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E poiche sapeva che sarebbe stato fatale permettere al risentimento di Voy di crescere ancora, Harlan disse, senza lasciargli tempo per riflettere:

«Spero che la vostra riconoscenza giungera al punto di indurre la vostra Sezione a svolgere un lavoretto per me.»

«Un lavoretto?»

«Si, un Progetto di Vita. Ho qui i dati necessari, insieme a quelli di un Mutamento di Realta consigliato per il 482°. Desidero conoscere gli effetti del Mutamento sugli schemi di probabilita di un certo individuo.»

«Non credo di capirvi del tutto,» disse lentamente il Sociologo. «Certamente avrete i mezzi per fare questo nella vostra Sezione?»

«Infatti. Ciononostante, la ricerca nella quale sono impegnato attualmente e una faccenda personale, che non desidero sia messa agli atti, per il momento. Sarebbe difficile svolgerla nella mia Sezione, senza che…» Con un gesto vago, diede una conclusione incerta alla frase incompiuta.

«Dunque,» disse Voy, «Desiderate che non si svolga attraverso i canali ufficiali.»

«Desidero che sia fatta in forma confidenziale, e avere una risposta confidenziale.»

«Be', andiamo, si tratta di una procedura irregolare. Non posso acconsentire.»

Harlan corrugo la fronte.

«Non mi sembra piu irregolare della mia mancata denuncia del vostro errore al Consiglio d'Ogniquando. A questa irregolarita non avete sollevato eccezioni. Se dobbiamo seguire i rigidi criteri della norma in un caso, dobbiamo adottare la medesima politica nell'altro. Mi seguite… spero?»

L'espressione di Voy era la piu chiara risposta possibile a quella domanda. Il Sociologo tese la mano.

«Posso vedere i documenti?»

Harlan senti la sua tensione allentarsi, sia pure di poco. La parte peggiore era passata. Osservo ansiosamente il Sociologo, chino sui documenti che gli aveva consegnato.

Voy fece un solo commento, durante la lettura:

«Per il Tempo, ma e un Mutamento di Realta minimo!»

Harlan prese al volo questa opportunita, e improvviso:

«Infatti. Per me, e troppo trascurabile. La discussione verte proprio su questo particolare: il Mutamento e al di sotto della differenza critica, e io ho scelto un particolare individuo come campione. Naturalmente, non sarebbe diplomatico servirmi dei mezzi della nostra Sezione, prima di avere ottenuto la certezza di avere ragione.»

Voy non si dimostro ricettivo a queste spiegazioni, e Harlan si fermo, comprendendo che era inutile spingersi oltre i limiti della prudenza.

Il Sociologo sollevo il capo.

«Passero il tutto a uno dei miei Progettisti di Vita. La cosa rimarra confidenziale. Voi stesso capirete, pero, che questo non deve creare un precedente.»

«Naturalmente.»

«E se non vi dispiace, vorrei assistere subito al Mutamento di Realta. Sono sicuro che ci farete l'onore di condurre personalmente il M.M.N.»

Harlan annui.

«Me ne assumo tutte le responsabilita.»

Due degli schermi della sala di visione erano in funzione, quando essi vi entrarono. Gli ingegneri li avevano gia messi a fuoco sulle esatte coordinate di Spazio e Tempo, e poi se n'erano andati. Harlan e Voy erano soli, nella stanza scintillante. (L'insieme di pellicole molecolari era in funzione, non c'erano dubbi, ma Harlan stava guardando gli schermi).

Entrambe le immagini erano immobili. Avrebbero potuto apparire delle scene morte, poiche rappresentavano degli istanti matematici del Tempo.

Una immagine era in nitidi colori naturali; rappresentava la sala macchine di quella che Harlan sapeva essere un'astronave sperimentale. Una porta si stava chiudendo, e nella fessura che rimaneva era appena visibile una scarpa scintillante di un materiale rosso e semitrasparente. Era immobile. Tutto era immobile. Se l'immagine fosse stata tanto nitida da mostrare i granelli di polvere sospesi nell'aria, anch'essi sarebbero apparsi immobili.

Voy disse:

«La sala macchine restera vuota per due ore e trentasei minuti, dopo l'istante visualizzato. Questo nella Realta attuale, naturalmente.»

«Lo so,» mormoro Harlan. Stava infilando i guanti, e i suoi occhi stavano gia fissando nella mente la posizione del recipiente critico nel suo scaffale, misurando i passi necessari per raggiungerlo, valutando la posizione migliore nella quale trasferirlo. Lancio una rapida occhiata all'altro schermo.

Se la sala macchine, che si trovava nel campo definito «presente» rispetto alla Sezione d'Eternita nella quale essi si trovavano, appariva nitida e nei colori naturali, l'altra scena, che si trovava a circa venticinque Secoli nel «futuro», aveva la lucentezza azzurra tipica di tutte le visioni del «futuro».

Era un astroporto. Un cielo di un azzurro profondo, degli edifici azzurrini di nudo metallo su una terra verde-azzurra. Un cilindro azzurro di strana fattura, dalla base a bulbo, si ergeva in primo piano. Sullo sfondo, erano ritti altri due cilindri bulbosi. Tutti e tre puntavano verso il cielo delle punte divise da una scanalatura che giungeva nelle profondita delle astronavi.

Harlan corrugo la fronte.

«E un disegno strano.»

«Elettrogravita,» spiego laconicamente Voy. «Il 2481° e l'unico Secolo che sviluppi una tecnica di volo spaziale a elettrogravita. Ne propellenti, ne nucleonica. Esteticamente, e un sistema bellissimo: e un vero peccato che ora dobbiamo Mutare la sua Realta. Un vero peccato.» I suoi occhi fissarono Harlan, con evidente disapprovazione.

Harlan serro le labbra. Disapprovazione, certo! Perche no? Era lui il Tecnico.

Certo, era stato qualche Osservatore a fare rapporto sui particolari dell'abuso di droga. Era stato qualche Statistico a dimostrare che i recenti Mutamenti avevano aumentato il livello di consumo e di assuefazione, tanto da farne il piu elevato di tutte le attuali Realta umane. Qualche Sociologo, probabilmente lo stesso Voy, aveva dato l'interpretazione di questo elemento per tracciare un profilo psichiatrico di una societa. Infine, qualche Calcolatore aveva elaborato il Mutamento di Realta necessario per abbassare l'assuefazione alla droga ai limiti di sicurezza, e aveva scoperto che, operando il Mutamento, ci sarebbe stato un effetto collaterale che avrebbe influito sulla tecnica del volo spaziale elettrogravitazionale, facendola praticamente svanire. Dieci, cento uomini di ogni posizione e qualifica nell'Eternita avevano avuto mano in quel Mutamento.

E poi, alla fine, un Tecnico come Harlan doveva entrare in gioco. Seguendo le istruzioni che tutti gli altri avevano preparato congiuntamente per lui, sarebbe stato lui a originare il vero e proprio Mutamento di Realta. E allora tutti gli altri lo avrebbero fissato con aria accusatrice, perfette immagini di nobilta offesa. I loro sguardi avrebbero detto: Tu, e non noi, hai distrutto questa meraviglia.

E per questo motivo essi lo avrebbero condannato ed evitato. Era cosi, e sarebbe stato cosi. Tutti scaricavano su di lui le loro colpe, e lo disprezzavano.

«Comunque le astronavi non contano,» disse Voy. Il suo sguardo era sempre fisso su Harlan. «Contano invece quelle cose.»

Le «cose» erano persone, rimpicciolite dalla vicinanza delle astronavi, proprio come la Terra e la societa della Terra venivano sempre rimpicciolite dalle dimensioni fisiche del volo spaziale.

Erano piccole marionette riunite a grappoli, quelle persone. Le loro braccia e gambe minuscole erano sollevate in posizioni innaturali, immobilizzate in quell'istante di Tempo.

Voy scrollo le spalle.

Harlan stava regolando il piccolo generatore di campo che teneva al polso.

«Vediamo di sbrigare questo lavoro,»

«Un momento. Voglio mettermi prima in contatto con il mio Progettista di Vita, per sapere quanto impieghera a svolgere il suo lavoro. E un'altra cosa che desidero portare a termine presto.»

Le sue dita si mossero rapide su un piccolo contatto mobile, e il suo orecchio ascolto attentamente lo schema fatto di ticchettii che giungevano in risposta. (Un'altra caratteristica di quella Sezione d'Eternita, penso Harlan… suoni codificati in ticchettii. Intelligente, ma ostentato, proprio come le pellicole molecolari).

«Ha detto che non ci vorranno piu di tre ore,» riferi alla fine Voy. «Tra parentesi, mi ha detto che gli piace molto il nome della persona in esame. Noys Lambent. E una femmina, vero?»

C'era un senso di soffocamento, nella gola di Harlan.

«Si.»

Voy piego le labbra in un lento sorriso.

«Sembra interessante. Mi piacerebbe vederla, senza farmi vedere. In questa Sezione non abbiamo visto una donna da mesi.»

Harlan non si fido della sua voce, e giudico piu prudente non rispondere. Fisso per un momento il Sociologo, e poi si volto, bruscamente.

Se c'era una lacuna nell'Eternita, questa riguardava le donne. Harlan aveva riconosciuto questa mancanza nel momento stesso in cui era entrato nell'Eternita, ma ne aveva avvertito il peso, personalmente, solo nel giorno in cui aveva conosciuto Noys. Da quel momento tutto era cambiato, in una successione di eventi che lo avevano portato al momento attuale… nel quale lui tradiva il suo giuramento di Eterno e tutto cio in cui aveva creduto.