Выбрать главу

— Lo so.

— Ma ce la farà? — chiese Alec.

Jameson non rispose subito. Le sue fattezze da uccello da preda erano impassibili. Infine disse: — Si rende conto della tua situazione e arriverà in tempo. Ha intenzione di sposare tua madre e dominare il Consiglio. Non lascerà che tu muoia. Non a quel modo, almeno.

Queste parole, stranamente, non sorpresero né sconvolsero Alec. Jameson non aveva detto niente che lui già non sospettasse.

— D'accordo — disse con la massima calma. — È d'importanza vitale che io e Kobol c'incontriamo prima che le sue truppe arrivino qui. Ho ormai un quadro pressoché completo delle difese di Douglas e entro un paio di settimane riempirò le ultime lacune. Anche se Kobol dispone di un grosso esercito, tutte queste informazioni gli saranno preziose.

— Lo so — rispose Jameson con un lieve impaccio. — Mi ha mandato apposta perché tu mi fornisca questo tipo di informazioni.

— No — rispose senza esitare Alec. — Ne parlerò solo a Kobol, e a nessun altro.

Jameson non fece commenti né diede a vedere come la pensava in proposito.

— Si tratta di qualcosa in più che di fornire le informazioni sulle difese — proseguì Alec. — Bisogna elaborare la strategia da seguire, mettersi d'accordo sul modo di attaccare Douglas. Se tu tornassi coi dati che io ho ricavato, Kobol arriverebbe qui coi piani di battaglia già bell'e fatti. E l'esito potrebbe essere disastroso.

— Devo riferirglielo?

— Digli quello che ti pare. Ma io devo vederlo prima che il suo esercito arrivi da queste parti. Lascio a te stabilire il tempo e il luogo.

Jameson distolse lo sguardo da Alec per portarlo sul panorama innevato, sulle chiazze di terreno nudo dove si era sciolta la neve, sul cielo terso. — Non tenterà di ucciderti — disse piano. — Però cercherà di tenerti sempre d'occhio… di farti prigioniero.

— Dici che un incontro con lui potrebbe risolversi in una trappola?

— Potrebbe darsi.

— Posso contare su di te perché questo non avvenga?

Voltandosi per fissare su di lui i suoi occhi di falco, Jameson rispose: — Io sono solo un uomo. Lui ne ha migliaia d'altri al suo seguito.

— Lo so — disse Alec. — Ma se le cose si mettessero al peggio, tu staresti dalla mia?

Passò quasi un minuto prima che Jameson rispondesse. — Tu sei sempre il comandante nominato dal Consiglio — disse, — e lui è il tuo vice. — Jameson si rilassò abbozzando un sorriso. — Io ho servito sia sotto di te sia sotto di lui. Se le cose si mettessero al peggio, starei dalla tua.

Alec sospirò di sollievo e tese la mano che Jameson gli strinse accentuando il sorriso.

— Siamo tutt'e due matti, sai — disse.

— Lo so — rispose Alec. — Lo so.

Dopo lunghe, noiose trattative per radio, finalmente l'incontro fu combinato. Si accordarono di trovarsi a bordo di un battello nel tratto superiore del fiume Delaware in un posto che sulla mappa era definito Delaware Water Gap (Varco), termine che Alec non riuscì a spiegarsi finché non fu sul posto.

La neve andava rapidamente sciogliendosi al sole e il terreno fangoso impediva di procedere celermente. Alec, accompagnato da quattro uomini scelti fra i suoi migliori, si diresse verso sud a cavallo seguendo l'itinerario indicato dalla carta. Fu un viaggio arduo, che durò una settimana.

Il quinto giorno, quando raggiunsero il tratto superiore del Delaware furono raggiunti da Furetto, che andò loro incontro e proseguì trottando di fianco al cavallo di Alec con un sorriso felice sulla faccia smunta e raggrinzita. Era tutto sporco di fango, ma sulla groppa del suo ronzino c'erano un paio di uccelli selvatici.

— Furetto! — esclamò Alec contento di rivederlo. — Dove sei stato tutto l'inverno?

— In giro. A caccia — rispose il giovane. — Quasi sempre sui monti — spiegò indicando con un gesto vago verso il sud.

— E come hai fatto a trovarci?

Furetto si grattò la guancia, tornò a sorridere, e mormorò qualcosa d'inintelligibile. Alec non insisté. Quel ragazzo tutto pelle e ossa era un tipo fatto a modo suo, e Alec era contento di averlo al suo fianco. Furetto, a quanto lui poteva vedere, non aveva armi, ma la sua specialità consisteva nel catturare la selvaggina con lacci e trappole. Grazie a lui, avrebbero potuto nutrirsi meglio.

Il gruppetto proseguì lungo la valle scavata dal fiume, dove era più facile avanzare. E quando raggiunsero Water Gap, Alec capì subito perché si chiamava così. Il Delaware si era aperto un varco fra due alti dirupi tagliando strati di roccia striata per effetto della sua erosione.

Alla base dei dirupi c'era una strada percorribile lungo la riva del fiume. Erano i resti di un'antica autostrada. Il cemento, screpolato e coperto di frantumi di roccia, non impediva ai cavalli di avanzare di buon passo. Fu un enorme sollievo dopo avere marciato per tanti giorni nel terreno fangoso. Alec e i suoi continuavano a scrutare i pendii scoscesi sui due lati, ottimo posto per un'imboscata. Alberi e cespugli erano ancora spogli, per cui il terreno era ancora nudo e non offriva nascondigli.

Furetto spariva per quasi tutta la giornata per poi tornare tutto allegro con selvaggina sufficiente a riempire lo stomaco di tutti.

Nel punto più stretto del Gap trovarono una sorpresa: l'arcata di un ponte di acciaio e cemento che varcava il fiume. Sembrava ancora in buone condizioni, finché non lo si esaminava da vicino. Ancorato alla base di uno dei piloni di sostegno del ponte, c'era un piccolo battello a motore.

Constatandone le dimensioni, Alec valutò che non potevano esserci più di quattro o cinque uomini a bordo. Non saremo inferiori di numero, pensò, mentre dirigevano i cavalli verso un sentiero che scendeva alla riva, a meno che Kobol non abbia altre imbarcazioni nascoste più a monte.

Il battello era ancorato vicino a riva, cosicché Alec e due dei suoi poterono raggiungere a guado il barcarizzo. Gli altri uomini di Alec, e due di quelli di Kobol, rimasero a terra con i cavalli.

— Piacere di rivederti — disse con voce atona Kobol quando Alec fu salito a bordo. Era più magro dell'ultima volta che Alec l'aveva visto, più asciutto e indurito. Reggeva un bastone nella sinistra e porse ad Alec la destra, dura e secca come il cuoio. Teneva come sempre gli occhi socchiusi, come per mascherare lo sguardo.

— Sembra che la vita all'aperto ti abbia giovato — disse con un sorriso tutto denti. — Hai perso il grasso dell'infanzia.

Alec borbottò qualcosa in risposta, guardandosi in giro. La parte prodiera del ponte e il tetto della cabina erano coperti da pannelli solari. Non si vedevano armi, ma a poppa un telo d'incerata copriva qualcosa di grosso. Un laser, forse?

Preceduto da due dei suoi, Kobol fece scendere Alec in cabina. Altri due uomini li seguivano. Kobol si appoggiava al bastone. Entrarono in un minuscolo compartimento con cuccette pieghevoli inchiavardate alle paratie, e un tavolo sproporzionato all'ambiente incastrato fra due strette panche imbottite. Appuntata al tavolo c'era una mappa fotografica della base di Douglas.

— L'abbiamo messa insieme unendo le foto riprese dal satellite — spiegò Kobol mettendosi a sedere, con un sospiro di sollievo, fra i suoi due aiutanti. — Credo che la troverai molto precisa.

Alec, con i suoi uomini, prese posto sulla panca di fronte. Esaminò la mappa. Le foto erano molto dettagliate: riuscì perfino a distinguere la casa di Angela. Cosa stavamo facendo quando è stata ripresa questa foto?, si chiese oziosamente.

Un altro uomo comparve sulla soglia portando un vassoio di panini e bottiglie di birra.

— È ottima — disse Kobol offrendone una bottiglia ad Alec. — Poco alcolica. Una delle prime cose che gli abitanti di Miami hanno riattivato è stata la fabbrica di birra. Hanno quasi distrutto i boschi della regione per rifornirla di energia.