Выбрать главу

«Penso tuttora,» disse Len, con studiata lentezza, «Che forse è stato il Diavolo a scatenarsi sul mondo, un secolo fa. E penso tuttora che forse è una delle membra di Satana quella che tenete là, dietro il muro di cemento.»

Il predicatore scosse le braccia verso il cielo, torcendosi in un’estasi di salvezza.

«Ma penso anche che in fondo abbiate ragione,» proseguì Len. «Penso che sia più ragionevole cercare di incatenare il diavolo, che tenere incatenata tutta la terra, nella speranza che egli non la visiti un’altra volta.»

Guardò negli occhi Hostetter.

«Non mi avete fatto ammazzare, perciò penso che dovrete lasciarmi tornare indietro.»

«La scelta non dipendeva interamente da me,» disse Hostetter.

Si volse, e si avviò verso i carri. Len lo seguì, con Joan che vacillava al suo fianco. E due uomini uscirono dall’ombra, e si unirono a loro. Uomini che Len non conosceva, e che tenevano sotto il braccio dei grossi fucili da caccia.

«Questa volta, ho dovuto fare qualcosa di più che parlare in tuo favore,» disse Hostetter. «Se tu mi avessi denunciato, questi ragazzi forse non sarebbero riusciti a salvarmi dalla folla, ma tu non avresti vissuto cinque minuti di più.»

«Capisco,» disse Len, piano. «Avete aspettato fino a questo momento, fino alla predica.»

«Sì.»

«E quando mi avete minacciato, non avete parlato sul serio. Era per mettermi alla prova.»

Hostetter annuì.

Gli uomini fissarono duramente Len, facendo scattare la sicura dei loro fucili.

«Apparentemente, avevate ragione, Ed,» disse uno di loro. «Ma io non ci avrei certo fatto affidamento.»

«Lo conosco da molto tempo,» disse Hostetter. «Ero un po’ preoccupato, ma non molto.»

«Bene,» disse l’uomo. «È tutto vostro.»

Dal tono della sua voce, era evidente che non pensava che Hostetter avesse guadagnato qualcosa. Rivolse un cenno all’altro uomo, e se ne andarono insieme, gli esecutori di Sherman che si dileguavano silenziosi nella notte.

«Perché l’avete fatto, Ed?» domandò Len. Chinò il capo, pieno di vergogna per tutto ciò che aveva fatto a quell’uomo. «Non vi ho dato altro che guai.»

«Te l’ho già detto,» rispose Hostetter. «Mi sono sempre sentito responsabile per la tua fuga da casa.»

«Vi ripagherò di tutto ciò,» disse Len, in tono sincero.

Hostetter disse:

«L’hai appena fatto.»

Salirono sull’alto sedile del carro.

«E tu,» disse Hostetter a Joan. «Sei pronta a ritornare a casa?»

Lei cominciava a piangere, brevi, violenti singhiozzi. Guardò l’ondeggiare fumoso delle torce, e la folla, e la polvere.

«È un mondo orribile,» disse. «Lo odio.»

«No,» disse Hostetter, «Non è orribile, è solo imperfetto. Ma questa non è certo una cosa nuova.»

Scosse le redini e incitò con la voce i grandi cavalli. Il carro si mosse, allontanandosi verso la prateria oscura.

«Quando ci saremo allontanati a sufficienza dal paese,» disse Hostetter, «Chiamerò per radio Sherman, per annunciargli che siamo sulla via del ritorno.»

FINE