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— Garnet Cinque è una ballerina quad, giusto?

— Sì.

Era davvero strano che un barrayarano si sentisse attratto da una quad; il pregiudizio culturale che scattava davanti a qualunque cosa sembrasse una mutazione era tanto profondo da essere praticamente istintivo, e avrebbe dovuto impedirlo. Forse Corbeau non aveva avuto quelle istruzioni che di solito riceve un giovane ufficiale da parte di superiori e commilitoni.

— E tu come entri in questa faccenda?

Era un sospiro un po’ apprensivo quello che Bel aveva appena tratto? — Nicol suona l’arpa e il salterio nell’orchestra del Corpo di Ballo Minchenko. Te la ricordi, vero? Quella musicista quad che abbiamo salvato durante quell’operazione di recupero, e che per poco non è finita nel trituratore di rifiuti?

— La ricordo benissimo. E così, a quanto pare, devo arguire che sia tornata a casa sana e salva?

— Sì. — Sorriso di Bel, teso. — E non ti sorprenderà sapere che anche lei ti ricorda vividamente… Ammiraglio Naismith.

Miles s’immobilizzò per un attimo. Poi, cautamente, disse: — Tu… la conosci molto bene? Pensi di potermi garantire la sua discrezione?

— Viviamo assieme — disse Bel succintamente. — Non c’è bisogno di assicurare niente. Nicol è discreta per natura.

Oh. Si chiariscono tante cose…

— Però Garnet Cinque è una sua buona amica. Ed è in preda al panico per questa storia. È convinta, fra le altre cose, che il comando barrayarano voglia giustiziare il suo innamorato. Quel paio di figuri che Vorpatril ha mandato a recuperare la pecorella smarrita evidentemente… be’, non sono stati semplicemente maleducati, sai. Hanno cominciato con l’essere offensivi e brutali e da lì in poi le cose sono andate di male in pèggio. Io ho sentito la versione integrale.

Miles fece una smorfia. — So come sono i miei compatrioti, quindi puoi dare per scontato che già posso prevedere i dettagli peggiori.

— Nicol mi ha chiesto di fare quel che potevo per la sua amica e il suo amico. Le ho promesso che avrei messo una buona parola. Ed è quel che sto facendo.

— Capisco. — Miles sospirò. — Non posso assicurare niente, per ora, ma ascolterò tutti senza pregiudizi.

Bel annuì e distolse lo sguardo. Dopo un momento disse: — Questa cosa dell’Ispettore Imperiale… sei un pezzo grosso dell’Impero adesso, eh?

— Qualcosa del genere — fece Miles.

— La Voce dell’Imperatore. Una voce piuttosto forte, eh? La gente l’ascolta.

— Be’, forte per i barrayarani, forse, ma il resto della galassia… tende a considerarla una favola.

Bel scrollò le spalle, in segno di scusa. — ImpSec è barrayarana. E dunque… vedi, io mi sono affezionato a questo posto, lo Spazio Quad, la Stazione Graf… l’ambiente e le persone, mi sono molto cari. Credo che capirai anche tu il perché, se avrò l’occasione di farti da guida per un po’. Sto pensando di sistemarmi qui.

— Questa è… una gran bella idea — disse Miles.

Dove stai andando a parare, Bel?

— Ma se decido di prendere la cittadinanza e fare il giuramento, ed è un po’ che ci penso seriamente, voglio farlo onestamente. Non posso giurare il falso, o continuare a tenere il piede in due scarpe.

— Il fatto che tu fossi cittadino di Beta non ha mai interferito con la tua carriera nei mercenari dendarii — fece notare Miles.

— Tu non mi hai mai chiesto di operare sulla Colonia Beta.

— E se lo avessi fatto?

— Allora… mi avresti creato dei problemi. — Bel alzò una mano, come in una supplica. — Voglio ricominciare da capo, con il campo sgombro da legami segreti. Se ImpSec ora lavora per te, Miles… per favore, puoi licenziarmi di nuovo?

Miles si appoggiò allo schienale della seggiola, mordicchiandosi le nocche di una mano. — Liberarti da ImpSec, vuoi dire?

— Sì. Da qualunque vecchio obbligo.

Miles fece un lungo respiro. Ma ci sei tanto utile qui! — Io… non lo so.

— Non sai se ne hai il potere? O non sai se usarlo?

Miles cercò di guadagnare tempo. — Questa storia del potere, sai, è molto più strana di quanto mi aspettassi. Tu forse pensi che più potere comporti più libertà, ma ho scoperto che per me non è così. Ogni parola che mi esce dalle labbra ha un peso che prima non ha mai avuto, non quando ero Miles ’Il Matto’, il folle capo dei dendarii. Non mi era mai capitato di dover stare tanto attento alle mie parole. È… così scomodo, a volte.

— Credevo che ti piacesse.

— Anch’io lo pensavo.

Bel si tirò indietro sulla sedia, lasciando cadere l’argomento, decidendo che non lo avrebbe ripreso, almeno non molto presto.

Miles tambureggiò con le mani sulla superficie del tavolo. — Se, al di là degli animi eccitati e di giudizi animosi che sono già abbastanza gravi, c’è altro dietro questo pasticcio, non può che essere connesso con la sparizione di quell’addetto alla Sicurezza, Solian…

Il comunicatore da polso di Miles trillò. — Sì? — rispose.

— Milord — la voce di Roic aveva un tono di scusa. — Siamo di nuovo attraccati.

— D’accordo. Veniamo subito. — Si alzò, dicendo: — Voglio presentarti a Ekaterin come si deve, prima di dover tornare là fuori e far finta di non conoscerci. A proposito, sia lei che Roic hanno la più alta classificazione di sicurezza possibile su Barrayar… devono averla, per vivermi tanto a contatto di gomito. Entrambi devono sapere chi sei, e che si possono fidare di te.

Bel esitò. — Sei sicuro che devono sapere che qui lavoro per ImpSec?

— Potrebbe servirgli, in caso di emergenza.

— Vedi, vorrei proprio evitare che i quad sapessero che ho venduto informazioni ai terricoli per tutto questo tempo. Forse sarebbe meglio se io e te fingessimo di essere semplicemente dei conoscenti.

Miles lo fissò. — Ma Bel, lei sa perfettamente chi sei. O almeno, chi eri.

— Perché, hai raccontato a tua moglie quello che facevi quando eri un agente segreto? — Bel aggrottò la fronte. — Le regole si applicano sempre solo agli altri, vero?

— La sua classificazione di sicurezza, Ekaterin se l’è guadagnata, non l’ha avuta in dono — rispose Miles, un po’ stizzito. — Non ricordi che ti abbiamo anche mandato un invito per le nozze! Oppure non lo hai ricevuto? ImpSec mi ha detto che era stato recapitato.

— Oh — fece Bel, con aria un po’ confusa. — Quello. Sì. L’ho ricevuto.

— È arrivato troppo tardi? C’era anche un voucher per coprire le spese di viaggio. Se qualcuno se l’è messo in tasca, userò la sua pelle per…

— No, anche il voucher è arrivato. Circa un anno e mezzo fa, giusto? Avrei potuto farcela, se mi fossi sbrigato, ma è arrivato in un brutto momento. Avevo appena lasciato Beta per l’ultima volta, ed ero nel bel mezzo di un lavoretto per ImpSec. Sarebbe stato difficile trovare un sostituto. Insomma, avrei dovuto fare uno sforzo, e in quel momento ogni sforzo, per me… insomma, ti ho augurato ogni bene, e ho sperato che tu avessi avuto un colpo di fortuna. — Un sorriso obliquo. — Di nuovo.

— Trovare la giusta Lady Vorkosigan… è stato un colpo di fortuna molto più grosso di tutti gli altri che abbia mai avuto. — Miles sospirò. — Neanche Elli Quinn è venuta. Però ha mandato un regalo, e una lettera. — Nessuno dei due particolarmente pudico.

— Hm — fece Bel, con un piccolo sorriso. E aggiunse, un po’ perfidamente: — E il sergente Taura?

— Lei è venuta. — Senza volerlo Miles si trovò a sorridere. — È stata spettacolare. Ho avuto un colpo di genio incaricando mia zia Alys di trovarle degli abiti civili adatti alla cerimonia. Così le ho tenute entrambe occupate e felici. Tu sei mancato molto a tutti i dendarii. C’erano Elena e Baz con la loro bambina, t’immagini? E anche Arde Mayhew. E quindi l’inizio della nostra storia era ben rappresentato. È stato un bene che fosse una cerimonia modesta. Solo centoventi persone, è poco, no? Era il secondo matrimonio per Ekaterin, vedi… era vedova, e profondamente provata dalla vedovanza.