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Gli capitava, a volte, di smarrirsi in un mondo ove la vita era vita, e la morte era morte; dove un uomo poteva rendere irrevocabili le proprie decisioni; dove il male non poteva essere impedito, ne il bene imposto, e dove la battaglia di Waterloo, essendo stata perduta, era realmente perduta per sempre. C'era perfino una poesia, che egli conservava come un tesoro, e che affermava come un dito, dopo avere scritto qualcosa, non avrebbe potuto ritornare indietro e disfare il proprio lavoro.

E in quelle circostanze era sempre difficile, era quasi uno choc, riportare i suoi pensieri all'Eternita, e a un universo nel quale la Realta era una cosa flessibile, che persone come lui potevano stringere in pugno e cambiare per farle assumere un aspetto migliore.)

Tutto questo era balenato nella mente dell'Osservatore Anziano Harlan, quando aveva notato la rassomiglianza tra il Calcolatore Finge e Babbo Natale… uno dei ricordi piu vividi di un tempo per lui passato…

L'illusione di trovarsi di fronte a un bonario Babbo Natale era svanita completamente quando Hobbe Finge gli aveva rivolto la parola in modo brusco e pratico:

«Potrete cominciare domani, con una ricognizione completa dell'attuale Realta. Voglio un lavoro buono, completo, e pertinente. Non sara permessa alcuna trascuratezza. La vostra prima Carta Spazio-temporale sara pronta domattina. Chiaro?»

«Si, Calcolatore,» In quel momento, Harlan aveva deciso che lui e l'Assistente Calcolatore Hobbe Finge non sarebbero diventati buoni amici, e non si era trattato di un pensiero piacevole.

Il mattino dopo Harlan aveva ricevuto la sua Carta, compilata nei complessi arabeschi di perforazioni che uscivano dal Computaplex. Aveva usato un traduttore tascabile per tradurre quei segni codificati in Intertemporale Standard, poiche non aveva voluto commettere neppure il minimo errore proprio all'inizio. Naturalmente, l'uso del traduttore sarebbe stato superfluo, perche Harlan aveva gia raggiunto lo stadio nel quale aveva potuto leggere direttamente il codice del Computaplex.

La Carta gli aveva spiegato dove e quando, nel mondo del 482° Secolo, avrebbe o non avrebbe potuto andare; che cosa avrebbe o non avrebbe potuto fare; che cosa avrebbe dovuto evitare a tutti i costi. La sua presenza doveva infatti limitarsi ai luoghi e ai momenti in cui non avrebbe danneggiato direttamente o indirettamente la Realta.

Il 482° non era mai stato un Secolo facile, per lui. Completamente dissimile dal suo Secolo natale, cosi austero e conformista, quella era stata un'epoca senza etica ne principi, almeno come Harlan li concepiva, un Secolo edonistico, materialista, piuttosto matriarcale; l'unica epoca (Harlan aveva controllato meticolosamente, ed era stata una ricerca lunga e faticosa) nella quale si praticava su vasta scala l'ectogenesi, e nel quale il 40% delle donne contribuivano alla generazione di nuove vite fornendo solo un ovulo fecondato. Il matrimonio nasceva e finiva per mutuo consenso tra i coniugi, e il suo valore legale era quello di un accordo personale privo di qualsiasi potere vincolante. L'unione ai fini della procreazione era, naturalmente, differenziata accuratamente dalle funzioni sociali del matrimonio, ed era dettata solo da principi genetici.

Harlan aveva giudicato quella societa malata, da cento diversi punti di vista, e matura per un Mutamento di Realta. Piu di una volta aveva pensato che la sua presenza in quel Secolo, come uomo di un'altra epoca, avrebbe potuto modificarne la storia. Se la sua presenza, che gia costituiva un turbamento, fosse stata abbastanza significativa in qualche punto chiave, un ramo diverso di probabilita sarebbe diventato reale, un ramo nel quale milioni di donne amanti del piacere sarebbero state trasformate in autentiche madri dai sentimenti puri. Si sarebbero ritrovate in una Realta nuova, con tutti i ricordi propri di quella nuova Realta, e non avrebbero potuto pensare, sognare, e neppure immaginare di essere state diverse.

Disgraziatamente, per fare questo, egli avrebbe dovuto uscire dai confini stabiliti dalla Carta Spazio-temporale, e questo sarabbe stato impensabile. E anche se non fosse stato cosi, uscire dai confini imposti in posizioni casuali avrebbe potuto cambiare la Realta in molti modi. Avrebbe potuto perfino peggiorarla. Solo un'analisi accuratissima, e un Calcolo preciso, potevano isolare con precisione assoluta la natura di un Mutamento di Realta.

Indipendentemente dalle sue opinioni personali, Harlan era rimasto esteriormente un Osservatore, e l'Osservatore ideale era semplicemente un insieme di terminali nervosi capaci di percepire la Realta, collegati a un meccanismo capace di fornire dei rapporti. Tra le percezioni e il rapporto non doveva esserci alcun intervento emotivo.

Sotto questo aspetto, i rapporti di Harlan erano stati perfetti.

L'Assistente Calcolatore Finge lo aveva convocato, dopo avere ricevuto il suo secondo rapporto settimanale.

«Mi congratulo con voi, Osservatore,» aveva detto Finge, con voce priva di calore. «Per la precisione e la chiarezza dei vostri rapporti. Ma che cosa pensate, in realta?»

Harlan aveva cercato rifugio in un'espressione impenetrabile, e il suo volto aveva cercato l'immobilita assoluta del legno scolpito del suo Secolo natale.

«Non ho opinioni personali.»

«Oh, andiamo. Voi siete del 95°, e sappiamo entrambi cosa significa questo. Certamente questo Secolo deve turbarvi.»

Harlan aveva scrollato le spalle.

«C'e qualcosa, nei miei rapporti, che vi induce a credere che io sia rimasto psicologicamente turbato?»

Era una risposta che sfiorava l'impudenza, e questo era stato evidente nel tamburellare nervoso delle dita del Calcolatore sulla scrivania. Finge aveva detto:

«Rispondete alla mia domanda.»

«Da un punto di vista sociologico, molte sfaccettature del Secolo rappresentano un estremo,» aveva risposto allora Harlan. «Gli ultimi tre Mutamenti di Realta avvenuti nei Secoli vicini hanno accentuato questo fenomeno. A suo tempo, credo che questa situazione debba essere corretta. Gli estremi non sono mai positivi.»

«Allora vi siete preso il disturbo di controllare le Realta passate del Secolo.»

«Come Osservatore, devo controllare tutti i fatti pertinenti.»

Si era trattato di una risposta definitiva. Harlan, naturalmente, aveva avuto il diritto e il dovere di controllare quei fatti. E Finge lo aveva saputo. Ogni Secolo veniva continuamente scosso dai Mutamenti di Realta. Nessuna Osservazione, per quanto meticolosa, poteva essere valida per molto tempo, senza un continuo riesame dei dati pertinenti. La normale procedura dell'Eternita era quella di mantenere sotto perenne Osservazione ogni Secolo. E per Osservare in maniera valida era necessario presentare non solo i fatti dell'attuale Realta, ma anche la loro relazione con quelli delle Realta precedenti.

Tuttavia Harlan aveva capito che l'interrogatorio non era stato semplicemente un atto di scortesia, da parte di Finge: e il Calcolatore gli era sembrato decisamente ostile.

In una circostanza successiva, Finge aveva detto ad Harlan, dopo essere entrato senza preavviso nel piccolo ufficio dell'Osservatore:

«I vostri rapporti producono un'impressione assai favorevole nel Consiglio d'Ogniquando.»

Harlan aveva interrotto il proprio lavoro, incerto, poi aveva detto:

«Vi ringrazio.»

«Tutti concordano nel dire che dimostrate un'insolita capacita di penetrazione.»

«Faccio del mio meglio.»

Finge aveva domandato, bruscamente:

«Avete mai conosciuto il Calcolatore Anziano Twissell?»

«Il Calcolatore Twissell?» Harlan aveva spalancato gli occhi. «No, signore. Perche me lo chiedete?»

«Sembra interessato ai vostri rapporti in maniera particolare.» Finge aveva abbassato il capo, imbronciato, cambiando subito argomento. «A me sembra che abbiate creato una vostra filosofia, un vostro punto di vista sulla storia.»

La tentazione era stata forte, per Harlan. Vanita e prudenza avevano combattuto brevemente, e la vanita aveva vinto.

«Ho studiato la storia del Primitivo, signore.»

«Storia del Primitivo? A scuola?»

«No, non esattamente, Calcolatore. Per conto mio. E il mio… il mio hobby. E come osservare la storia mentre questa e fissa, immobile! E possibile studiarla nei minimi particolari, mentre i Secoli dell'Eternita sono in continuo mutamento.» Quel pensiero aveva dato un certo calore alla sua voce. «E come se noi prendessimo una serie di immagini da un libro-film, e dedicassimo a ciascuna uno studio approfondito. Vedremmo molte cose che ci sfuggirebbero, se osservassimo lo svolgersi normale del film. Credo che questo mi aiuti molto, nel mio lavoro.»

Finge lo aveva fissato con evidente stupore, dilatando un poco gli occhi, ed era uscito senza fare commenti.

Il Calcolatore aveva rispolverato l'argomento in occasioni successive, rivolgendo ad Harlan domande sulla storia del Primitivo, e aveva ascoltato i commenti riluttanti dell'Osservatore senza mostrare alcuna espressione indicativa sul viso rubizzo.