Dunworthy impiegò un momento a riconoscerlo, perché anche se Colin gli aveva detto che aveva avuto una ricaduta, non avrebbe mai immaginato di vederlo ridotto così: adesso sembrava un vecchio, con il volto bruno segnato da bianche linee di tensione intorno agli occhi e ai lati della bocca, e con i capelli che si erano fatti completamente bianchi.
— Badri — chiamò.
— Signor Dunworthy — salutò lui, girandosi.
— Non sapevo che fossi in questa corsia — osservò Dunworthy.
— Mi ci hanno trasferito dopo… — Il tecnico s'interruppe, poi aggiunse: — Avevo sentito dire che stava meglio.
— Sì.
Non riesco a sopportare questo vacuo scambio di frasi fatte, pensò Dunworthy. Come ti senti? Meglio, grazie, e tu? Molto meglio. È naturale che ci sia la depressione, è soltanto un comune sintomo postvirale.
Badri girò di nuovo la sedia in modo da guardare la finestra solcata di pioggia, e Dunworthy si domandò se neppure lui riuscisse a sopportare quel dialogo fasullo.
— Ho commesso un errore nelle coordinate quando le ho reinserite — affermò Badri, con lo sguardo fisso sulla pioggia. — Ho inserito i dati sbagliati.
Dunworthy sapeva che avrebbe dovuto rispondergli che era già malato, che aveva la febbre. Avrebbe dovuto dire che la confusione mentale era uno dei sintomi iniziali, che non era stata colpa sua.
— Non mi ero reso conto di essere malato — continuò Badri, tormentando la vestaglia come aveva tormentato le coltri durante il delirio. — Avevo avuto l'emicrania per tutta la mattina ma avevo attribuito la cosa all'aver lavorato troppo alla rete. Invece avrei dovuto rendermi conto che qualcosa non andava e annullare la transizione.
E io avrei dovuto rifiutare di assistere Kivrin negli studi, avrei dovuto insistere perché Gilchrist effettuasse dei controlli dei parametri, avrei dovuto obbligarlo a riaprire la rete non appena hai detto che c'era qualcosa che non andava.
— Avrei dovuto aprire la rete il giorno in cui lei si è ammalato e non aspettare la data del recupero — aggiunse Badri, tormentando la cintura di stoffa fra le dita. — Avrei dovuto aprirla subito.
Automaticamente, Dunworthy scoccò un'occhiata alla parete sovrastante il letto di Badri, ma su di essa non c'erano schermi e lui non aveva indosso neppure un bracciale per il controllo della temperatura, quindi si chiese se fosse possibile che Badri non sapesse che Gilchrist aveva disattivato la rete, se nella loro preoccupazione per la sua salute gli avessero tenuto nascoste le cose come avevano fatto con lui in merito alla morte di Mary.
— Hanno rifiutato di dimettermi dall'ospedale, ma avrei dovuto obbligarli a farlo — insistette Badri.
Dovrò dirglielo io, pensò Dunworthy, ma non lo fece e rimase lì in silenzio a guardare Badri torturare la cintura e a sentirsi addolorato per lui.
— La Signora Montoya mi ha detto delle probabilità calcolate dalla Sezione Statistiche — affermò quindi Badri. — Lei pensa che Kivrin sia morta?
Lo spero, si disse Dunworthy. Spero che sia morta a causa del virus prima di rendersi conto di dove si trovava e del fatto che l'avevamo abbandonata.
— Non è stata colpa tua — mormorò.
— Ho tardato di due soli giorni nell'aprire la rete. Ero certo che l'avrei trovata lì ad aspettare. Ho tardato di due giorni appena.
— Cosa? — esclamò Dunworthy.
— Ho cercato di ottenere il permesso di lasciare l'ospedale il sei, ma mi hanno trattenuto fino all'otto. Ho aperto la rete più in fretta che potevo, ma lei non c'era.
— Di cosa stai parlando? — chiese Dunworthy. — Come hai potuto aprire la rete? Gilchrist l'ha disattivata.
— Abbiamo usato il backup — spiegò Badri, sollevando lo sguardo su di lui.
— Quale backup?
— Quello dei calcoli che avevo effettuato sulla rete — spiegò Badri, che appariva sconcertato. — Lei era così preoccupato per il modo in cui la Sezione Medievale stava gestendo quella transizione che ho deciso che era meglio creare un backup, nel caso che qualcosa fosse andato storto. Ero venuto a Balliol per chiedere il suo parere al riguardo, martedì pomeriggio, ma lei non c'era e le ho lasciato un biglietto in cui dicevo che avevo bisogno di parlarle.
— Un biglietto — ripeté Dunworthy.
— Il laboratorio era aperto ed ho effettuato un salvataggio di sicurezza dei dati attraverso la rete di Balliol — precisò Badri. — Lei era così preoccupato.
Dunworthy sentì le forze che lo abbandonavano improvvisamente e si sedette sul letto.
— Ho cercato di dirglielo — continuò Badri, — ma ero troppo malato per riuscire a farmi capire.
C'era sempre stato un backup. Lui aveva sprecato giorni su giorni cercando di costringere Gilchrist ad aprire il laboratorio, a cercare Basingame, ad aspettare che Polly Wilson escogitasse un modo per insinuarsi nel computer dell'università, e c'era sempre stato un backup nella rete di Balliol.
— Così preoccupato — aveva detto Badri, mentre delirava. — Il laboratorio è aperto? Backup. — Aveva detto backup.
— Può riaprire la rete?
— Certamente, ma anche se non ha contratto la peste…
— Non l'ha contratta — interruppe Dunworthy. — È stata immunizzata.
— … non sarà comunque ancora là. Sono passati otto giorni dalla data fissata per il recupero, ed è impossibile che abbia aspettato così a lungo.
— Può passare qualcun altro attraverso la rete?
— Qualcun altro? — ripeté Badri, con espressione vacua.
— Per andare a cercarla. Qualcun altro potrebbe usare gli stessi parametri di transizione?
— Non lo so.
— Quanto ci vorrà per preparare tutto per un tentativo?
— Due ore al massimo. Le coordinate locazionali e temporali sono già inserite, ma non so quanto slittamento ci potrà essere.
La porta della corsia si spalancò e Colin fece irruzione.
— Eccola qui! — esclamò. — L'infermiera mi ha detto che era andato a fare due passi, ma non riuscivo a trovarla e ho temuto che si fosse perso.
— No — replicò Dunworthy, senza distogliere lo sguardo da Badri.
— L'infermiera ha detto che devo riportarla indietro — aggiunse Colin, prendendo Dunworthy per un braccio e aiutandolo ad alzarsi, — e che non deve esagerare.
Lo accompagnò verso la porta, ma Dunworthy si fermò sulla soglia.
— Di quale laboratorio ti sei servito quando hai aperto la rete, l'otto? — domandò.
— Di quello di Balliol — rispose il tecnico. — Avevo paura che parte della memoria permanente fosse stata cancellata quando l'impianto di Brasenose è stato disattivato, e non c'era il tempo per una routine di valutazione dei danni.
— L'infermiera decrepita entrerà in servizio fra mezz'ora — avvertì Colin, tenendo aperta la porta. — Non vorrà certo farsi sorprendere alzato da lei, vero? Mi dispiace di non essere potuto tornare prima a trovarla — continuò, lasciando che il battente si richiudesse, — ma ho dovuto portare a Godstow le tabelle per l'immunizzazione.
Dunworthy si appoggiò contro la porta. Poteva esserci uno slittamento eccessivo, il tecnico era su una sedia a rotelle e lui non era certo di riuscire a tornare camminando fino all'estremità del corridoio e tanto meno nella sua stanza. Così preoccupato. Lui aveva creduto che Badri avesse inteso dire «lei era così preoccupato che ho reinserito le coordinate», mentre quello che lui voleva dire era che aveva creato un backup. Un backup.
— Si sente bene? — chiese Colin. — Non sta avendo una ricaduta o qualcosa del genere, vero?
— No — garantì lui.
— Ha chiesto al Signor Chaudhuri se poteva rielaborare i dati?
— No, perché esiste un backup.
— Un backup? — ripeté Colin, in tono eccitato. — Vuole dire un altro set di dati?
— Sì.