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— Buonasera — disse Sandra. — Lei è Bunny Churchill? — Sì.

Lei mostrò la sua tessera. — Io sono il detective ispettore Alexandria Philo, della Polizia Metropolitana. Vorrei farle alcune domande, se non le spiace.

— Domande su cosa?

— Circa la, uh, morte di suo marito.

— Dio lo accolga — disse Bunny. Poi: — Sì, certamente. Entri.

— Grazie. Ma… prima che me ne dimentichi, posso chiederle quali impronte accetta questo file scanner? — Sandra le indicò la piastra azzurra sulla porta.

— Le mie e quelle di mio marito — disse Bunny.

— Anche altre?

— Quelle delle mie figlie. E di mio genero.

— Cathy Hobson e… — Sandra dovette pensarci un momento, — Peter Hobson, giusto?

— Sì, e l’altra mia figlia, Marissa.

Bunny Churchill la scortò verso il soggiorno.

— Mi spiace doverla disturbare — disse Sandra con un sorriso comprensivo. — Questo è certamente un periodo difficile per lei. Ma ci sono alcune piccole questioni che devo chiarire, così potremo chiudere la pratica di suo marito.

— Credevo che fosse chiusa — si stupì Bunny.

— Non del tutto — disse Sandra. — Il medico legale che ha compilato il certificato di morte non era sicuro al cento per cento della causa del decesso. Ha scritto che probabilmente si è trattato di un aneurisma.

— Così mi è stato detto. — Bunny scosse il capo. — Non è giusto, così giovane. Rod era un uomo robusto.

— Sa dirmi se avesse dei problemi di salute?

— Rod? Oh, niente di serio. Un po’ di artrite alle mani. A volte aveva dei dolori alla gamba sinistra. Oh… sì, naturalmente, aveva avuto un attacco cardiaco tre anni fa. Prendeva delle pillole.

Nulla che potesse riguardare lei, pensò Sandra. Eppure qualcosa la costrinse a domandare: — Ha ancora queste pillole per il cuore?

— Suppongo che siano nell’armadietto dei medicinali, di sopra.

— Non le dispiace mostrarmele? — insistè lei.

Bunny annuì. Salirono insieme al piano superiore e Bunny le aprì l’armadietto delle medicine, nel bagno. Dentro c’era del Tylenol, una confezione di filo interdentale, Listerina, cerotti e pomate alla penicillina, e due boccette con l’etichetta della Shoppers Drug Mart.

— Quali di queste sono le pillole per il cuore? — chiese Sandra, indicandole.

— Tutte e due — rispose Bunny. — Quelle rosse le prendeva dal tempo dell’attacco cardiaco; le altre gli sono state ordinate qualche mese fa.

Sandra prese le boccette. Entrambe avevano sul retro altre etichette stampate dal computer della farmacia. Una conteneva compresse di Cardizone-D, che dal nome sembrava infatti una sostanza per il cuore. L’altra era etichettata Nardil.

Ambedue risultavano prescritte dal Dr. H. Miller. Sulla boccetta di Nardil c’era una striscia arancione fluorescente con su scritto: Attenzione! Questo medicinale ha severe controindicazioni dietetiche.

— A quali cibarie si riferiscono queste controindicazioni? — volle sapere Sandra.

— Oh, Rod aveva una lunga lista di cose che non poteva mangiare. Dovevamo stare molto attenti alla sua dieta.

— Ma il medico legale mi ha detto che la sera in cui è morto aveva ordinato la cena fuori, a un fast food.

— Sì, è così — annuì Bunny. — Lo faceva sempre, ogni mercoledì, quando io rientravo tardi per via del mio corso di lingua francese. Ma ordinava ogni volta le stesse cose, e non aveva mai avuto nessun disturbo.

— Lei sa cosa ordinava?

— Roast-beef, mi sembra.

— Per caso non ha ancora la scatola del cibo che hanno portato?

— L’ho buttata via — disse Bunny. — Probabilmente è sempre nella nostra Blue Box. Il camion della spazzatura non è ancora passato a svuotarla.

— Le dispiace farmi dare un’occhiata? E vorrei portarmi via anche queste pillole, se a lei non servono.

— Uh, sì, certamente.

Sandra si mise le boccette in una tasca del soprabito e seguì la padrona di casa al piano di sotto. L’impianto domestico per il riciclaggio parziale era collegato a un cassonetto, sul retro.

Sandra sollevò il coperchio, cercò di non far caso all’odore e frugò nell’interno con un pezzo di cartone. La scatola non c’era, ma sul fondo trovò una striscia di carta; era una ricevuta della Food Food con l’ordinazione di Roderick Churchill stampata sopra.

— Posso tenere anche questa? — chiese. Bunny Churchill annuì.

Sandra richiuse il coperchio e si mise il foglietto in tasca.

— La ringrazio del suo aiuto, e scusi se l’ho disturbata — disse.

— Senta, ispettore, non posso fare a meno di domandarmi perché lei s’interessi di questo. C’è forse qualcosa che non va?

— No, niente, signora Churchill. Come le ho detto, si tratta solo di dettagli che andavano chiariti.

Capitolo trentaquattresimo

Peter era dovuto andare in volo a Ottawa per una riunione al Ministero della Sanità canadese. L’intera faccenda non era durata più di una ventina di minuti, e avrebbe potuto svolgersi per teleconferenza, ma il ministro era una signora a cui ogni tanto piaceva far sentire il peso del suo potere convocando la gente alla capitale.

Gli apparecchi per monitorare il sonno e quelli che rivelavano la presenza dell’Onda dell’Anima non erano, naturalmente, le sole attività della Hobson Monitoring Ltd. La riunione riguardava un programma ministeriale ancora non reso pubblico, il Progetto Indaco, il cui scopo era fornire le unità sanitarie cittadine di apparecchi capaci di distinguere un fumatore attivo da uno esposto al fumo passivo. Così sarebbe stato possibile contestare al primo il diritto di avere l’assistenza sanitaria gratuita per le malattie polmonari dovute al fumo. Ovviamente, ci sarebbero stati risvolti sindacali e costituzionali da considerare.

Comunque, poiché aveva riguardato solo gli aspetti tecnici del progetto, la riunione era finita poco dopo le 10 e Peter s’era ritrovato con un’imprevista — e indesiderata — giornata da trascorrere in ozio a Ottawa.

La capitale era una tipica città basata sul terziario, piena di impiegati e burocrati anonimi. Non produceva niente salvo montagne di fogli stampati e articoli di legge, oltre alla gran varietà di materiale televisivo necessario perché i contribuenti sapessero dove andavano a finire i loro soldi. Doveva tuttavia esserci qualcosa per gli economisti e i politicanti stranieri in visita… non tutto poteva esser fatto a Toronto. Ottawa poteva vantare molti ottimi musei e gallerie d’arte, teatri di buona levatura e negozi in cui si potevano fare acquisti a prezzi interessanti.

C’era poi il Rideau Canal (che in inverno congelava, consentendo alle segretarie e agli impiegati di attraversare la città sui pattini), e due volte al giorno era possibile assistere allo spettacolo del cambio della guardia su Parliament Hill. Ma Peter aveva già visto ciascuna di queste cose almeno un paio di volte in passato (ovvero un paio di volte di troppo) e quando uscì dalla sala riunioni seppe di avere un problema.

Nell’atrio del Ministero tirò fuori il suo cellulare, ma ricordò che non aveva in memoria i numeri telefonici di Ottawa e chiese alla receptionist di dargli un elenco; lei lo portò in un ufficio vuoto, dicendogli che poteva chiamare da quell’apparecchio. La quantità di uffici che si trovavano in quel palazzo stupiva sempre Peter per una caratteristica: in buona parte erano vuoti.

Nelle anticamere le segretarie e gli impiegati producevano quintali di documenti e di tazze di caffè sporche, ma i deputati che avevano ereditato quelle pattuglie di aiutanti grazie al voto degli elettori erano sempre altrove. In riunione con qualche comitato? Forse.