Выбрать главу

— Ventitré milioni — disse piano il Templare. — Parecchi altri sostengono le nostre battaglie ecologiche e forse vorrebbero unirsi a noi, ma la Confraternita non è aperta ai forestieri.

Il Vescovo si strofinò uno dei molti menti. Aveva la pelle molto pallida e socchiudeva gli occhi come se non fosse abituato alla luce del giorno. — Gli gnostici zen sostengono di avere quaranta miliardi di seguaci — brontolò. — Ma che genere di religione è quella? Non ha chiese. Non ha sacerdoti. Non ha libri sacri. Non ha concetto di peccato.

Duré sorrise. — Sembra la fede più intonata ai tempi. Ed esiste da parecchie generazioni.

— Bah! — Il Vescovo batté sul tavolo la mano aperta. Duré trasalì nell'udire il rumore degli anelli metallici contro il legno di muir.

— Come mai mi conoscete? — domandò.

Il Templare sollevò la testa incappucciata quanto bastava perché Duré vedesse la luce del sole colpire il naso, le guance e la lunga linea del mento. Non rispose.

— Siamo stati noi, a sceglierla — brontolò il Vescovo. — Lei, e gli altri pellegrini.

— Noi, nel senso del Culto Shrike? — replicò Duré.

A questo termine il Vescovo si accigliò, ma annuì senza far parola.

— Perché le sommosse? — domandò Duré. — Perché questi disordini, ora che l'Egemonia è minacciata?

Il Vescovo si strofinò il mento: pietre rosse e nere scintillarono nella luce della sera. Dietro di lui, milioni di foglie frusciarono nella brezza che portava il profumo di vegetazione umida di pioggia. — I Giorni Finali sono arrivati, prete. Le profezie che l'Avatar ci diede, secoli fa, si dispiegano sotto i nostri occhi. Quelle che lei chiama sommosse sono i primi spasmi di agonia di una società che merita di morire. I Giorni della Redenzione incombono. Presto il Signore della Sofferenza camminerà fra noi.

— Il Signore della Sofferenza — ripeté il gesuita. — Lo Shrike.

Il Templare mosse la mano come per smussare in parte l'asprezza delle parole del Vescovo. — Padre Duré, siamo a conoscenza della sua miracolosa rinascita.

— Non è un miracolo. È il capriccio di un parassita chiamato crucimorfo.

Altro gesto delle lunghe dita giallo-marrone. — In qualsiasi modo lei la consideri, padre, la Confraternita si rallegra che sia di nuovo con noi. Prego, avanzi la richiesta cui accennava quando si è messo in contatto con noi, poco fa.

Duré strofinò le mani contro il legno della poltrona, lanciò un'occhiata al Vescovo seduto di fronte, in tutta la sua mole rossa e nera. — I vostri gruppi hanno lavorato insieme per qualche tempo, vero? — disse. — La Confraternita dei Templari e la Chiesa dello Shrike.

— La Chiesa della Redenzione Finale — rettificò il Vescovo, con un brontolio cupo.

Duré annuì. — Perché? Cosa avete in comune?

La Vera Voce dell'Albero Mondo si sporse in modo che l'ombra riempisse di nuovo il cappuccio. — Deve capire, padre, che le profezie della Chiesa della Redenzione Finale hanno punti di contatto con la nostra missione indicata dal Muir. Solo queste profezie contenevano la chiave di quale castigo avrebbe colpito l'umanità per l'uccisione del proprio mondo.

— Non è stata l'umanità, a distruggere la Vecchia Terra — replicò Duré. — Fu un errore del computer, quando la Squadra Kiev tentò di creare un mini buco nero.

Il Templare scosse la testa. — Fu l'arroganza umana — disse piano. — La stessa arroganza che spinse la nostra razza a distruggere tutte le specie che potessero anche solo sperare di sviluppare un'intelligenza, un giorno o l'altro. I Seneschai Aluit su Hebron, gli zeplen su Whirl, i centauri delle paludi su Garden e i grandi primati della Vecchia Terra…

— Sì, sono stati compiuti degli errori. Ma non dovrebbero condannare a morte l'umanità, non crede?

— La condanna è stata proclamata da un Potere molto più grande di noi stessi — tuonò il Vescovo. — Le profezie sono precise ed esplicite. Il Giorno della Redenzione Finale deve venire. Tutti coloro che hanno ereditato il Peccato di Adamo e di Kiev devono sopportare le conseguenze dell'assassinio del proprio mondo natale, dell'estinzione di altre razze. Il Signore della Sofferenza è stato liberato dalle pastoie del tempo per pronunciare questa sentenza finale. Non è possibile sfuggire alla sua ira. Non è possibile evitare la Redenzione. Un Potere molto più grande di noi l'ha stabilito.

— È vero — disse Sek Hardeen. — Le profezie sono giunte a noi, recitate alla Vera Voce nel corso delle generazioni: l'umanità è condannata, ma con la sua condanna giungerà una nuova fioritura di ambienti pristini in tutte le parti che ora formano l'Egemonia.

Addestrato nella logica gesuitica, devoto alla teologia evoluzionista di Teilhard de Chardin, padre Paul Duré fu tentato di dire, nonostante tutto: "Ma a chi diavolo importa se i fiori sbocciano, quando non c'è nessuno che li veda, che li annusi?". Invece disse: — Ha preso in esame la possibiltà che queste profezie non siano rivelazioni divine, ma semplici manipolazioni di un imprecisato potere secolare?

Sek Hardeen si appoggiò alla spalliera, come se l'avessero schiaffeggiato; ma il Vescovo si sporse e strinse i pugni da lusiano che con un solo colpo avrebbero fracassato il cranio a Duré. — Eresia! Chiunque osi negare la verità delle rivelazioni deve morire!

— Quale potere potrebbe farlo? — riuscì a dire la Vera Voce dell'Albero Mondo. — Quale potere, oltre all'Assoluto del Muir, potrebbe entrare nella nostra mente e nel nostro cuore?

Duré indicò il cielo. — Da generazioni ogni mondo della Rete è collegato dalla sfera dati del TecnoNucleo. Molte persone influenti portano impianti a estensione comlog per un facile accesso… lei non lo porta, signor Hardeen?

Il Templare non rispose, ma Duré notò il lieve tremito delle dita, come se l'uomo fosse stato sul punto di toccarsi il petto e l'avambraccio dove da decenni c'erano i microimpianti.

— Il TecnoNucleo ha creato una… intelligenza trascendente — continuò Duré. — Attinge a quantità incredibili di energia, può spostarsi avanti e indietro nel tempo e non è motivata da preoccupazioni umane. Uno dei fini di una percentuale considerevole delle personalità del Nucleo era quello di eliminare la razza umana… in realtà, è possibile che il Grande Errore della Squadra Kiev sia stato deliberatamente compiuto dalle IA coinvolte nell'esperimento. Quello che lei ode come profezie è probabilmente la voce di questo deus ex machina che bisbiglia nella sfera dati. Forse lo Shrike è comparso non perché l'umanità si redima dei propri peccati, ma semplicemente per massacrare uomini, donne e bambini, per gli scopi di questa personalità-macchina.

Il faccione del Vescovo era rosso come la tonaca. L'uomo batté i pugni sul tavolo e si alzò con fatica. Il Templare gli posò la mano sul braccio, lo trattenne, riuscì a farlo sedere di nuovo. — Da dove le è venuta, questa idea? — domandò a Duré Sek Hardeen.

— Da pellegrini che hanno accesso al Nucleo. E da… altri.

Il Vescovo agitò il pugno in direzione di Duré. — Ma lei stesso è stato toccato dall'Avatar… non una volta sola, addirittura due! Egli le ha concesso una forma di immortalità, in modo che lei possa vedere cosa Egli ha in serbo per il Popolo Eletto… per coloro che preparano la Redenzione prima che i Giorni Finali siano su di noi!

— Lo Shrike mi ha dato dolore — replicò Duré. — Dolore e sofferenza al di là di ogni immaginazione. Ho incontrato due volte quella cosa e so nel mio cuore che non è né divina né diabolica, ma semplicemente una macchina organica proveniente da un terribile futuro.

— Bah! — Con un gesto di esasperazione, il Vescovo incrociò le braccia e si mise a guardare giù dalla bassa balconata, senza fissare niente in particolare.

Il Templare parve scosso. Dopo un attimo, alzò la testa e disse piano: — Voleva rivolgermi una domanda.

Duré inspirò a fondo. — Infatti. E volevo comunicarle una triste notizia. La Vera Voce dell'Albero Het Masteen è morto.