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Miles chiuse il video. — Mi piacerebbe dare un’occhiata al carico di quel betano.

— Non posso aiutarti — rispose Bel. — Non ho i codici di accesso alla stiva. Per contratto in quegli spazi possono entrare solo quelli che li hanno in affitto, e i quad non si sono preoccupati di chiederli al betano. Diminuisce la responsabilità della Stazione Graf in caso di furto, capisci. Dovrai chiedere a Dubauer di farti entrare.

— Mio caro Bel, io sono un Ispettore Imperiale, e questa non solo è una nave registrata su Barrayar, ma appartiene alla famiglia dell’Imperatrice Laisa in persona. Quindi io vado dove mi pare. Solian doveva avere un codice di sicurezza che gli permettesse di accedere in ogni angolo della nave. Roic?

— Eccolo, Milord. — L’armiere lo evidenziò sul suo taccuino elettronico.

— Benissimo, allora. Facciamo questa passeggiata.

Bel e Roic lo seguirono lungo il corridoio e attraverso il portello centrale che portava alla sezione cargo. Le doppie porte che conducevano alla seconda stiva lungo il corridoio cedettero al codice inserito da Roic. Miles infilò la testa nella stiva e accese la luce.

Rastrelliere di replicatori luccicanti erano sistemate vicine le une alle altre, lasciando tra esse solo uno stretto passaggio. Ciascuna era fissata alla propria slitta a levitazione, in quattro livelli di cinque unità: venti replicatori per rastrelliera, alti quanto Roic. Sotto di essi i display erano opachi, mentre i pannelli di controllo erano illuminati da lucette intermittenti che brillavano di un verde rassicurante.

Miles percorse il corridoio tra quattro slitte, fece il giro, e risalì il successivo, contando. Altre slitte erano accostate alle pareti. La stima di Bel, circa un migliaio di replicatori, sembrava esatta. — Mi sarei aspettato che le camere placentari fossero più grandi. Queste sembrano identiche a quelle che usiamo per i bambini. — E con le quali si era ultimamente molto familiarizzato. Ma quelle rastrelliere erano chiaramente congegnate per una produzione di massa. Le venti unità caricate su ciascuna slitta condividevano i serbatoi, le pompe, i filtri e il pannello di controllo. Si chinò per guardare più da vicino. — Non vedo il marchio del costruttore, o un numero di serie, o qualunque altra cosa che indichi il pianeta di origine.

Premette un pulsante nel pannello di monitoraggio.

Neppure il pannello luminoso conteneva i dati di identificazione. C’era solo un simbolo stilizzato, scarlatto su argento, una specie di uccello urlante… il cuore cominciò battergli forte. Cosa diavolo ci faceva quel simbolo ? Si sentì mancare.

— Miles — disse la voce di Bel, che sembrava venire da molto lontano — stai male?

— Bel — chiese Miles con voce strozzata. — Sai che simbolo è questo?

— No — rispose Bel, con un tono quasi interrogativo.

— È il Nido Celeste di Cetaganda. Non i ghem-lord, i militari, non i loro coltivati e nemmeno i Lord Haut… qui siamo ancora più in alto. Il Nido Celeste è il cuore più interno dell’anello dell’intero maledetto progetto di ingegneria genetica che è l’Impero cetagandano. È la banca dei geni delle dame haut. È dove progettano i loro imperatori. Diavolo, è dove progettano l’intera razza haut. Le dame haut non lavorano con geni animali. Lo considererebbero troppo al di sotto della loro dignità. È una cosa che lasciano alle signore ghem.

Tese una mano che tremava leggermente e toccò il monitor per passare al livello di controllo seguente. Alimentazione generale e livello dei serbatoi, tutto verde. Il livello successivo permetteva il monitoraggio individuale di ciascuno dei venti feti contenuti nelle singole camere placentari. Temperatura del sangue, massa, tutti valori fisiologici, e come se non bastasse, minuscole telecamere incorporate nella camera placentare, con tanto di illuminazione, permettevano di vedere gli occupanti dei replicatori in tempo reale, mentre galleggiavano serenamente nei loro sacchi amniotici. Quello che stava guardando sul monitor fece un piccolo movimento con le minuscole dita all’accendersi della fioca luce rossa, e sembrò strizzare i grandi occhi neri. Non era abbastanza cresciuto per essere a termine, ma c’era molto vicino. Miles pensò a Helen Natalia, e ad Aral Alexander.

Roic, con le labbra socchiuse per il disappunto, fissò il corridoio di macchine luccicanti. — Vuol dire che queste cose sono piene di embrioni umani, Milord?

— Be’, ecco, questa è una bella domanda. Anzi, due. Sono piene, e sono umani? Se sono feti haut, direi che umani è quanto meno opinabile. Per quanto riguarda se sono piene, possiamo guardare… — Una dozzina di altri monitor delle slitte, scelte a intervalli casuali, mostrò lo stesso contenuto. Quando decisero che ormai avevano una prova conclusiva, Miles respirava affannosamente.

— Ma che cosa ci fa un ermafrodita betano con dei replicatori cetagandani? — chiese Roic perplesso. — E solo perché sono stati fatti da cetagandani, come facciamo a sapere che dentro ci sono davvero dei cetagandani? Forse il betano potrebbe aver comprato i replicatori usati.

Miles, con un ghigno, si voltò verso Bel. — Betano? Tu che cosa ne pensi, Bel? Avete parlato del vostro mondo di sabbia mentre lo accompagnavi in questa stiva?

— Non abbiamo parlato molto. — Bel scosse la testa. — Ma questo non prova nulla. Io stesso non ne parlo volentieri, e anche se lo avessi fatto, è troppo tempo che ho perso il contatto con Beta per percepire eventuali passi falsi sulla sua attualità o cose del genere. Non era la conversazione di Dubauer che mi turbava. C’era qualcosa di… strano, nel suo linguaggio corporeo.

— Linguaggio corporeo. Esatto. — Miles si avvicinò a Bel, e con una mano voltò la testa dell’erm verso la luce. Bel non si ribellò, limitandosi a sorridere. Sulla guancia e sul mento aveva una sottile peluria. Miles strizzò gli occhi, cercando di visualizzare nella mente il taglio sulla guancia di Dubauer.

— Tu hai una peluria sul viso, come le donne. E così tutti gli ermafroditi, vero?

— Certo. Se non praticano la depilazione totale, alcuni riescono perfino a farsi crescere la barba.

— Dubauer no. — Miles fece per incamminarsi lungo il corridoio, ma si arrestò e rimase fermo guardando Bel. — Lui non ha neppure un pelo, a parte quelle graziose sopracciglia e quei capelli grigi, e sono disposto a scommettere che se li sia fatti impiantare recentemente. Linguaggio corporeo? Dubauer non è un ermafrodita, non ha due sessi… ma cosa diavolo avevano in mente i tuoi antenati?

Bel fece un sorrisetto malizioso.

— Dubauer non ha proprio sesso. È veramente un neutro.

— Neutro, nell’uso betano — cominciò Bel con il tono rassegnato di qualcuno che ha dovuto spiegare queste cose troppe volte — non si riferisce affatto a un soggetto inanimato, come accade in altre culture.

Miles allontanò tutta la questione con un gesto della mano. — Non dirlo a me, io questo predicozzo l’ho bevuto col latte materno. Ma Dubauer non è un ermafrodita. È un ba.

— Un che cosa?

— Un estraneo, i ba sono una razza di servi creata allo scopo di accudire al Giardino Celeste, dove l’Imperatore cetagandano abita nella serena bellezza di un ambiente esteticamente perfetto, o così vorrebbero farci credere i signori haut. I ba sono una razza di servi geneticamente devoti, cagnolini umani. Bellissimi, naturalmente, perché tutto all’interno del Giardino Celeste deve esserlo. Ho incontrato i ba per la prima volta circa dieci anni fa, quando sono stato inviato in missione diplomatica su Cetaganda… non come l’ammiraglio Naismith, ma come il tenente Lord Vorkosigan… In realtà ero stato mandato lì per presenziare al funerale della madre dell’Imperatore Fletchir Giaja, la vecchia Imperatrice Madre Lisbet. Ho visto un sacco di ba da vicino. Quelli di una certa epoca erano stati fatti completamente glabri. Era una moda, a quei tempi. Ma i ba non sono solo servitori degli haut imperiali. Ricordi quello che ti ho detto? Le dame haut del Nido Celeste si occupano solo di geni umani. I ba servono alle dame haut come prova per i nuovi complessi genetici, i miglioramenti introdotti nella razza haut, prima di decidere se vale la pena di aggiungerli al nuovo modello annuale di coorte haut. In un certo senso, i ba sono i fratelli degli haut. Fratelli maggiori, o loro figli, potremmo dire. Gli haut e i ba sono due facce della stessa medaglia. Un ba è intelligente e pericoloso quanto un signore haut. Ma non è altrettanto autonomo. I ba sono fedeli come sono senza sesso, perché vengono fatti così, e per una ragione molto semplice… per controllarli. E questo spiega perché avevo l’impressione di avere già incontrato Dubauer da qualche parte. Se quel ba non possiede dei geni di Fletchir Giaja in persona, mi mangio…