Rachel avvertì un brivido d'ansia. Era snervante il pensiero di affrontare di nuovo il mare dopo così poco tempo. "Risposte definitive" si disse, tentata da quella possibilità. "Pickering pretenderà di certo risposte definitive."
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Delta-Uno era contento di essere di nuovo a terra.
Malgrado avesse volato solo a mezzo regime su una rotta oceanica meno diretta, l'Aurora aveva completato il viaggio in meno di due ore, dando alla Delta Force un margine di vantaggio per prendere posizione e prepararsi all'ulteriore esecuzione richiesta dal capo.
Su una pista a uso esclusivamente militare poco fuori Washington, la Delta Force lasciò l'Aurora per imbarcarsi su un altro velivolo, un elicottero OH-58D Kiowa Warrior.
"Ancora una volta, il capo ha organizzato tutto al meglio" pensò Delta-Uno.
Il Kiowa Warrior, progettato in origine come un elicottero leggero da ricognizione, era stato "ingrandito e migliorato" dando luogo all'ultima generazione di elicotteri militari da combattimento. Vantava una telecamera termica a raggi infrarossi che forniva al designatore laser capacità autonoma di puntamento per armi di precisione laser-guidate come missili Stinger aria-aria e AGM-1148 Hellfire. Un processore di segnali a controllo numerico ad alta velocità forniva la localizzazione simultanea di sei diversi bersagli. Pochi nemici avevano visto da vicino un Kiowa ed erano sopravvissuti abbastanza a lungo da raccontarlo.
Delta-Uno avvertì un noto senso di potenza mentre sedeva al posto del pilota e assicurava la cintura. Si era addestrato su quel velivolo e l'aveva già usato in tre missioni segrete, mai, però, per dare la caccia a un personaggio americano di tale livello. Doveva ammettere che il Kiowa era perfetto per quel lavoro. Il motore Rolls-Royce Allison e le pale semirigide erano silenziosi, il che significava che gli obiettivi al suolo non sentivano arrivare l'elicottero finché non era proprio sopra di loro. In grado di volare alla cieca senza luci e dipinto di nero opaco, privo di numeri rifrangenti sulla coda, risultava invisibile a meno che l'obiettivo non possedesse un radar.
"Elicotteri neri silenziosi."
Quei velivoli facevano impazzire i teorici della cospirazione. Alcuni sostenevano che l'invasione di elicotteri neri silenziosi era la prova dell'esistenza di "truppe d'assalto del Nuovo ordine mondiale" al comando delle Nazioni Unite. Altri proclamavano che fossero sonde aliene. Altri ancora, vedendo i Kiowa di notte in formazione serrata, si erano convinti che si trattasse di luci fisse di un mezzo aereo molto più grande: un'enorme astronave capace di volare verticalmente.
Un altro errore, ma ai militari la diversione faceva comodo.
Durante una recente missione, Delta-Uno aveva pilotato un Kiowa armato con la più segreta tecnologia militare, un'ingegnosa arma olografica soprannominata S M. Malgrado l'ovvia associazione con il sadomasochismo, S M stava per "smoke and mirrors", fumo e specchi: si trattava infatti di ologrammi proiettati in cielo sopra il territorio nemico. Il Kiowa aveva usato la tecnologia S M per proiettare ologrammi di aerei statunitensi sopra un'installazione contraerea nemica. I serventi della contraerea, presi dal panico, avevano sparato all'impazzata ai fantasmi che volteggiavano in alto e, quando ebbero terminato le munizioni, gli Stati Uniti avevano mandato gli aerei veri.
Mentre con i suoi uomini si staccava dalla pista, Delta-Uno risenti le parole del capo. "Avete un altro obiettivo." Sembrava una definizione decisamente eufemistica, considerata l'identità del nuovo bersaglio. Ma non toccava a lui fare osservazioni. La sua squadra aveva ricevuto un ordine é istruzioni precise sul metodo da usare: metodo assai singolare, che comunque avrebbero adottato.
"Mi auguro che il capo sia certo che questa è la mossa giusta."
Lasciata la pista di decollo, Delta-Uno si diresse verso sudovest. Aveva visto in due occasioni il Franklin Delano Roosevelt Memorial, ma quella sera l'avrebbe osservato per la prima volta dall'alto.
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«Il meteorite è stato in origine scoperto da un geologo canadese?» Gabrielle fissava sbalordita Chris Harper, il giovane programmatore. «E questo canadese è morto?»
Harper annuì con aria tetra.
«Da quanto lo sa?»
«Un paio di settimane. Il direttore e Marjorie Tench, dopo avermi costretto ad affermare il falso durante la conferenza stampa, mi dissero la verità su come era stato trovato il meteorite, sapendo che a quel punto non avrei potuto rimangiarmi la parola.»
"Non è stato il PODS a individuarlo!"
Gabrielle non aveva idea di dove l'avrebbe portata quell'annuncio, senz'altro sensazionale. Brutte notizie per la Tench. Ottime per il senatore.
«Come ho accennato» continuò Harper in tono grave «il meteorite è stato individuato in seguito all'intercettazione di una comunicazione radio. Conosce il programma INSPIRE, Interactive NASA Space Physics Ionosphere Radio Experiment?»
Gabrielle ne aveva sentito parlare vagamente: era un progetto di ricerca interattivo che mirava a studiare i segnali radio nella ionosfera.
«In sostanza, è costituito da una serie di ricevitori di onde radio a bassissima frequenza, le cosiddette VLF, situati vicino al polo Nord, che ascoltano i suoni della Terra: segnali emessi dalle onde di plasma nelle aurore boreali, impulsi di onde radio a banda larga prodotte dai fulmini, questo genere di cose.»
«Capisco.»
«Qualche settimana fa, un ricevitore di INSPIRE ha colto una trasmissione casuale dall'isola di Ellesmere. Un geologo canadese chiedeva aiuto a una frequenza estremamente bassa.» Harper fece una pausa. «In realtà, la frequenza era talmente bassa che nessuno, tranne gli apparecchi VLF della NASA avrebbe potuto captarla. Abbiamo pensato che il canadese mirasse alle onde lunghe.»
«Prego?»
«Che volesse trasmettere alla frequenza più bassa possibile per arrivare alla massima distanza. Tenga presente che si trovava in un posto desolato, e quindi una trasmissione a frequenza standard probabilmente non sarebbe andata abbastanza lontano da essere captata.»
«Cosa diceva il messaggio?»
«Il canadese comunicava solo che durante una serie di sondaggi della banchisa di Milne aveva individuato una zona ultradensa nel ghiaccio. Sospettava si trattasse di un meteorite gigantesco. Ma mentre faceva le misurazioni, era stato sorpreso da una bufera. Dava le sue coordinate e chiedeva aiuto. Il posto di ascolto della NASA inviò un aereo da Thule per soccorrerlo. Lo cercarono per ore e infine scoprirono il suo corpo ad alcuni chilometri dalla posizione comunicata, in fondo a un crepaccio insieme alla slitta e ai suoi cani. Evidentemente aveva cercato di fuggire ma, accecato dalla tormenta e finito fuori pista, era precipitato.»
Gabrielle rifletté sull'informazione. «Quindi la NASA è venuta a sapere di un meteorite di cui nessun altro aveva sentito parlare?»
«Esatto. E, paradossalmente, se il mio software avesse funzionato a dovere, il satellite PODS avrebbe individuato lo stesso meteorite… una settimana prima del canadese.»
La coincidenza lasciò perplessa Gabrielle. «Come, un meteorite resta sepolto nel ghiaccio per trecento anni e per poco non viene scoperto due volte nella stessa settimana?»
«Lo so, è strano, ma la scienza è così. O si banchetta o si fa la fame. Il punto è che il direttore riteneva che il meteorite sarebbe stato comunque una nostra scoperta, se io avessi fatto bene il mio mestiere. Mi ha detto che, morto il canadese, nessuno avrebbe sospettato alcunché se io avessi riposizionato il PODS sulle coordinate comunicate dal canadese nel suo SOS. A quel punto avrei potuto fingere di avere scoperto il meteorite per caso, recuperando quindi un minimo di credibilità malgrado il mio increscioso errore.»