— Questo significa che può salvarla?
Dunworthy si fermò e si appoggiò alla barella vuota.
— Non lo so.
— L'aiuterò io — si offrì Colin. — Cosa vuole che faccia? Sono pronto a fare qualsiasi cosa lei voglia: posso svolgere commissioni e procurarle oggetti. Dovrà soltanto dare ordini.
— Potrebbe non funzionare — obiettò Dunworthy. — Lo slittamento…
— Ma ha intenzione di tentare, vero? Vero?
Una morsa gli si serrava intorno al petto ad ogni passo, e Badri aveva già avuto una ricaduta, e se anche fossero riusciti ad aprirla la rete avrebbe potuto rifiutare di farlo passare.
— Sì — confermò. — Ho intenzione di tentare.
— Apocalittico! — esclamò Colin.
Lady Imeyne, madre di Guillaume D'Iverie.
Rosemund se ne sta andando. Non riesco più a sentirle il battito e la sua pelle appare giallastra e cerea, il che so non essere un buon segno. Agnes sta lottando con vigore contro il male. Non ha bubboni e non vomita sangue, il che credo sia un buon segno. Eliwys ha dovuto tagliarle i capelli, perché lei continuava a tirarseli urlando che io venissi a intrecciarglieli.
Roche ha dato l'estrema unzione a Rosemund, che naturalmente non è stata in grado di confessarsi. Agnes sembra stare un po' meglio anche se poco fa ha perso sangue dal naso. Ha chiesto la sua campanella.
Bastarda! Non ti permetterò di prenderla, è soltanto una bambina. Ma è questa la tua specialità, vero? Massacrare gli innocenti. Hai già ucciso il neonato del castaldo e il cucciolo di Agnes e il ragazzo che è andato in cerca di aiuto quando mi sono fermata nella sua capanna, e questo deve bastare. Non ti permetterò di ucciderla, maledetta! Non te lo permetterò!
31
Agnes morì il giorno dopo Capodanno, continuando a urlare che Kivrin venisse da lei.
— È qui — cercò di rassicurarla Eliwys, stringendole la mano. — Lady Katherine è qui.
— Invece non c'è — gemette Agnes, con voce rauca ma ancora forte. — Dille di venire.
— Lo farò — promise Eliwys, poi sollevò lo sguardo su Kivrin con espressione vagamente perplessa e aggiunse: — Va' a chiamare Padre Roche.
— Cosa c'è? — domandò Kivrin. Il prete aveva infatti impartito gli ultimi riti alla bambina quella prima notte, mentre lei si agitava e scalciava come se avesse avuto una crisi epilettica, e da allora Agnes aveva rifiutato di lasciare che lui le si avvicinasse. — Stai male, signora?
Eliwys scosse il capo, continuando a fissare Kivrin.
— Cosa dirò a mio marito, quando arriverà? — mormorò, adagiando la mano di Agnes sulle coltri, e soltanto allora Kivrin si rese conto che la bambina era morta.
Lavò il suo piccolo corpo, che era quasi interamente coperto di lividi fra il porpora e l'azzurro… la mano che Eliwys le aveva tenuto stretta era completamente nera e si aveva l'impressione che la bambina fosse stata picchiata.
E lo è stata, pensò Kivrin. È stata picchiata e torturata e assassinata. La strage degli innocenti.
La sopravveste e la camicia di Agnes erano ridotte a una rigida massa di sangue e di vomito e la camicia di Kivrin era da tempo stata ridotta in strisce, quindi lei avvolse il corpo della bambina nel proprio mantello bianco e poi Roche e il castaldo pensarono a seppellirla.
Eliwys non venne a vedere.
— Devo restare con Rosemund — disse, quando Kivrin l'avvertì che era ora. Peraltro non c'era nulla che Eliwys potesse fare per Rosemund… la ragazza giaceva ancora inerte come se fosse stata soggetta a un incantesimo, tanto che Kivrin cominciava a supporre che la febbre dovesse averle danneggiato il cervello. — E poi Gawyn potrebbe arrivare — aggiunse Eliwys.
Il freddo era molto intenso, tanto che Roche e il castaldo esalarono ad ogni respiro grandi nuvole di vapore mentre calavano Agnes nella tomba, e la vista del loro respiro bianco ebbe l'effetto di infuriare Kivrin.
Lei non pesa nulla, pensò con amarezza. Potreste addirittura trasportarla con una sola mano.
Anche la vista di tutte quelle tombe destava la sua ira. Il cortile era pieno, e così anche quasi tutta la parte di piazza che Roche aveva consacrato. La tomba di Lady Imeyne era quasi sul sentiero che portava al cancello e il neonato del castoldo non aveva una sua tomba… Padre Roche aveva permesso che venisse sepolto ai piedi della madre anche se non era stato ancora battezzato… e nonostante questo il cortile era pieno.
Che ne farete del figlio minore del castaldo? si chiese con rabbia. E del segretario? Si suppone che la Morte Nera abbia ucciso da un terzo a metà della popolazione europea… non tutta quanta.
— Requiescat in pace. Amen — terminò Padre Roche, poi lui e il castaldo cominciarono a rovesciare palate di terra sul fagotto in fondo alla fossa.
Aveva ragione, Signor Dunworthy, pensò Kivrin, con rabbia crescente. Il bianco finisce per sporcarsi. Lei ha ragione su tutto, vero? Mi aveva detto di non venire, che sarebbero successe cose terribili. Ebbene, sono successe, e lei non vede l'ora di pronunciare il fatidico «te l'avevo detto». Però non avrà questa soddisfazione, perché non so dove si trovi il sito e la sola persona che lo sa è probabilmente morta.
Non attese che il castaldo finisse di coprire Agnes di terra o che Padre Roche portasse a termine la sua amichevole chiacchierata con Dio e s'incamminò attraverso la piazza sentendosi furente con tutti: con il castaldo che se ne stava là armato della sua pala e impaziente di scavare altre tombe, con Eliwys perché non era venuta al funerale e con Gawyn perché non era arrivato.
Non arriverà nessuno, pensò. Nessuno.
— Katherine — chiamò Roche.
Lei si girò e lui la raggiunse quasi correndo, con l'alito che gli creava intorno un alone bianco.
— Cosa c'è? — domandò Kivrin.
— Non dobbiamo rinunciare alla speranza — dichiarò il prete, fissandola con espressione solenne.
— Perché no? — esplose lei. — L'ottantacinque per cento degli abitanti è morto e non siamo neppure all'inizio. Il segretario sta morendo, Rosemund sta morendo e siete stati tutti esposti al contagio. Perché non dovrei rinunciare alla speranza?
— Dio non ci ha abbandonati del tutto — replicò lui. — Agnes è al sicuro fra le sue braccia.
Al sicuro, pensò amaramente Kivrin. Nel terreno. Al buio. Al freddo. Si nascose il volto fra le mani.
— Lei è in cielo, dove la peste non può raggiungerla, e l'amore di Dio è sempre con noi — affermò Roche, — e nulla ci può separare da esso, né la morte, né la vita, né gli angeli, né cose presenti…
— Né cose a venire — aggiunse Kivrin.
— Né altezze, né profondità, né altre creature — concluse lui, posandole una mano sulla spalla con gentilezza, come se la stesse benedicendo. — È stato il Suo amore che ti ha mandata ad aiutarci.
Kivrin sollevò la mano a coprire quella del prete e la strinse con forza.
— Ci dobbiamo aiutare a vicenda — replicò.
Rimasero fermi in quel modo per un lungo minuto, poi Roche si riscosse.
— Devo andare a suonare la campana per Agnes, perché la sua anima possa passare sicura — disse.
— E io andrò a controllare le condizioni di Rosemund e degli altri — annuì Kivrin, ritraendo la mano e rientrando nel cortile.
Eliwys aveva detto che voleva stare con Rosemund, ma quando tornò nel maniero Kivrin scoprì che si era raggomitolata sul pagliericcio di Agnes, avvolta nel proprio mantello, e stava sorvegliando la porta.
— Forse il suo cavallo è stato rubato da coloro che fuggivano la pestilenza ed è per questo che tarda tanto ad arrivare — disse.
— Agnes è sepolta — ribatté Kivrin, in tono freddo, e andò a controllare le condizioni di Rosemund.