Sandra sorrise dolcemente. — Quant’è gentile da parte sua offrirsi volontario. Ho giusto con me l’attrezzatura portatile.
Peter sentì irrigidirsi i muscoli dello stomaco. — Dice sul serio?
— Oh, sì. In effetti è il Veriscan Plus… il modello fabbricato dalla sua ditta, non è vero?
Lui strinse gli occhi. — Sì.
— Questo mi garantisce che lei ha piena fiducia nella sua precisione tecnica. Vuole davvero sottoporsi a questo test?
Peter esitò. — Alla presenza del mio avvocato, naturalmente.
— Il suo avvocato? — Sandra sorrise di nuovo. — Lei non è stato accusato di niente.
Peter ci pensò. — E va bene. Se questo servirà per mettere fine ai suoi dubbi, sono d’accordo di sottopormi al test, qui e subito. Ma in assenza del mio legale lei potrà farmi soltanto tre domande: ho ucciso Hans Larsen? Ho ucciso Rod Churchill? Ho pagato qualcuno perché li uccidesse?
— Dovrò farle diverse domande preliminari. È necessario per calibrare l’apparecchio, lei lo sa.
— Va bene — disse Peter. — Presumo che lei abbia una lista standard di domande per la calibrazione. Sono d’accordo di sottopormi al test, a patto di non deviar da questa lista.
— Perfetto. — Sandra aprì la valigetta. Il poligrafo che ne tirò fuori era fornito di un display e di una stampante per il modulo millimetrato.
Peter osservò le sue manovre. — Non dovrebbe essere uno specialista, per operare con questo apparecchio?
— Lei dovrebbe leggere il vostro stesso opuscolo illustrativo, Peter. Qui dentro c’è il chip di un sistema esperto IA. Chiunque potrebbe usarlo per eseguire il test.
Peter grugnì un assenso. Sandra gli fissò piccoli sensori al polso e all’avambraccio destro. Il piccolo schermo s’illuminò, e lei lo girò in modo da poterlo leggere; regolò alcuni interruttori e cominciò con le domande: — Qual è il suo nome?
— Peter Hobson.
— Quanti anni ha?
— Quarantadue.
— Dov’è nato?
— A North Battleford, nel Saskatchewan.
— Ora mi menta. Mi dica ancora dov’è nato.
— In Scozia.
— Ora mi dica la verità. Qual è il nome di battesimo di sua moglie?
— Catherine.
— Ora menta. Qual è il cognome da ragazza di sua moglie?
— Uh…T’Pring.
— Lei ha ucciso Hans Larsen?
Peter la guardò dritto negli occhi. — No.
— Lei ha ucciso Roderick Churchill?
— No.
— Lei ha organizzato la morte di queste due persone?
— No.
— Ha un’idea di chi può averli uccisi?
Peter alzò una mano. — Ci siamo accordati su tre domande sole, ispettore.
— Sì, mi scusi. Ma sicuramente lei non avrà nulla in contrario a darmi un’ultima piccola risposta, no? — Sandra sorrise. — A me non piace sospettarla più di quanto essere sospettato non piaccia a lei. Sarebbe utile a entrambi se io potessi depennarla definitivamente dalla mia lista.
Peter ci pensò. Dannazione. — E va bene — disse lentamente. — Io non conosco nessuna persona che potrebbe averli uccisi.
Sandra alzò lo sguardo. — Mi scusi… suppongo di averla un tantino sconvolta quando ho passato il limite su cui ci eravamo accordati. C’è stata una strana attività nel grafico quando lei ha detto «persona.» Vorrebbe avere la pazienza di sopportarmi ancora un momento, e ripetere la sua ultima risposta?
Peter si staccò il sensore dal braccio e lo gettò sul piano della scrivania. — Le ho già dato più di quel che le avevo promesso — ribatté, con voce tesa. Sapeva che così stava peggiorando la situazione, e lottò per impedire che il panico lo sopraffacesse. Staccò l’altro sensore dal polso. — Ne ho abbastanza di rispondere alle sue domande.
— Mi spiace — disse Sandra. — Scusi per il disturbo.
Peter fece uno sforzo per mostrarsi calmo. — Nessun disturbo — disse. — Spero che lei abbia avuto quello che cercava.
— Oh, sì — annuì Sandra, chiudendo la valigetta. — Penso di sì.
Non occorse molto alla vita artificiale di Spirito per diventare multicellulare: catene di unità distinte, attaccate l’una all’altra in semplici file. Dopo un poco le forme di vita inciamparono sul trucco di rafforzarsi unendosi in doppia fila, con una parete a contatto, ma ciascuna con almeno un lato esposto alla zuppa nutritiva del mare simulato da Spirito. Poi le lunghe catene di cellule cominciarono a ripiegarsi ad U. E alla fine le formazioni ad U si chiusero all’estremità superiore, diventando ovuli oblunghi. A questo punto prese inizio l’ultimo e decisivo cambiamento: la cima e il fondo degli ovuli si aprirono, e il risultato furono dei cilindri con la parete fatta da un doppio strato di cellule. Era il corpo basilare di tutta la vita animale terrestre, con un orefizio per mangiare sul davanti ed uno escretorio sul dietro.
Le generazioni nascevano. Le generazioni mutavano. Le generazioni morivano.
E Spirito continuava a selezionarle.
Capitolo quarantesimo
C’era voluta un po’ di anticamera negli uffici della Procura, ma il 4 dicembre Sandra Philo ottenne il permesso d’intercettazione che aveva domandato e potè far mettere un trasponder sotto il paraurti posteriore della Mercedes di Peter Hobson. L’autorizzazione del giudice valeva per dieci giorni. Il trasponder conteneva il chip di un timer che gli avrebbe consentito di funzionare soltanto per il periodo richiesto, e non un secondo di più. I dieci giorni erano adesso in corso, e Sandra stava analizzando i dati ricavati dalle triangolazioni della trasmittente, registrati da un computer.
Peter Hobson andava avanti e indietro due volte al giorno fra casa e ufficio, e la sera frequentava parecchi ristoranti, compreso quello di Sonny Gotlieb, un locale che anche a Sandra piaceva. Ogni tanto passava dal North York General Hospital (niente di strano: faceva parte del consiglio di amministrazione) e si fermava in centro per fare acquisti. Ma c’era un indirizzo che continuava ad apparire con regolarità nelle registrazioni: il n° 88 di Connie Crescent, a Concord. Si trattava di un grosso stabile per uffici che ospitava quattro diverse ditte. Poiché era compreso nell’autorizzazione avuta dal giudice, Sandra riscontrò su quell’indirizzo le registrazioni dei numeri telefonici composti da Hobson, sia a casa che in ufficio. In quei giorni aveva chiamato spesso la Mirror Image Ltd., una delle società con sede al n° 88 di Connie Crescent.
Sandra chiese accesso alla InfoGlobe e ottenne intere schermate di dati su quella compagnia. La Mirror Image Ltd. era stata fondata nel 2001 da Sarkar Muhammed, un nome molto noto nel settore dei sistemi esperti e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Aveva continui rapporti di lavoro col governo dell’Ontario, e contratti remunerativi con ditte che il Financial Post elencava fra le 100 più importanti della nazione.
Sandra ripensò al test con la macchina della verità a cui Hobson si era sottoposto. «Io non conosco nessuna persona che potrebbe averli uccisi» era stata la sua risposta. E il grafico aveva rivelato segni di nervosismo mentre pronunciava la parola «persona.»
Ma da qualche tempo frequentava con assiduità un laboratorio dove lavoravano sull’intelligenza artificiale.
Era un sospetto quasi troppo assurdo. Era inverosimile.
E tuttavia Peter Hobson non aveva compiuto né commissionato quei delitti. Questo era il referto della macchina della verità.
Era il genere di cosa per cui la stampa più nazionalista continuava a richiedere nuove leggi, affermando che sarebbe accaduta.
Forse ora, alla fine, esisteva un precedente. Forse.
Proprio lì.
Sandra si appoggiò allo schienale della sedia e cercò di assorbire la realtà di quell’idea.