— Un minuto e diciotto secondi al punto di traslazione — disse l'ufficiale di ponte Salumun Morpurgo. Era il figlio del generale.
Morpurgo annuì e attaccò la trasmissione ad ampia banda nell'ambito del sistema. Le proiezioni di ponte erano abbastanza impegnate con dati di missione, perciò il generale permise il solo audio per il discorso del PFE. Nonostante tutto, sorrise. Cosa avrebbe detto, Meina, se avesse saputo che lui era al timone della Stephen Hawking? Era stato meglio tenerla all'oscuro. Morpurgo non poteva fare nient'altro. Preferiva non vedere i risultati degli ordini precisi e consegnati a mano nelle ultime due ore.
Guardò il figlio maggiore, con un orgoglio tale da sconfinare nel dolore. Non c'erano molti ufficiali a livello nave torcia che potesse contattare per la missione e suo figlio era stato il primo a offrirsi volontario. Se non altro, forse l'entusiasmo della famiglia Morpurgo aveva allentato un poco i sospetti del Nucleo.
«Concittadini» diceva il quel momento Gladstone «questo è il mio ultimo discorso in veste di vostro Primo Funzionario Esecutivo.
«Come sapete, la terribile guerra che ha già devastato tre dei nostri mondi e che si appresta a colpirne un quarto, è stata attribuita a un'invasione degli Sciami Ouster.
«È una menzogna.»
Le bande di trasmissione lampeggiarono di interferenze e tacquero. — Passate all'astrotel — disse il generale Morpurgo.
— Un minuto e tre secondi al punto di traslazione — annunciò suo figlio.
La voce di Gladstone tornò, filtrata e leggermente confusa dalla codifica e decodifica astrotel. «… capire che i nostri antenati, e noi stessi, abbiamo stretto un patto faustiano con un potere cui non interessa la sorte della razza umana.
«Il Nucleo è l'autore dell'attuale invasione.
«Il Nucleo è responsabile della nostra lunga, comoda età oscura dell'anima.
«Il Nucleo è responsabile dell'attuale tentativo di distruggere la razza umana, di cancellarci dall'universo e di sostituirci con una macchina-dio da lui stesso concepita.»
L'ufficiale di ponte Salumun Morpurgo non staccò lo sguardo dal cerchio di strumenti. — Trentotto secondi al punto di traslazione.
Morpurgo annuì. Gli altri due ufficiali sul ponte di comando avevano il viso velato di sudore. Il generale si accorse che anche il suo era sudato.
«… hanno dimostrato che il Nucleo risiede… è sempre risieduto… negli interstizi bui fra i teleporter. Le IA credono di essere i nostri padroni. Finché la Rete esiste, finché la nostra amata Egemonia è collegata da teleporter, saranno i nostri padroni.»
Morpurgo diede un'occhiata al cronometro di missione. Ventotto secondi. La traslazione nel sistema di Hyperion sarebbe stata, ai sensi umani, istantanea. Morpurgo era certo che la neurobomba del Nucleo fosse in qualche modo modificata per detonare all'ingresso nello spazio di Hyperion. La letale onda di urto avrebbe raggiunto il pianeta Hyperion in meno di due secondi e prima di dieci minuti avrebbe inglobato anche gli elementi più lontani dello Sciame Ouster.
«Così» disse Meina Gladstone, con voce che per la prima volta tradiva l'emozione «in veste di Primo Funzionario Esecutivo del Senato dell'Egemonia dell'Uomo, ho autorizzato elementi della FORCE:spazio a distruggere tutte le sfere di contenimento di anomalia e tutti i teleporter di cui si conosca l'esistenza.
«Questa distruzione… questa cauterizzazione… inizierà fra dieci secondi.
«Dio salvi l'Egemonia.
«Dio ci perdoni tutti.»
L'ufficiale di ponte Salumun Morpurgo disse freddamente: — Cinque secondi alla traslazione, padre.
Morpurgo guardò dall'altra parte del ponte e incrociò lo sguardo del figlio. Alle spalle del giovane ufficiale, le proiezioni mostravano un portale crescere, crescere tutt'intorno.
— Ti voglio bene — disse il generale.
Duecentosessantatré sfere di contenimento di anomalia che collegavano più di settantadue milioni di teleporter furono distrutte entro due virgola sei secondi l'una dall'altra. Unità della flotta della FORCE, messe in moto da Morpurgo sotto Ordine Esecutivo e in osservanza di ordini dissigillati meno di tre minuti prima, reagirono con prontezza e professionalità e distrussero le fragili sfere teleporter, usando missili, laser, esplosivi al plasma.
Tre secondi dopo, mentre la nube di detriti ancora si espandeva, le centinaia di imbarcazioni della FORCE si trovarono arenate, separate l'una dall'altra e dal più vicino sistema stellare da settimane o mesi di viaggio con motore Hawking e da anni di debito temporale.
Migliaia di persone furono colte in transito teleporter. Molti morirono all'istante, smembrati o tagliati in due. Molti riportarono semplici amputazioni di arti, mentre i portali collassavano dietro di loro e davanti a loro. Alcuni semplicemente scomparvero.
Fu questa, la sorte della AE Stephen Hawking… proprio come previsto: i due portali, di ingresso e di uscita, furono abilmente distrutti nel nanosecondo di traslazione della nave. Nessuna parte della nave torcia sopravvisse in spazio reale. In seguito, i test dimostrarono definitivamente che la cosiddetta neurobomba era esplosa in quelli che si definivano tempo e spazio nelle bizzarre geografie fra i portali.
Nessuno seppe mai con quali effetti.
Le conseguenze sul resto della Rete e sui suoi cittadini furono immediatamente chiare.
Dopo sette secoli dalla loro creazione e almeno quattro secoli in cui ben pochi ne erano vissuti senza, la sfera dati, compresa la Totalità e tutte le bande di trasmissione e di accesso, smisero semplicemente di esistere. Centinaia di migliaia di cittadini impazzirono in quello stesso momento, ridotti in stato catatonico dalla sconvolgente scomparsa di sensi divenuti più importanti della vista e dell'udito.
Altre centinaia di migliaia di operatori di piano dati, inclusi parecchi dei cosiddetti cyberpuke e cowboy di sistema, si persero: l'analogo della loro personalità rimase imprigionato nel crollo della sfera dati o il loro cervello fu bruciato completamente da sovraccarico di shunt neurale o da un effetto in seguito definito retroazione zero-zero.
Milioni di persone morirono, quando l'habitat prescelto, accessibile solo tramite teleporter, divenne un'isolata trappola mortale.
Il Vescovo della Chiesa della Redenzione Finale, il capo del Culto Shrike, aveva accuratamente programmato di assistere con una certa comodità ai Giorni Finali, nella cavità praticata all'interno di una montagna, riccamente approvvigionata, nel cuore dei Monti Raven, nelle regioni settentrionali di Nevermore. Teleporter normali e di riserva erano l'unica via di entrata e di uscita. Il vescovo morì mentre diverse migliaia di novizi, esorcisti, lettori e ostiari si uccidevano nel tentativo di penetrare nel Sacrario Interno per dividere con il Santo l'ultima aria respirabile.
La miliardaria dell'editoria Tyrena Wingreen-Feif, novantasette anni standard ma sulla scena da più di trecento grazie ai miracoli del trattamento Poulsen e della criogenia, fece l'errore di trascorrere quel fatidico giorno da sola nell'ufficio accessibile unicamente per teleporter, al 434° piano della Guglia Transline, nel quartiere Babele di Città Cinque su Tau Ceti Centro. Per quindici ore filate si rifiutò di convincersi che il servizio teleporter non sarebbe stato riattivato in tempi brevi; alla fine cedette alle implorazioni via radio degli impiegati e staccò le pareti a campo di contenimento in modo che un VEM venisse a prelevarla.
Tyrena non aveva ascoltato con la dovuta cura le istruzioni. La decompressione la soffiò via dal 434° piano, come un turacciolo da una bottiglia di champagne agitata troppo. Impiegati ed elementi della squadra di salvataggio nel VEM in attesa giurarono che la vecchia signora mandò una serie continua di imprecazioni per l'intera caduta di quattro minuti.
Su gran parte dei mondi il caos si era guadagnato una nuova definizione.