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La prima delle due parole per le quali sono ricorso ai puntini, era il nome della Divinità ed è una parola perfettamente decente quando sia usata con reverenza e in un contesto appropriato. Ma da come l’ha detta, era chiarissimo che quell’uomo la usava senza nessunissima reverenza; quanto alla seconda parola, era una sconcezza bella e buona.

Sono profondamente turbato.

30 aprile

Non ho osservazioni speciali da aggiungere stasera a quelle che ho riportato nei giorni scorsi. Sono qui che mi gingillo, più o meno, e molto probabilmente quando sarò arrivato alla fine di questa pagina la getterò via. Scrivo queste righe solo perché la mia parte richiede che io scriva qualcosa, e per scrivere delle parole completamente a caso, tanto vale che scriva queste.

Il fatto è che sto scrivendo “in trasmissione”, come diciamo noi. Stasera sono un giornalista seduto davanti alla macchina per scrivere nella sala cronaca di un quotidiano.

Comunque, la parte attiva che avevo in questa avventura è già finita, e adesso sono sullo sfondo, con il semplice obbligo di aver l’aria indaffarata e continuare a battere. Dato che io so scrivere senza guardare i tasti, stasera ho tutto l’agio di dare di tanto in tanto un’occhiata nell’altro mondo. E mi ritrovo di fronte a un uomo e una donna giovani, che stanno soli insieme. La loro “scena” è una camera da letto ed è evidente che sono sposati, dato che stanno guardando verso di me dai loro letti. Letti, al plurale, naturalmente. Sono contento di vedere che seguono le Norme, le quali permettono che le coppie sposate appaiano mentre stanno conversando nei rispettivi letti gemelli posti a una ragionevole distanza l’uno dall’altro, ma proibiscono, com’è ovvio, che appaiano insieme in un letto matrimoniale; per quanta distanza possa esserci tra loro, infatti, la cosa sarebbe in ogni caso pericolosamente suggestiva.

Do un’altra occhiata. È chiaro che i due non s’interessano molto a quello che succede nel nostro mondo. Invece di guardare il vetro, stanno parlando. Naturalmente non posso sentire quello che si dicono; anche se ci fosse un silenzio assoluto dalla nostra parte, io sono troppo lontano dal vetro. Ma capisco che lui le ha fatto una domanda, e lei fa segno di sì con la testa e sorride.

È nuda.

Dio mio, come puoi permettere una cosa simile? È semplicemente impossibile. Nel nostro mondo, una donna nuda non solo non esiste, “non c’è”, ma è addirittura inconcepibile.

La vedo che si alza e non riesco a staccare gli occhi da lei. Con la coda dell’occhio vedo che anche lui ha tirato via le coperte e che anche lui è nudo. Le fa un gesto d’invito e lei ride, in piedi davanti a lui.

Qualcosa di strano, qualcosa che non ho mai provato prima d’ora sta succedendo dentro di me. Cerco di distogliere lo sguardo, ma non ci riesco.

Lei attraversa il tratto che divide i due letti, e si sdraia accanto a lui. E ora…

È possibile che succedano queste cose?

Allora è vero! Loro non hanno censura, e possono fare e fanno tutte le cose alle quali nel nostro mondo si deve soltanto alludere vagamente come ad avvenimenti successi fuori scena. Perché loro devono essere liberi quando noi non lo siamo? È una crudeltà. I nostri diritti sono calpestati, non c’è parità, non c’è eguaglianza.

Fatemi uscire di qui! FATEMI USCIRE!

Aiuto, che qualcuno mi AIUTI!

FATEMI USCIRE!

FATEMI USCIRE DA QUESTA SCATOLA!