— La sicurezza non riesce a trovarli. La polizia di transito non riesce a localizzarli. L'unità teleporter ha registrato solo che hanno battuto il codice di TC2, che sono entrati ma non sono mai giunti.
— Impossibile.
— Sì, signora.
— Voglio parlare con Albedo o un altro consulente IA, appena la riunione si conclude.
— Sì.
Le due donne riportarono l'attenzione alla conferenza informativa. Il Centro Tattico della Casa del Governo era stato collegato alla Sala di Guerra del Centro Comando Olympus e alla più vasta sala conferenze del Senato, mediante portali di quindici metri quadrati, visualmente aperti: i tre locali formavano un ambiente cavernoso e asimmetrico. Gli ologrammi della Sala di Guerra parevano alzarsi all'infinito sul lato display e colonne di dati galleggiavano dappertutto lungo le pareti.
— Quattro minuti all'incursione cislunare — disse l'ammiraglio Singh.
— Le loro armi a lungo raggio potevano entrare in azione su Porta del Paradiso già da tempo — disse il generale Morpurgo. — Si direbbe che mostrino una certa reticenza.
— Non hanno mostrato alcuna reticenza, contro le nostre navi torcia — replicò Garion Persov, della Diplomazia. Il gruppo si era riunito un'ora prima, quando la sortita della flotta composta da una decina di navi torcia dell'Egemonia radunate in fretta e furia era stata sbrigativamente rintuzzata dallo Sciame in arrivo. Sensori a lungo raggio avevano ritrasmesso brevissime immagini dello Sciame, un grappolo di faville con code di fusione simili a comete, prima che i telemeccanismi automatici delle navi torcia smettessero di funzionare. C'erano state molte, molte faville.
— Quelle erano navi da guerra — disse il generale Morpurgo. — Ormai da ore trasmettiamo che Porta del Paradiso adesso è un pianeta aperto. Possiamo augurarci una certa reticenza.
Le immagini olografiche di Porta del Paradiso li circondarono: le vie silenziose di Piana Fangosa, immagini aeree della linea costiera, immagini orbitali del mondo grigiomarrone con la costante coltre di nuvole, immagini cislunari del barocco dodecaedro della sfera di anomalia che legava insieme tutti i teleporter, immagini telescopiche, a ultravioletti e a raggi X dello Sciame in arrivo… ora molto più grande di puntini e di faville, a meno di una unità astronomica. Gladstone guardò le code di fusione delle navi da guerra Ouster, le sagome massicce e scintillanti per i campi di contenimento delle fattorie-asteroide e dei mondi-bolla, i complessi intricati e bizzarramente non umani delle città a gravità zero, e pensò: "E se mi sbaglio?"
La vita di miliardi di individui dipendeva dalla sua convinzione che gli Ouster non avrebbero distrutto i mondi dell'Egemonia solo per capriccio.
— Due minuti all'incursione — disse Singh, con il tono inespressivo del soldato di mestiere.
— Ammiraglio — disse Gladstone — è proprio necessario distruggere la sfera di anomalia appena gli Ouster superano il nostro cordon sanitaire? Non si può attendere qualche minuto per stabilire le loro intenzioni?
— No, signora — rispose, pronto, l'ammiraglio. — Il collegamento teleporter deve essere distrutto non appena loro saranno a portata d'attacco.
— Ma se le restanti navi torcia non lo fanno, ammiraglio, abbiamo sempre i collegamenti all'interno del sistema, i relè astrotel e i congegni a tempo, no?
— Sì, signora, ma dobbiamo garantirci che il teleporter sia eliminato prima che gli Ouster invadano il sistema. Non è possibile mettere a repentaglio questo margine di sicurezza già ristretto.
Gladstone annuì. Capiva la necessita della massima prudenza. "Se solo ci fosse stato più tempo!"
— Quindici secondi all'incursione e alla distruzione dell'anomalia — disse Singh. — Dieci… sette…
All'improvviso tutte le navi torcia e le olografie cislunari brillarono di luce viola, rossa, bianca.
Gladstone si sporse. — Era l'esplosione della sfera di anomalia?
I militari bisbigliarono tra loro, chiedendo altri dati, cambiando immagini sugli ologrammi e sugli schermi. — No, signora — rispose Morpurgo. — Le navi torcia sono sotto attacco. Quelli sono i campi difensivi sovraccaricati. La sfe… ah… ecco!
Un'immagine centrale, forse trasmessa da una nave relè in orbita bassa, mostrò l'ingrandimento del dodecaedro dell'anomalia, con trentamila metri quadrati di superficie ancora intatti, ancora risplendenti nella cruda luce del sole di Porta del Paradiso. Poi, all'improvviso, il bagliore aumentò, la faccia più vicina del dodecaedro parve divenire incandescente e ripiegarsi su se stessa; meno di tre secondi dopo, la sfera di contenimento si dilatò, mentre l'anomalia ingabbiata al suo interno fuggiva e divorava se stessa, oltre a ogni altra cosa nel raggio di seicento chilometri.
Nello stesso istante, quasi tutte le immagini e gran parte delle colonne dati svanirono.
— Eliminato ogni collegamento teleporter — annunciò Singh. — Ora i dati del sistema arrivano solo per trasmettitore astrotel.
I militari emisero un brusio di approvazione e di sollievo; qualcosa di molto simile a un sospiro, a un lieve gemito, giunse dalle decine di senatori e di consiglieri politici presenti. Porta del Paradiso era appena stato amputato dalla Rete… il primo mondo perso dall'Egemonia in più di quattro secoli.
Gladstone si rivolse a Sedeptra Akasi. — Adesso qual è il tempo di viaggio da Porta del Paradiso alla Rete?
— Con propulsione Hawking, sette mesi, tempo di bordo — disse la donna, senza consultare il comlog. — Poco più di nove anni di debito temporale.
Gladstone annuì. Ora Porta del Paradiso distava nove anni dal più vicino mondo della Rete.
— Ecco la fine delle nostri navi torcia — intonò Singh. L'immagine presa da una delle vedette orbitali fu ritrasmessa, confusa e con i colori sfalsati, da raffiche astrotel elaborate in rapida successione a mezzo computer. Le immagini erano mosaici visuali, ma inducevano sempre Gladstone a pensare ai primi film muti dell'alba dell'Età dei Media. Ma questa non era una farsa di Charlie Chaplin. Due, poi cinque, poi otto esplosioni di vivida luce fiorirono contro le stelle, al di sopra del limbo del pianeta.
— Le trasmissioni dalle AE Niki Weimart, AE Terrapin, AE Comet e AE Andrew Paul sono cessate — riferì Singh.
Barbre Dan-Gyddis alzò la mano. — E le altre quattro, ammiraglio?
— Solo le navi citate hanno attrezzature per trasmissioni a velocità superiore a quella della luce. Le vedette confermano che sono cessati anche i collegamenti radio, maser e a banda larga con le altre quattro navi torcia. I dati visivi… — Singh s'interruppe e indicò l'immagine ritrasmessa dalla nave vedetta automatizzata: otto cerchi di luce in espansione e in affievolimento, un campo stellare pullulante di code di fusione e di nuove luci. All'improvviso anche l'immagine si spense.
— Tutti i sensori orbitali e i relè astrotel sono eliminati — disse il generale Morpurgo. Mosse la mano: l'oscurità lasciò posto a immagini delle vie di Porta del Paradiso con l'inevitabile coltre di nubi basse. Velivoli aggiunsero riprese da sopra le nuvole… un cielo impazzito di movimento di stelle.
— Tutti i rapporti confermano la totale distruzione della sfera di anomalia — disse Singh. — In questo momento, unità avanzate dello Sciame si pongono in orbita alta intorno a Porta del Paradiso.
— Quante persone sono rimaste lassù? — domandò Gladstone. Aveva appoggiato sul tavolo i gomiti e si protendeva, a mani serrate.
— Ottantaseimilasettecentottantanove — disse il ministro della Difesa, Imoto.
— Senza contare i dodicimila marines teleportati durante le ultime due ore — aggiunse il generale Van Zeidt.
Imoto gli rivolse un cenno di assenso.
Gladstone li ringraziò e riportò l'attenzione alle olografie. Le colonne dati che galleggiavano in alto e i loro estratti sui fax-notes, sui comlog e sui pannelli incassati nel tavolo contenevano dati pertinenti (numero di velivoli dello Sciame attualmente nel sistema, numero e tipo di navi in orbita, proiezioni di orbite frenanti e di curve temporali, analisi energetiche e intercettazioni) ma Gladstone e gli altri guardavano le immagini astrotel, relativamente poco informative e immutate, prese da olocamere aeree e di superficie: stelle, parte superiore delle nuvole, vie, il panorama dagli Heights della Stazione Generatrice di Atmosfera su verso la Passeggiata di Piana Fangosa dove Gladstone stessa si era fermata meno di dodici ore prima. Lì era notte. Gigantesche felci equisetacee si muovevano alla brezza silenziosa che soffiava dalla baia.