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— Ma, e Bel? — chiese Nicol con un tono di voce teso, pieno di angoscia trattenuta.

Venn, che ovviamente era meno indifferente alla supplica di una bella quad, incontrò gli occhi del suo ispettore del turno di notte, e alla risposta esplicita che esprimevano rispose con un cenno di assenso.

— E va bene, uno più, uno meno…

Teris Tre si affrettò ad assicurare: — Diramerò l’ordine di cercare anche il portomastro Thorne, oltre al tizio con le membrane.

Miles si morse il labbro inferiore, preoccupato. Presto o tardi, quel carico vivente nascosto a bordo della Idris gli avrebbe riportato il ba.

— Il portomastro Thorne ieri le ha parlato della necessità di sigillare l’Idris, vero? — chiese.

— Sì — confermò Venn, poi domandò: — Quel passeggero betano che Thorne stava aiutando è riuscito a prendersi cura dei suoi animali?

— Dubauer. Ehm, sì, per ora. Ma avrei piacere che trattenesse anche Dubauer, oltre a Firka.

— Perché?

— Perché ieri ha lasciato l’albergo ed è svanito più o meno nello stesso momento in cui Firka usciva, e nemmeno lui è ritornato. E Dubauer era con noi ieri, quando abbiamo subito l’attentato. Chiamiamola custodia protettiva, tanto per cominciare. — Venn rivolse a Miles un’occhiata carica di antipatia. Avrebbe dovuto essere molto meno intelligente di quanto appariva per non sospettare che Miles non gli stesse dicendo tutto. — Va bene — disse alla fine. Fece un gesto a Teris Tre. — Ma sì, collezioniamo l’intera serie.

— D’accordo. — La donna guardò il crono che teneva sul polso inferiore sinistro. — Sono le sette. — Il momento in cui cambiava il turno, presumibilmente. — Devo restare?

— No, no. Prendo in mano io la situazione. Fai partire queste nuove ricerche di persone scomparse, e poi vai a riposare. — Sospirò Venn. — Stanotte potrebbe andare peggio.

La donna gli fece un cenno di assenso alzando entrambi i pollici delle mani inferiori e uscì dall’ufficio.

— Non preferisce aspettare a casa? — chiese Venn, un po’ incerto, a Nicol. — Starebbe più comoda. Le prometto che la chiameremo non appena avremo trovato il suo compagno.

Nicol inalò un profondo respiro. — Preferisco restare qui — disse testardamente. — Giusto in caso… giusto in caso succedesse qualcosa.

— Ti terrò compagnia io, per un po’ — si offrì Miles.

Venn alla fine li fece sloggiare dal suo ufficio accompagnandoli in una sala d’aspetto privata, con il pretesto che era meno disturbata. Di certo, lì lo disturbavano meno.

Miles e Nicol vennero lasciati soli in un silenzio inquietante. Miles si chiedeva se Bel avesse in corso qualche altro affare collegato al suo impiego in ImpSec: forse questo avrebbe potuto interferire all’improvviso con i suoi movimenti della notte precedente. Ma era quasi certo che Nicol non sapesse nulla dell’incarico segreto di Bel, e dei pericoli che questo significava. Inoltre, si trattava solo di una speranza. Se mai qualcosa aveva interferito con la sua attività, era proprio il pasticcio in cui si trovavano, che ormai era talmente intricato da fargli rizzare i capelli.

Bel era scampato alla sua precedente carriera praticamente illeso, nonostante l’aura quasi letale che circondava l’ammiraglio Naismith. Non aveva senso che fosse arrivato fin lì per guadagnarsi una vita privata e un futuro tranquillo, solo perché il passato lo schiacciasse proprio adesso! Miles deglutì in preda a un senso di colpa. Qualcosa era di certo successo a Bel, ma lui era ih gamba e se la sapeva cavare. Se l’era sempre cavata in passato.

Ma anche quelli che erano abituati a farsi da sé la propria fortuna di tanto in tanto potevano essere sfortunati…

Nicol interruppe il silenzio teso, facendo a Roic alcune domande un po’ casuali su Barrayar. L’armiere rispose con delle chiacchiere goffe, ma benintenzionate, per distrarla dalle sue preoccupazioni. Miles si guardò il comunicatore da polso. Era ancora troppo presto per chiamare Ekaterin?

Cosa diavolo doveva fare, in ogni caso? Aveva programmato di trascorrere la mattina conducendo interrogatori sotto penta-rapido, ma tutti i bandoli della matassa che gli sembrava di aver tenuto in mano e che si sarebbero dipanati tranquillamente erano giunti allo stesso inquieto termine; Firka era svanito, Dubauer era svanito, e ora anche Bel era sparito. E Solian? non doveva neppure dimenticarsi di lui. La Stazione Graf, nonostante la sua struttura labirintica, non era poi un posto tanto grande. Che fossero stati tutti risucchiati nella stessa segreta? Ma, diavolo, quante segrete potevano esserci in quel maledetto labirinto?

Con sorpresa, il suo rimuginare frustrato venne interrotto da Teris Tre che affacciò la testa attraverso una delle porte rotonde. Ma non se ne stava andando?

— Lord Ispettore Vorkosigan, posso parlarle per un momento? — chiese in tono educato.

Miles si scusò con Nicol e fluttuò dietro la donna, con Roic che lo seguiva zelante. Teris Tre li condusse di nuovo nell’ufficio di Venn, in quale stava terminando una chiamata alla comconsolle, dicendo: — È qui, è furibondo, e mi si sta mettendo tra i piedi. È suo il compito di gestirlo… — Vedendolo apparire lo fissò infastidito e chiuse la comunicazione. Sopra la piastra video Miles fece appena in tempo a vedere la Sigillatrice Greenlaw, avvolta in quello che avrebbe potuto essere un accappatoio, svanire con una scintilla.

Quando la porta si chiuse dietro di loro, Teris Tre annunciò: — Il poliziotto che ieri sera ha fatto da scorta al portomastro Thorne ha riferito di essere stato congedato quando sono arrivati al Giunto e hanno incontrato Garnet Cinque.

— Al… cosa? — chiese Miles. — Quando? E perché?

La donna guardò Venn, il quale le fece cenno di continuare. — Il Giunto è uno dei principali incroci di corridoi sul lato a caduta libera, con una postazione di trasferimento della Linea a bolle, vicino a un giardino pubblico… in molti si incontrano lì, dopo la fine del turno di lavoro. Thorne potrebbe essersi trattenuto con Garnet Cinque per conversare.

— Sì? Sono amici, mi pare.

Venn si agitò in quello che Miles riconobbe come un momento d’imbarazzo, e disse: — Sa per caso quanto siano amici? Non volevo discuterlo di fronte a quella povera ragazza angosciata. Ma a Garnet Cinque, si sa, piacciono i terricoli, e un ermafrodita betano è, dopo tutto, un ermafrodita betano. Spiegazione semplice, alla fine.

Una mezza dozzina di proteste indignate attraversarono la mente di Miles, per venire immediatamente scartate. Nessuno si aspettava che conoscesse Bel così bene. Non che qualcuno che conosceva bene Bel sarebbe stato sconvolto dalle delicate insinuazioni di Venn… No. Bel poteva essere di gusti sessuali eclettici, ma non era da lui tradire la fiducia di Nicol. Almeno, così era un tempo. Ma tutti cambiamo.

— Può chiedere al Capo Watts — disse per prendere tempo. Poi si accorse che Roic ruotava gli occhi e muoveva il mento in direzione della comconsolle di Venn. Miles continuò senza perdere un colpo: — Meglio ancora, chiami Garnet Cinque. Se Thorne è lì, il mistero è risolto. Se no, potrebbe quanto meno dirci dove si era diretto. — Cercò di non decidere quale delle due prospettive lo avrebbe disturbato di più. La memoria dei chiodi che gli passavano sopra la testa gli faceva desiderare la prima ipotesi, nonostante Nicol.