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— Sì — rispose Dunworthy, lucidandosi gli occhiali con la sciarpa, poi si agganciò le aste di metallo intorno agli orecchi e si avvicinò al sottile divisorio di vetro per dare un'occhiata alla rete: il centro del laboratorio era dominato da un carro fracassato e circondato da bauli e da casse di legno rovesciati, il tutto avviluppato dagli schermi protettivi della rete che erano drappeggiati tutt'intorno come un paracadute di garza.

L'insegnante di Kivrin, Latimer, che appariva ancora più vecchio e infermo del solito, era fermo accanto ad uno dei bauli e Montoya era in piedi vicino alla consolle, vestita con un paio di jeans e un giubbotto paramilitare, con lo sguardo che slittava di continuo con impazienza verso il suo cronometro digitale da polso. Badri era seduto davanti alla consolle, intento a digitare qualcosa mentre fissava con espressione accigliata le immagini fornite dagli schermi.

— Dov'è Kivrin? — domandò infine Dunworthy.

— Non l'ho ancora vista — rispose Mary. — Vieni a sederti. La transizione è fissata soltanto per mezzogiorno e dubito fortemente che riusciranno a effettuarla anche per allora, soprattutto se Gilchrist terrà un altro discorso.

Nel parlare la donna drappeggiò il proprio cappotto sullo schienale della sedia da lei occupata e sistemò la borsa della spesa per terra accanto ai propri piedi.

— Spero proprio che questa faccenda non si protragga per tutta la giornata — proseguì, frugando nella borsa, — perché alle tre devo andare a prendere il mio pronipote Colin alla stazione della metropolitana. Mia nipote Deirdre andrà a trascorrere le vacanze nel Kent e mi ha chiesto di prendermi cura di lui. Spero che non continui a piovere per tutto il tempo che trascorrerà qui — aggiunse, senza smettere di frugare. — Ha dodici anni ed è un ragazzo simpatico e molto intelligente, anche se ha un modo di esprimersi davvero deplorevole. Per lui tutto è necrotico o apocalittico. E poi Deirdre gli permette di mangiare decisamente troppi dolci.

Finalmente i suoi sforzi furono premiati e lei estrasse dalla borsa una stretta scatola a strisce rosse e verdi.

— Gli ho preso questa per Natale — spiegò. — Speravo di riuscire a concludere le spese natalizie prima di venire qui ma stava diluviando e inoltre riesco a tollerare quella spaventosa musica di carillon digitalizzata che imperversa sull'High Street soltanto per brevi intervalli. — Mentre parlava aprì la scatola e piegò all'indietro la carta interna. — Non ho idea di cosa portino oggigiorno i ragazzi di dodici anni, ma le sciarpe non hanno epoca, non credi, James? James?

— Cosa? — fece Dunworthy, girandosi e distogliendo lo sguardo preoccupato dagli schermi.

— Ho detto che le sciarpe sono sempre un regalo di Natale appropriato per un ragazzo, non credi?

Dunworthy guardò la sciarpa che lei stava tenendo sollevata perché potesse ammirarla: era di stoffa di lana scozzese grigio scuro, e lui sarebbe morto piuttosto che portare una roba del genere quando era ragazzo… e lo era stato una cinquantina di anni prima.

— Sì — rispose, e tornò a voltarsi verso il vetro sottile.

— Cosa c'è James? Qualcosa non va?

Oltre la partizione Latimer aveva raccolto un piccolo scrigno di legno e ottone e adesso si stava guardando intorno con aria vaga, come se non sapesse cosa farne. Accanto a lui, Montoya scoccò un'altra occhiata impaziente al cronometro.

— Dov'è Gilchrist? — domandò Dunworthy.

— È sparito là dietro — spiegò Mary, indicando una porta oltre il lato opposto della rete. — Ha tenuto un'orazione sul posto che spetta alla Sezione Medievale nell'ambito della storia, ha parlato con Kivrin per un po', quindi il tecnico ha eseguito qualche test e infine Gilchrist e Kivrin sono scomparsi dietro quella porta. Suppongo che sia ancora là con lei, per aiutarla a prepararsi.

— Per aiutarla a prepararsi — borbottò Dunworthy.

— James, vieni a sederti e dimmi cosa c'è che non va — insistette Mary, riponendo la sciarpa nella sua scatola e infilando di nuovo il tutto nella borsa. — E poi, dove sei stato? Mi aspettavo di trovarti qui, quando sono arrivata. Dopo tutto, Kivrin è la tua allieva preferita.

— Stavo cercando di contattare il Preside della Facoltà di Storia — spiegò Dunworthy, senza distogliere lo sguardo dagli schermi.

— Basingame? Credevo che fosse andato da qualche parte a trascorrere le vacanze di Natale.

— Infatti, e Gilchrist ha manovrato in modo da essere nominato suo Sostituto, per poter far aprire il Medioevo ai viaggi nel tempo. Ha annullato il livello di pericolosità dieci che copriva tutto il periodo ed ha assegnato un livello diverso a ciascun secolo. Sai quale livello ha assegnato al 1300? Sei. Sei! Se fosse stato qui, Basingame non lo avrebbe mai permesso, ma non si riesce a trovarlo da nessuna parte — concluse; poi, fissando Mary con aria speranzosa, aggiunse: — Non è che tu sai dove si trova, vero?

— No — rispose lei. — Credo che sia in Scozia, da qualche parte.

— Da qualche parte in Scozia — ripeté Dunworthy, in tono amaro. — E nel frattempo Gilchrist sta mandando Kivrin in un secolo che è senza ombra di dubbio un livello dieci, un secolo in cui esistevano la scrofola e la peste, e in cui Giovanna d'Arco è stata bruciata sul rogo.

Il suo sguardo si spostò su Badri, che stava ora parlando nell'auricolare della consolle.

— Hai detto che Badri ha effettuato alcuni test. Di cosa si è trattato? Un controllo delle coordinate? Una proiezione di campo?

— Non lo so — ammise Mary, accennando con un gesto vago alle matrici in costante cambiamento e alle colonne di cifre. — Io sono soltanto un dottore, non un tecnico della rete. Mi è però sembrato di riconoscere il tecnico… lui viene da Balliol, vero?

— È il tecnico migliore di cui Balliol dispone — annuì Dunworthy, osservando Badri che stava premendo i tasti della consolle uno alla volta, con lo sguardo fisso sui dati che mutavano senza posa. — Tutti i tecnici del New College erano in vacanza e Gilchrist aveva intenzione di usare un apprendista del primo anno che non aveva mai effettuato una transizione umana! Un apprendista del primo anno! Io sono riuscito a convincerlo a servirsi invece di Badri. Se non posso impedire questa transizione, posso almeno provvedere perché sia eseguita da un tecnico competente.

Dopo aver fissato lo schermo con espressione accigliata, Badri si tolse di tasca un misuratore e si diresse verso il carro.

— Badri! — chiamò Dunworthy.

Il tecnico non mostrò però di aver sentito mentre descriveva il perimetro dell'area contenente scatole e bauli con lo sguardo fisso sul misuratore, spostando infine una delle scatole verso sinistra in maniera infinitesimale.

— Non ti può sentire — ricordò Mary a Dunworthy.

— Badri! — gridò di nuovo questi. — Ti devo parlare.

— Non ti può sentire, James — ripeté Mary, alzandosi in piedi. — Il divisorio è a prova di suono.

Badri disse qualcosa a Latimer, che aveva ancora in mano lo scrigno, e quando Latimer si limitò a fissarlo con espressione sconcertata gli tolse di mano l'oggetto e lo posò su un segno tracciato per terra con il gesso.

Dunworthy si guardò intorno alla ricerca di un microfono, ma non riuscì a trovarne uno.

— Come hai fatto a sentire il discorsi di Gilchrist? — chiese allora a Mary.

— Gilchrist ha premuto un pulsante, laggiù — spiegò la donna, indicando un pannello murale adiacente alla rete.

Intanto Badri si era rimesso a sedere alla consolle e stava parlando nel microfono: in risposta ai suoi comandi gli schermi della rete cominciarono ad abbassarsi, per poi tornare a sollevarsi ad una parola da parte di Badri.

— Gli avevo raccomandato di controllare tutto, la rete, i calcoli dell'apprendista… tutto — spiegò Dunworthy, — e di bloccare immediatamente la transizione se avesse trovato qualche errore, senza badare a quello che Gilchrist poteva avere da dire in merito.