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Mille creature quasi mature, fluttuanti nelle loro cellette, ignare della distanza e dei pericoli che avevano attraversato, e dei rischi ancora a venire… quanto mancava al momento in cui si sarebbero dovuti estrarre dai replicatori? L’immagine di mille neonati strillanti affibbiati a pochi stressati medici militari barrayarani sarebbe quasi riuscita a farlo sorridere, se non fosse stato più propenso a urlare.

Il respiro di Bel, nella cuccetta accanto, era pesante e affaticato.

Velocità. Aveva messo in moto tutti e tutto quel che poteva? Tentò di elencarli nella mente dolorante, perse il filo, riprovò. Da quanto non dormiva? I minuti si trascinavano con lentezza tortuosa. Li immaginava come lumache, centinaia di lumachine con i gusci dipinti con i contrassegni dei clan cetagandani, che passavano in processione, lasciando scie viscose di contaminazione letale… un neonato che gattonava, la piccola Helen Natalia, che gorgogliava e allungava la manina verso una delle graziose, velenose creature, e lui era completamente legato e crivellato di tubi e non poteva far niente per fermarla…

Un segnale del suo comunicatore, grazie a Dio, lo svegliò di soprassalto prima di scoprire dove stesse andando a parare quell’incubo. Però era ancora crivellato di tubi. Che ora era? Stava completamente perdendo il filo. Il suo solito mantra: Avrò tempo di dormire da morto, sembrava appropriato.

Un’immagine si formò sopra la piastra video. — Sigillatrice Greenlaw! Buone o cattive notizie? — Buone. Il suo viso segnato dalle rughe era raggiante di sollievo.

— L’abbiamo trovata — disse. — È stata disinnescata.

Miles esalò un lunghissimo sospiro. — Fantastico. Dove?

— Nell’Auditorium, come ha detto il portomastro. Fissata alla parete nell’alloggiamento di una luce di scena. Sembra effettivamente che sia stata costruita in fretta, ma era comunque diabolicamente astuta. Semplice e astuta. È poco più di un palloncino di plastica sigillato, pieno di una soluzione nutritiva, con una piccola carica, e il suo detonatore elettronico. Il ba l’aveva fissata al muro con del normale nastro adesivo e dipinta con vernice nera opaca. Nessuno l’avrebbe notata in condizioni normali.

— Artigianale, quindi. Fatta sul posto?

— Si direbbe. I componenti elettronici e lo stesso nastro adesivo sono di produzione quad. Corrispondono agli acquisti registrati sulla tessera di credito di Dubauer la sera dopo l’attentato nell’atrio dell’albergo. Tutti i pezzi acquistati sono stati trovati. Sembra che ci fosse solo un ordigno. — Si passò le mani superiori tra i capelli argentati, massaggiandosi stancamente la testa, e serrò gli occhi sottolineati da piccole occhiaie d’ombra.

— Sì… corrisponde a quello che avevo immaginato — disse Miles. — Fino al momento in cui Gupya non è saltato fuori con la sua rivettatrice, il ba evidentemente credeva di averla fatta franca. Soprattutto dopo la morte di Solian. Tutto tranquillo e perfetto. Il suo piano era di attraversare lo Spazio Quad senza lasciare tracce. Prima di quel momento, non avrebbe avuto motivo di costruire una bomba. Ma dopo l’attentato, era in fuga disperata e doveva improvvisare. Una strana preveggenza, però. Non può certo avere progettato di rimanere intrappolato in quel modo sulla Idris.

Greenlaw scosse il capo. — Sicuramente aveva progettato qualcosa. La carica esplosiva aveva due fili collegati al detonatore. Uno per ricevere il segnale del ba, l’altro era un semplice sensore acustico impostato su un livello di decibel abbastanza alto. Quello di un auditorium pieno di applausi, per esempio.

Le mascelle di Miles si serrarono di scatto. — Certo, così avrebbero mascherato il botto dell’esplosivo, mentre l’agente contaminante avrebbe iniettato il massimo numero di persone in una sola volta. — La visione durò solo un attimo, terrificante.

— È quello che anche noi abbiamo pensato. Nello Spazio Quad arriva gente da tutte le altre stazioni per vedere gli spettacoli del Corpo di Ballo Minchenko. Tornando a casa, avrebbero diffuso il contagio per mezzo sistema prima che fosse notato.

— È lo stesso virus? No, non può essere la stessa cosa con cui il ba ha infettato me e Bel.

— Il campione è attualmente in esame. Dovremmo saperlo tra poco.

Quindi il ba aveva preparato la sua biobomba… dopo aver capito che veri agenti cetagandani l’avrebbero inseguito, e si era visto costretto ad abbandonare i replicatori che rappresentavano un’incriminazione definitiva. Ci credo che ha raffazzonato la bomba e l’ha piantata lì in tutta fretta.

Forse era una vendetta contro i quad per tutti i ritardi forzati, che avevano rovinato il suo piano perfetto? Anche secondo Bel, quell’uomo aveva dimostrato di possedere un crudele senso dell’umorismo e un gusto per le strategie alternative. Se il ba non si fosse trovato nei pasticci sull’Idris, avrebbe recuperato l’ordigno, o l’avrebbe semplicemente lasciato dov’era per esplodere comunque? Be’, se nemmeno gli uomini di Miles riuscivano a tirar fuori tutta la storia dal prigioniero, conosceva lui qualcuno che ci sarebbe riuscito, eccome.

— Bene — sospirò. — Ora possiamo andare.

Gli occhi stanchi di Greenlaw si spalancarono. — Cosa?

— Cioè… con il suo permesso, signora Sigillatrice. — Allargò l’angolo di ripresa della telecamera, perché inquadrasse il sinistro scenario medico che lo circondava. Troppo tardi per regolare la tonalità dei colori su un verde più malsano. Ma forse non era necessario. Le labbra di Greenlaw si curvarono in una smorfia di costernazione, a guardarlo.

— L’ammiraglio Vorpatril ha ricevuto un comunicato militare estremamente allarmato dal comando… — Rapidamente Miles collegò l’improvviso aumento di tensione tra Barrayar e Cetaganda con gli eventi della Stazione Graf. Tuttavia evitò di accennare all’uso tattico delle scorte delle flotte commerciali come forze di intervento rapido, anche se dubitava che la Sigillatrice non l’avesse intuito.

— Il mio piano è di riportare il ba, i replicatori, e tutte le prove che riesco a raccogliere dei suoi crimini a Rho Ceta, per offrirle al governo cetagandano e prosciogliere Barrayar da tutte le accuse di collusione che sta causando questa crisi. Il più in fretta possibile. Prima che qualche testa calda, da una parte o dall’altra, faccia qualcosa d’irreparabile. — Miles prese fiato per continuare: — Prima ancora di commettere crimini su Graf, sia il ba che Gupta li hanno commessi negli imperi cetagandano e barrayarano. Ma c’è di peggio: la loro stessa ulteriore permanenza sulla Stazione Graf è pericolosa, perché, le assicuro, i cetagandani infuriati cominceranno a cercarli. Mi pare che abbiate già avuto un’esperienza dei loro metodi per evitare di essere invasi da uno sciame di veri agenti cetagandani. Lasciate a noi i due criminali, e ogni eventuale spedizione punitiva verrà a cercare noi.

— Hm — disse lei. — E la vostra flotta commerciale confiscata? Le vostre multe?

— Servendomi della mia autorità, sono disposto a trasferire la proprietà della Idris alla Stazione Graf, a copertura di tutte le multe e spese. — Prudentemente aggiunse: — Così com’è.

Greenlaw spalancò gli occhi. Indignata, protestò: — La nave è contaminata.

— Sì. Quindi non potremmo portarcela dietro comunque. Ripulirla potrebbe essere un bell’esercizio per l’addestramento del vostro personale anticontaminazione. — Decise di non accennare ai buchi. — Anche con quella spesa, ci guadagnate lo stesso. Purtroppo l’assicurazione dei passeggeri dovrà coprire il valore della parte del carico che non potrà essere recuperata. Ma ho buoni motivi per sperare che la maggior parte non dovrà essere messa in quarantena. E potrete lasciar andare il resto della flotta.