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Proprio allora un campanellino tintinnò nell’ufficio interno di Lombroso che dava su un corto corridoio a sinistra della sua scrivania. Sapevo che era il sindaco a chiamare; la centralinista passava invariabilmente le chiamate di Quinn nella stanza posteriore quando Lombroso stava ricevendo degli estranei. Lombroso si scusò e, con veloci e pesanti falcate che fecero rimbombare il pavimento coperto di tappeti, andò a rispondere. Il trovarmi da solo con Carvajal diventò di colpo estremamente inquietante; la pelle mi bruciava e sentivo una pressione alla gola, come se qualche potente emanazione psichica passasse irresistibilmente da lui a me. Mi scusai anch’io e seguii precipitosamente Lombroso nell’altra stanza, una stretta tana fatta a gomito, piena di libri dal pavimento al soffitto. Lombroso, sorpreso e irritato dalla mia intrusione, indicò rabbiosamente lo schermo telefonico su cui vidi l’immagine della testa e delle spalle del sindaco. Ma invece di andarmene gli esibii una scena di scuse mimate, un insieme di inchini e gesti, scrollate di spalle e smorfie idiote che indussero Lombroso a chiedere al sindaco di rimanere in linea un momento. Lo schermo si spense.

Lombroso mi guardò sdegnato.

— Be’, cosa c’è che non va?

— Niente. Non so. Mi dispiace, ma non potevo stare là dentro. Chi è, Bob?

— Quello che ti ho detto. È pieno di soldi. Un grosso sostenitore di Quinn. Dobbiamo fargli buon viso. Senti, adesso sono al telefono. Il sindaco deve sapere…

— Non voglio stare da solo con lui. Sembra un morto ambulante. Mi fa venire i brividi.

— Cosa?

— Dico sul serio. C’è come una fredda forza mortale che emana da lui, Bob. Mi sento pizzicare dappertutto. Manda delle vibrazioni paurose.

— È un innocuo vecchietto un po’ matto che ha fatto un sacco di soldi in Borsa e che vuole aiutare il nostro uomo. Niente altro.

— Perché è venuto qui?

— Per conoscerti.

— Solo per quello? Solo per conoscere me?

— Desiderava molto parlarti. Ha detto che era molto importante per lui poterti vedere.

— Allora sono in vendita, a disposizione di chiunque abbia dato cinque centesimi al fondo per la campagna di Quinn?

Lombroso sospirò.

— Se ti dicessi quanto ha dato, non ci crederesti e, in ogni caso, sì, penso proprio che tu possa sprecare un po’ del tuo tempo per lui.

— Ma…

— Senti, Lew, se vuoi delle altre risposte devi chiederle a Carvajal. E adesso torna da lui. Fai il bravo e lasciami parlare con il sindaco. Vai. Carvajal non ti farà del male, solo un ometto inoffensivo.

Lombroso mi girò la schiena e riattivò il telefono.

Ritornai da Carvajal. Sedeva immobile, con la testa piegata, con le braccia abbandonate come se una ventata di gelo fosse passata per la stanza mentre non c’ero, lasciandolo inaridito e avvizzito. Lentamente, con evidente sforzo, si ricompose, rizzandosi, riempiendo i polmoni, fingendo un’animazione che i suoi occhi, quegli occhi vuoti che incutevano terrore, smentivano. Proprio un morto ambulante.

— Volete fare colazione con noi?

— No. No. Non vorrei abusare di voi. Volevo solo scambiare due parole con voi, signor Nichols.

— Sono a vostra disposizione.

— Davvero? Splendido — sorrise di un sorriso grigio. — Ho sentito parlare molto di voi, sapete. Anche prima che entraste in politica. Sotto un certo aspetto, lavoriamo nello stesso campo.

— Volete dire in Borsa?

Ero costernato.

Il suo sorriso diventò più vivace e inquietante.

— Predizioni. Per me la Borsa. Per voi, consulenze in affari e politica. Entrambi ci guadagniamo da vivere con il nostro intuito e la nostra, ah, buona conoscenza degli orientamenti.

Continuavo a non capirlo. Era vago, misterioso, enigmatico.

Proseguì: — Così, adesso, state gomito a gomito con il sindaco e gli descrivete la forma della strada che gli sta davanti. Ammiro le persone che hanno una visione così circoscritta. Ditemi, che tipo di carriera prevedete per il sindaco Quinn?

— Splendida.

— Sarà un ottimo sindaco, allora.

— Uno dei migliori che questa città abbia mai avuto.

Lombroso ritornò nella stanza.

Carvajal continuò: — E dopo?

Incerto, guardai Lombroso ma i suoi occhi erano chiusi.

— Dopo la scadenza del suo mandato di sindaco? — chiesi.

— Sì.

— È un uomo giovane, signor Carvajal. Potrebbe essere rieletto ancora tre o quattro volte. Non posso darvi nessuna previsione significativa su ciò che succederà nel giro dei prossimi dodici anni.

— Dodici anni a City Hall? Pensate davvero che si accontenterà di rimanere lì tutto quel tempo?

Carvajal stava giocando con me. Mi resi conto di essere stato attirato inconsapevolmente in una specie di duello. Gli diedi una lunga occhiata e percepii qualcosa di terrificante e indefinibile, qualcosa di potente e incomprensibile, che mi costrinse a tenermi sulla difensiva.

— E voi, cosa ne pensate?

Per la prima volta vidi nei suoi occhi un guizzo di vita.

Capii che il gioco gli piaceva.

— Penso che il sindaco Quinn è destinato a una carica più alta — rispose gentilmente.

— Governatore?

— Più alta.

Non risposi subito e dopo, quando avrei voluto, non riuscii ad aprire bocca; un silenzio smisurato era filtrato attraverso le pareti rivestite di pelle fino a inghiottirci e io non volevo essere il primo a romperlo. Ogni cosa era immobile e calma come l’aria di una notte gelida, finché Lombroso non ci liberò dicendo: — Anche noi pensiamo che abbia molte possibilità.

— Abbiamo fatto grossi piani per lui — aggiunsi io senza riflettere.

— Lo so — assentì Carvajal. — Sono venuto per questo; per offrire il mio aiuto.

Lombroso intervenne: — Finora il vostro appoggio finanziario ci è stato di grande aiuto e…

— Ciò che ho in mente non è solo finanziario.

Adesso fu Lombroso a guardare me in cerca di aiuto, ma io ero completamente perso.

Riuscii a balbettare: — Temo che non riusciamo a seguirvi, signor Carvajal.

— Se potessi rimanere un attimo da solo con voi…

Lanciai un’occhiata a Lombroso. Se era seccato di venir sbattuto fuori dal suo ufficio, non lo diede a vedere. Con la sua tipica eleganza si inchinò e passò nell’altra stanza.

Con un tono nuovo, insinuante e confidenziale, Carvajal proseguì: — Come vi ho già fatto notare, noi due lavoriamo nello stesso campo. Penso, però, che i nostri metodi siano alquanto diversi, signor Nichols. La vostra tecnica è intuitiva e probabilistica, la mia… be’, la mia è differente. Sono convinto che le mie capacità di intuizione possano completare le vostre; ecco, è questo che intendevo dire.

— Intuizioni profetiche?

— Esatto. Non voglio intromettermi nel vostro campo di responsabilità. Però potrei darvi due o tre suggerimenti che ritengo validi.

Trasalii. Improvvisamente l’enigma non era più tale e rivelava soltanto una irrimediabile banalità. Carvajal era semplicemente un ricco dilettante di politica che, convinto di essere un esperto universale grazie ai suoi soldi, moriva dalla voglia di immischiarsi nel campo di azione dei veri professionisti. Uno con il pallino della politica. Un politico a tavolino. Cristo! Be’, sii gentile con lui, aveva detto Lombroso. E va bene, sarei stato gentile. Cercando di mostrare un certo tatto, dissi affettatamente: — Ma certo. Il signor Quinn e il suo staff sono sempre felici di ascoltare degli utili suggerimenti.

Gli occhi di Carvajal cercarono i miei ma io li evitai.

— Grazie — mormorò. — Tanto per cominciare, ho buttato giù qualche nota.

Mi allungò un foglietto piegato di carta bianca. Lo presi senza neanche guardarlo. Di colpo sembrava che le forze lo avessero abbandonato, come se avesse attinto alla sua ultima risorsa. Il viso gli diventò grigio, le articolazioni sembrarono allentarsi.