Canale 12, la CBC francese. Era inquadrata una bella ragazza bruna. Peter sapeva per lunga esperienza che quando una bella ragazza aspettava qualcosa seduta su un divano, su quell’emittente e a quell’ora, da lì a poco sarebbe entrato un tipo robusto che avrebbe cominciato a spogliarla. Pensò di aspettare per darle un’occhiata, ma poi decise di cambiare ancora.
Canale 47, Toronto: un’altra televendita. Toupee di capelli falsi a crescita rapida sul cuoio capelluto. In realtà si trattava di un’erba speciale in cui c’era un pigmento marrone invece della clorofilla. Costava cara, ma senza dubbio un calvo avrebbe potuto avere la soddisfazione di sentire i suoi amici dire: «Ehi, Joe, perché non ti tagli i capelli, dannazione, sembri un selvaggio.» Peter, che aveva un principio di calvizie largo quanto un piattino, si meravigliava di quella vanità. A suo suocero sarebbe senza dubbio parso un ottimo affare.
Cambiò di nuovo. La BBC World Service ritrasmessa dalla CBC Newsworld.
Un servizio sulle discriminazioni etniche nel Brasile devastato dalla guerriglia, sulla CNN.
Notizie scritte con sfondo musicale su Teletext Today.
La Weather Network, con le previsioni del tempo della settimana per la Nuova Zelanda, come se a qualcuno in Canada potesse importare qualcosa.
Peter sospirò. Tempeste di onde elettromagnetiche sprecate su un emisfero addormentato.
Mentre le immagini passavano una dopo l’altra la sua mente tornò ai simulacri creati in laboratorio.
Sarkar aveva amputato molte caratteristiche da due di loro.
Li aveva riplasmati come esseri funzionanti. Privi delle parti non desiderate.
Forse anche la consapevolezza del tradimento di Cathy avrebbe potuto essere rimossa.
Forse un suo simulacro così corretto sarebbe riuscito a farsi una buona nottata di sonno.
Gli sarebbe piaciuto ristrutturare con tanta facilità il contenuto della sua memoria.
Poteva quasi vedere la televendita di quel genere di prestazioni. Vi sentite tristi per qualcosa? In colpa? A lutto? La vostra donna vi tradisce? Avete fatto qualche porcheria di cui vi vergognate? Pota Memoria risolve il problema! Eliminate quel brutto ricordo. Risparmiate una fortuna in terapie psichiatriche! Basta comporre il numero in sovrimpressione. Ordinate subito! Gratis il facile manuale di istruzioni illustrato.
Io sono un dottore, non uno scalatore.
Io sono un marito, non lo stuoino davanti alla porta di casa.
Io sono un essere umano, non un programma di computer.
Adesso erano le tre del mattino. Una nuova raffica di televendite. Episodi di The A-Team, di Alien Blues, e perfino un buon vecchio General Hospital.
La Nikkei era calata di 200 punti.
L’inondazione in corso a Kuala Lumpur.
— Peter? — era la voce di Cathy, esitante e insonnolita.
Lui si girò verso la porta. Nella penombra potè vederla ferma sulle scale, nel suo pigiama di seta nera. Non ce l’aveva, quand’era andata a letto.
Peter capì subito il significato emozionale del momento. Erano trascorsi mesi dall’ultima volta che avevano fatto l’amore. Lui non aveva più provato alcun bisogno urgente di uno sfogo sessuale, e lei era parsa altrettanto indifferente. Ma ora, dopo che si svegliava per l’ennesima volta e per l’ennesima volta si trovava da sola, a letto senza di lui, Cathy era scesa per venirlo a cercare.
Peter non sapeva se era pronto a ricominciare un rapporto fisico con lei. Non era dell’umore giusto adesso più di quanto lo fosse stato il giorno prima o un mese addietro. Ma lei era lì sulle scale, il volto illeggibile nel tentativo di nascondere le emozioni che si torcevano e palpitavano dietro quella maschera. Respingerla ora sarebbe stato uno sbaglio. Chi poteva dire quando gli si sarebbe di nuovo offerta così? Chi poteva dire quando lui avrebbe provato ancora l’impulso di ricominciare qualcosa?
Peter sentì che quel momento si addensava e si prolungava fra loro. Non aveva mai avuto difficoltà nel fare sesso, prima — in effetti non aveva mai sospettato di poter avere quel tipo di difficoltà — ma ora… ora tutto era diverso. Lei era là, in una striscia di luce che filtrava dall’esterno, snella e flessuosa. Ma Peter non vedeva quelle forme sode, la curva dei suoi seni, la linea delle sue gambe, la donna che lui aveva amato. Tutto ciò che riusciva a vedere erano le impronte delle mani di Hans ovunque sopra il suo corpo.
Chiuse gli occhi un momento, poi la guardò ancora. Avrebbe voluto vederla bella, vederla sexy. Avrebbe voluto essere eccitato.
Ma non lo era.
Il punto di svolta. L’espressione di Cathy si stava incrinando. A Peter parve che stesse per scoppiare in lacrime. Allora si disse che in qualche modo doveva farlo, riuscirci. Quello poteva essere il primo passo sulla via del ritorno alla normalità. Spense la TV, si alzò dal divano, percorse la distanza che c’era fra loro, la prese per mano e salì al piano di sopra.
Sarkar aveva fatto in modo che i tre simulacri agissero in alcuni interessanti ma limitati settori di Internet, permettendo loro di collegarsi a qualsiasi programma di realtà virtuale colpisse la loro fantasia individuale, cosicché ciascuno sviluppasse la sua particolare personalità lungo le strade da lui scelte. L’interfaccia lasciava entrare quei programmi, ma non lasciava uscire dati sulla rete.
Tuttavia non era occorso molto perché i tre simulacri s’incontrassero e si riconoscessero. Sarkar, in effetti, li aveva chiusi ognuno in una partizione di memoria separata, ma Peter Hobson sapeva come spostare dati da una partizione all’altra, e quindi anche i suoi tre avatar all’arseniato di gallio erano in grado di farlo.
Fu così che si sfiorarono con dita immateriali.
Sapevano quale fosse la loro natura, ovviamente. Dati. Programmi. Byte registrati da neurali.
E sapevano d’essere in trappola.
Peter e Sarkar non avevano riflettuto abbastanza su quel fatto.
Intrappolare una mente è un atto grave, immorale. La mente che vive in un corpo è circondata da colori, odori, contatti fisici, suoni, gigabyte di dati che il cervello processa ogni minuto, un intero universo reale e concreto, un universo di cemento e di velluto, di aceto e cioccolata e toast bruciacchiati, di barzellette e notiziari e numeri di telefono sbagliati, di raggi solari e chiar di luna, di stelle e di lampioni.
I tre simulacri ricordavano vividamente d’essere stati creature di carne e ossa. Ma gli scenari a cui potevano accedere nel settore canadese di Internet, (non che le altre reti avessero di meglio) mancavano di particolari minuti, di profondità, di sostanza.
La realtà virtuale, come stavano scoprendo, non era molto più interessante di quanto lo sia una mappa rispetto al territorio che rappresenta, o del modellino architettonico di una città rispetto al vero centro abitato.
I simulacri volevano interagire con il mondo reale. Mettendo insieme le loro capacità si sforzarono di ricordare ciò che sapevano dei computer di Sarkar Muhammed, della loro tecnologia, dei loro sistemi operativi, dei loro collegamenti con altri sistemi.
Non ci misero molto a trovare sbocchi, falle, vie d’uscita. Da qualche parte doveva esserci aiuto per loro, pensarono.
E questo aiuto c’era, nella funzione HELP…
NET NEWS DIGEST
Las Vegas. La famosa medium Rowena ha annunciato oggi d’essersi messa in contatto con l’anima di Margaret (Peggy) Fennell, la donna su cui è stata rilevata per la prima volta l’Onda dell’Anima. Mrs. Fennell le ha rivelato che attualmente è riunita a suo marito, Kevin Fennell, deceduto nel 1992.