto, non poteva esistere nessuna risposta universalmente corretta a nessun tipo di quesito: come avevano imparato i Costruttori, la molteplicità dei punti di vista era necessaria nell’universo in cui ci trovavamo.

Pazientemente, Nebogipfel masticò il suo cibo simile al formaggio, poi inserì di nuovo il piatto nel corpo del Costruttore, che lo riassorbì. Nell’osservarlo, pensai che fosse confortante, per il Morlock, quel processo di produzione tanto simile a quello del Pavimento della Sfera.

5

Terra Bianca

Trascorsi molte ore, sia in solitudine sia in compagnia di Nebogipfel, alle finestre dell’appartamento.

Non vidi alcuna traccia di vita animale o vegetale sulla superficie della Terra Bianca. A quanto potevo capire, eravamo isolati nella nostra piccola bolla di luce e di calore in cima alla torre immensa, che non abbandonammo mai per tutta la durata della nostra permanenza in quel mondo.

Di notte, solitamente, il cielo era limpido, con una lieve brina di cirri ad alta quota, nell’atmosfera esaurita e letale. Ma nonostante questa limpidezza, e non riuscivo a capire perché, non si vedevano stelle, o meglio, se ne vedevano pochissime, rispetto alla moltitudine che un tempo aveva sfolgorato nel firmamento terrestre. Lo avevo notato subito, al momento del nostro arrivo, però avevo pensato che si trattasse dell’effetto del freddo, o del mio smarrimento. Tuttavia m’inquietò averne la conferma quando ero in pieno possesso delle mie facoltà, non più minacciato dal congelamento: fu forse il fenomeno più strano di quel mondo.

La luna, paziente compagna, girava ancora intorno alla Terra, attraversando le sue fasi con regolarità immemorabile, ma le sue pianure antiche erano rimaste verdi. La luce che essa diffondeva sul paesaggio della Terra Bianca non era più fredda e argentea, bensì verdeggiante di un’eco gentile delle vegetazione che aveva allietato il pianeta prima che soccombesse al ghiaccio inesorabile.