— Mi legga Luca, capitolo 11 versetto 9 — la prevenne Dunworthy.
— «Ed io vi dico, chiedete e vi sarà dato» — lesse la Signora Gaddson, scrutandolo con aria sospettosa. — «Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.»
La Signora Taylor venne da lui quando l'orario delle visite era quasi scaduto, portando con sé un metro da sarto.
— Colin mi ha mandata a prenderle le misure — spiegò, — perché quella vecchia megera qui fuori non gli permette di salire a questo piano. Ho dovuto dirle che andavo a trovare la Signora Piantini — aggiunse, passandogli il metro intorno alla vita. — Ora tenga il braccio teso — aggiunse, tendendo il nastro lungo il suo braccio. — La Signora Piantini si sente molto meglio e potrebbe perfino riuscire a suonare insieme a noi «Quando Infine Viene il Mio Salvatore» di Rimbaud, il giorno quindici. Sa, teniamo il concerto per la Santa Chiesa Riformata, ma dato che l'SSN ha requisito la loro chiesa il Signor Finch ci ha gentilmente permesso di usare la cappella di Balliol. Che numero di scarpe porta?
La Signora Taylor annotò le diverse misure, poi gli disse che Colin sarebbe probabilmente venuto il giorno successivo e di non preoccuparsi perché la rete era quasi pronta, e uscì… presumibilmente per andare a trovare la Signora Piantini. Pochi minuti più tardi tornò indietro per consegnargli un messaggio da parte di Badri.
«Signor Dunworthy, ho eseguito ventiquattro controlli di parametri» diceva il biglietto. «Tutti e ventiquattro indicano uno slittamento minimo, in undici di meno di un'ora, in cinque addirittura inferiore ai cinque minuti. Adesso sto effettuando controlli di divergenza e DAR per scoprire da cosa dipende.»
Io so da cosa dipende, pensò Dunworthy. Dalla Morte Nera. La funzione dello slittamento era quella di prevenire interazioni che potevano influenzare la storia. Uno slittamento di cinque minuti significava che non c'erano anacronismi o incontri critici che il continuum doveva impedire si verificassero. Significava che il sito della transizione si trovava in un'area disabitata. Significava che la peste era passata di là e che la gente dell'epoca era tutta morta.
Il mattino successivo Colin non si fece vedere e dopo pranzo Dunworthy raggiunse di nuovo il telefono pubblico per chiamare Finch.
— Non sono riuscito a trovare un dottore disposto a occuparsi di nuovi casi — disse questi. — Ho telefonato a ogni medico all'interno del perimetro, ma molti di essi sono ancora a letto con l'influenza e molti altri…
S'interruppe, ma Dunworthy sapeva benissimo cosa aveva inteso dire. Molti altri erano morti, incluso l'unico che certamente li avrebbe aiutati, vaccinando lui e dimettendo Badri.
— La prozia Mary non si sarebbe arresa — aveva detto Colin.
Lei non si sarebbe arresa, pensò Dunworthy, nonostante la capoinfermiera e la Signora Gaddson e una morsa di dolore al petto. Se fosse stata qui lei mi avrebbe aiutato in ogni modo possibile.
Al ritorno nella sua stanza scoprì che la caposala aveva affisso sulla sua porta un grande cartello plastificato su cui c'era scritto «Non Sono Assolutamente Ammesse Visite». Lei però non era alla scrivania nel corridoio e neppure nella sua stanza, dove invece c'era Colin che aveva con sé un grosso pacco umido.
— La caposala è in corsia — spiegò Colin, con un sogghigno. — La Signora Piantini ha deciso di svenire proprio al momento giusto e lei è dovuta andare a controllare le sue condizioni… è stata davvero molto brava — aggiunse, mentre armeggiava con la corda del pacco. — L'infermiera ha appena cominciato il suo turno ma non si deve preoccupare neppure di lei, perché è nel guardaroba con William Gaddson — spiegò, aprendo il pacco che era pieno di vestiti: un lungo giustacuore nero, calzoni dello stesso colore… nessuno dei due capi neppure remotamente medievali… e una calzamaglia nera da donna.
— Dove ti sei procurato questa roba? — chiese Dunworthy. — Hai saccheggiato i costumi per l'Amleto?
— Per il Riccardo III — replicò Colin. — Keble lo ha messo in scena durante l'ultimo trimestre. Ho tolto la gobba.
— C'è anche un mantello? — domandò Dunworthy, frugando fra i capi di vestiario. — Dì a Finch di trovarmi un mantello, uno lungo che copra tutto.
— Lo farò — annuì distrattamente Colin, che stava armeggiando con la chiusura della sua giacca verde. Infine essa si spalancò e il ragazzo se la sfilò chiedendo: — Allora? Che gliene pare?
Lui aveva fatto un lavoro decisamente migliore rispetto a Finch. Gli stivali erano sbagliati… sembravano un paio di Wellington da giardiniere… ma la casacca di tela marrone e gli informi calzoni fra il marrone e il grigio sembravano quelli indossati da un servo della gleba in un'illustrazione del suo libro.
— I calzoni si chiudono con una striscia adesiva — spiegò Colin, — ma la casacca impedisce che si noti. — Ho copiato ogni cosa dal libro. Si suppone che io sia il suo scudiero.
— Colin — disse Dunworthy, rendendosi conto che avrebbe dovuto prevedere una cosa del genere. — Non puoi venire con me.
— Perché no? — ritorse Colin. — Posso aiutarla a trovarla. Sono bravo a trovare le cose.
— È impossibile. Il…
— Oh, adesso sta per dirmi quanto sia pericoloso il medioevo, vero? Ebbene, è piuttosto pericoloso anche qui, giusto? Cosa mi dice della prozia Mary? Sarebbe stata più al sicuro nel medioevo, non crede? Ho fatto un sacco di cose pericolose, ho consegnato medicinali alla gente e ho applicato cartelli nelle corsie. Mentre era malato ho fatto un mucchio di cose pericolose che lei ignora…
— Colin…
— Lei è troppo vecchio per andare da solo, e la prozia Mary mi ha incaricato di avere cura di lei. Cosa farebbe se dovesse avere una ricaduta?
— Colin…
— A mia madre non importa se vengo con lei.
— Ma a me sì. Non posso portarti con me.
— Quindi me ne dovrò restare qui seduto ad aspettare — commentò il ragazzo, con amarezza, — e nessuno mi dirà niente e non saprò neppure se lei è vivo o morto. Non è giusto — concluse, raccogliendo la giacca.
— Lo so.
— Posso almeno venire al laboratorio?
— Sì.
— Penso ancora che dovrebbe permettermi di accompagnarla — insistette lui, piegando la calzamaglia. — Devo lasciare qui il suo costume?
— Meglio di no. La caposala potrebbe confiscarlo.
— Cosa significa tutto questo, Signor Dunworthy? — domandò la Signora Gaddson.
Sia Colin che Dunworthy sussultarono, mentre lei entrava nella stanza armata di Bibbia.
— Colin sta raccogliendo vestiario per gli ospiti forzati — spiegò poi Dunworthy, aiutando il ragazzo ad arrotolare gli indumenti in un fagotto.
— Passare abiti da una persona all'altra è un modo eccellente per diffondere un'infezione — osservò la Signora Gaddson.
Colin afferrò il fagotto e sgattaiolò fuori.
— E permettere a un bambino di venire qui e di correre il rischio di contrarre qualcosa è da incoscienti! La scorsa notte Colin si è offerto di accompagnarmi dall'Infermeria a casa, ma ho risposto che non volevo che rischiasse la sua salute per me.
'È pura negligenza permettere a quel ragazzo di farle visita — persistette, sedendo accanto al letto e aprendo la Bibbia. — Però suppongo che sia soltanto quello che mi devo aspettare sulla base del modo in cui gestisce il suo college. Il Signor Finch è diventato un vero tiranno in sua assenza… ieri mi ha addirittura inveito contro quando ho chiesto un altro rotolo di carta…
— Voglio vedere William — la interruppe Dunworthy.
— Qui? — esplose lei. — All'ospedale? Non intendo permetterlo — scandì, chiudendo la Bibbia con un gesto secco. — Ci sono ancora moltissimi casi infetti e il povero Willy…