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«Questi dannati travestimenti magici trattengono terribilmente il caldo», borbottò fra sé.

* * *

Narnra si arrestò dietro un’altra colonna. Guardie e servitori cominciavano ad annoiarsi e ad avere fame, e sempre più spesso compivano piccole sortite in sala per afferrare tartine o altri manicaretti dai vassoi, cessando di stare sul chi vive. Del resto, la maggior parte di essi dava l’impressione di aspettarsi uno scoppio di liti fra i cospiratori stessi piuttosto che un attacco da parte di intrusi.

Hmm. Laggiù c’era di nuovo quel nobile alto… alto abbastanza da poter essere il vecchio mago, certo, ma naturalmente i travestimenti magici non dovevano per forza mantenere la statura o la corporatura originale della persona che li stava usando. D’altro canto, la maggior parte degli uomini non amava ritrovarsi più in basso di quanto fosse abituato, ed evitava forme del genere a meno di avere un valido motivo per fare altrimenti… e tempo per riflettere sulla cosa.

Nella sala c’erano almeno altri tre uomini che erano anche più alti, ma due erano massicce guardie del corpo che sembravano avere sangue d’orco nella loro linea genealogica e che se ne stavano sempre nelle stanze esterne in penombra, sonnecchiando, mentre il terzo sosteneva di essere un mago originario di Westgate. Possibile che un mago che si travestiva potesse essere tanto stupido… o tanto vanitoso… da assumere le vesti di un altro mago? Peraltro, i maghi erano vanitosi, e quella forma era molto più giovane e avvenente di quella che il vecchio aveva avuto nel vicolo. Là aveva recitato il ruolo del Vecchio Saggio, ma… possibile che quella fosse la sua vera forma? Dopo tutto, si era mosso con una velocità inimmaginabile per un vecchio, e Narnra sapeva di non essere goffa quanto era apparsa in quelle circostanze.

L’alto nobile girò il capo e parve guardare direttamente verso di lei, e Narnra s’immobilizzò, distogliendo lo sguardo; appoggiandosi alla colonna, estrasse il coltello e finse di essere impegnata a pulirsi e pareggiarsi le unghie. Se non altro, lui non pareva intenzionato ad avvicinarsi.

Un aroma di pasticci di pollo arrosto che le stavano passando accanto le giunse alle narici, e lei si sentì di colpo l’acquolina in bocca, seguita un istante più tardi da un brontolio di protesta dello stomaco vuoto. Con un sospiro silenzioso, ripose il coltello, aggirò la colonna e avanzò in mezzo alla folla rumorosa, diretta verso il vassoio più vicino. Come recitava l’antico detto: «Abbiamo incrociato le spade? Allora possiamo anche devastare interi regni combattendo!».

Era a un solo passo di distanza quando qualcuno si protese verso il vassoio, e il servitore che lo reggeva si affrettò a sollevarlo fuori portata. Un pasticcio che si era trovato a pochi centimetri dalle dita di Narnra si spostò di colpo a parecchi passi di distanza: con un ringhio che echeggiava il sordo brontolio del suo stomaco, l’Ombra di Seta si mise in caccia della cena sfumata.

Elminster volse le spalle con un sorriso divertito. A quanto pareva, la sua compagna di gioco del vicolo era stata molto più audace di quanto lui si sarebbe aspettato… e adesso, com’era accaduto prima di lei a molti contadini che erano diventati guerrieri, stava scoprendo che non c’era nulla che poteva far avvertire i morsi della fame più del sapore dell’avventura. Naturalmente, fin troppo presto accadeva che il pasto ricevuto consistesse in un buon tratto di acciaio affilato, ma non era il caso di deprimerla avvertendola di questo. Adesso era in ballo, e non aveva modo di tornare indietro, cosa di cui doveva essersi già resa conto da sola, a giudicare dalla sua espressione.

Nella fioca luce delle lampade, Elminster si guardò intorno alla ricerca della giovane nobildonna che aveva visto danzare poco prima, scoprendo che lei si era… saggiamente… eclissata. Peccato. In quella ragazza c’era qualcosa che destava in lui l’idea di poter generare tanti piccoli maghi…

3.

La qualità dell’esca

Protendo la mano e il pesce nuota dritto nella mia rete… come sempre.

Dipende tutto dalla qualità dell’esca che si offre.

Fzoul Chembryl, Sommo Signore degli Zhentarim
Conquistando ciò che voglio nel mondo: Parole secondo le quali tutti i Confratelli devono vivere
(testo di un discorso, fatto circolare fra gli Zhentarim)
Anno dell’Arpa Senza Corde

Adesso alcuni dei partecipanti alla festa erano decisamente ubriachi, e Narnra fu costretta ad aggirare persone stese al suolo in preda allo stordimento indotto dal vino oppure impegnate a vomitare… alcune sotto lo sguardo attento di vigili guardie del corpo… nel tentativo di individuare il vecchio mago o qualcuno che potesse essere lui.

Lungo il tragitto era intanto riuscita ad afferrare un solo pasticcio di carne, conquistandolo con un balzo acrobatico che purtroppo le aveva fruttato più di uno sguardo di ammirazione, e lo aveva trovato decisamente delizioso, con il sugo che conteneva rene di agnello e un po’ di selvaggina; il ricco retrogusto che esso le aveva lasciato in bocca le aleggiava ancora sulla lingua, caldo e confortante.

Quella non poteva essere la famigerata Skullport, perché nessuna di quelle persone le appariva familiare e il loro linguaggio suonava diverso, sia pure in maniera minima, senza contare che, a giudicare dai discorsi, lì si stava complottando una ribellione contro un re che era a stento tale, o qualcosa del genere… possibile che quella gente fosse davvero tanto audace, o tanto stupida? Narnra aveva la sgradevole sensazione che una quantità di guerrieri regi fosse in procinto di lanciarsi alla carica attraverso porte e arcate che lei non era ancora riuscita a individuare, decisa a massacrare chiunque avesse trovato in quel luogo, inclusi eventuali ladri girovaghi provenienti da Waterdeep.

Come una stupida ingenua, aveva attraversato una porta magica di qualche tipo ed era finita nel bel mezzo di un’avventura che presto le sarebbe potuta costare la vita. Per gli dei, doveva trovare quel vecchio mago!

Naturalmente, era anche possibile che lui fosse sgusciato via per andare altrove e che non avesse nulla a che fare con quel branco di ubriaconi; forse, in quello stesso momento era impegnato a radunare le truppe che li avrebbero sterminati, oppure era possibile che fosse lui stesso il capo di quella cospirazione… anche se, considerato il modo in cui si era comportato con lei, Narnra non riusciva a capire perché non si fosse limitato ad avanzare nel centro della stanza e ridurre tutti all’obbedienza con un incantesimo.

Quali che fossero gli intenti del vecchio mago, comunque, se era decisa a salvare la propria pelle liscia, seppur poco attraente, Narnra Shalace avrebbe fatto meglio a esplorare ogni cantina per vedere dove portasse e quali arcate sfociassero all’aperto, perché non era salutare rischiare di finire intrappolata in quel posto che, a giudicare dall’odore, poteva benissimo trovarsi molto sotto il livello del mare, ed essere quindi inondabile a piacimento con il ricorso a un incantesimo che ne infrangesse le pareti o con la semplice apertura di una chiusa… cosa che avrebbe risparmiato alle autorità anche la fatica di inseguire i ribelli e di intimare loro la resa.

Ormai pareva che molti fra i presenti stessero cominciando ad allontanarsi alla spicciolata dalla folla che si accalcava sotto le lampade, e da ogni parte piccoli gruppi di individui impegnati a complottare in toni eccitati stavano cercando l’intimità offerta dagli angoli in penombra. Poiché ovunque circolavano guardie del corpo dall’aria attenta, Narnra badò a non mostrarsi troppo interessata a chiunque mentre proseguiva attraverso arcate laterali e intorno alle colonne, alla ricerca di una rampa di gradini che portasse verso l’alto.

«Vedi, il bello della cosa è proprio questo…»