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«In questo caso, il surrogato del capro espiatorio siamo «noi».»

«Perché «noi»?»

«Perché noi siamo, perché «lei è», il tramite delle comunicazioni intelligibili con la cometa di Halley.»

«A Washington tentano forse di dire che siamo stati noi a sobillare la cometa?»

«Per essere precisi, sì.»

«Ma è ridicolo.»

«Davvero? Come possono sapere che non abbiamo fatto una cosa del genere? E già che ci siamo: come faccio a sapere «io» che non lo ha fatto «lei»?»

«Per bene o male che vada, non siamo ancora progrediti fino a questo punto.»

«Fino a quale punto è progredito lei, effettivamente?»

«Ho fatto buoni progressi nel campo numerico e scientifico. Qualche progresso nella semantica. Nessun progresso in politica.»

«Allora, perché è successo tutto questo? Provi a ripensarci, Newton! Che caos! Tutto come se fosse stato vero. I satelliti che scoprono i missili con i raggi infrarossi, gli impulsi radar riflessi come se si fosse trattato di autentici missili. E questo ha fatto scattare l’intero sistema d’allarme degli Stati Uniti, quello civile e quello militare. L’allarme era stato dato in ogni paese e città d’America. La popolazione si è precipitata nei rifugi per sfuggire ai raggi gamma. La televisione e la radio l’avevano avvertita che sarebbero arrivati in pochi minuti o secondi. La gente sulle autostrade ha sentito queste notizie e ha finito per tamponarsi a vicenda formando giganteschi grovigli di macchine oppure ha abbandonato le automobili intasando tutta la rete stradale. Nelle città provviste di metropolitana, come Washington, la gente si è precipitata nelle stazioni in tale numero da costringere le autorità a togliere la corrente elettrica per impedire che migliaia di persone restassero fulminate toccando la terza rotaia sotto tensione. Le sirene destinate a mettere in allarme i civili hanno continuato a ululare ancora per molto tempo quando i missili avrebbero dovuto già essere andati a segno. Ci sono volute ore e ore per porre fine al caos.»

«Noi abbiamo subito un identico stress, Cancelliere.»

«Sì, ma gli americani sono convinti più di noi di avere l’inalienabile diritto di essere risarciti per lo stress.»

«Come sarebbe a dire?»

«Provi a ragionarci sopra, sul risarcimento per lo stress, voglio dire. Calcoli che lo stress sofferto per aver trascorso varie ore nella convinzione di trovarsi esposto a un attacco nucleare valga mille dollari, una cifra che quasi tutti troverebbero ridicola. Eppure, mille dollari per ogni uomo, donna e bambino d’America farebbero salire la richiesta di risarcimento totale a duecentocinquanta miliardi di dollari. Per pagare un risarcimento simile ci vuole un capro espiatorio abbastanza ben provvisto. Inoltre, secondo la nostra ambasciata a Washington, i lanci e gli scoppi non furono solo un’illusione elettronica. Chiunque si sia trovato nelle vicinanze della superficie è stato colpito da una forma di temporanea alienazione mentale. Ho ricevuto una relazione da uno degli addetti alla nostra ambasciata a Washington, un giovanotto chiamato Tim Bassett. Le leggerò il punto più significativo», rispose il Cancelliere estraendo dalla borsa portacarte una sottile cartella.

«’Ero di servizio’», lesse il Cancelliere, «’quando è risuonato l’allarme che preannunciava un attacco imminente. Ho tentato subito di stracciare certi documenti invece di scendere in cantina dove si trova il rifugio dell’ambasciata. E’ stato mentre ero impegnato in questa bisogna che uno stato mentale strano e finora mai provato si è impadronito di me. In un attimo ho avuto la sensazione di essere diventato un animale in ibernazione e che il mio dovere era quello di sistemarmi per una lunga dormita invece di stracciare documenti.’»

Il Cancelliere richiuse di scatto la cartella.

«Basta così. Può sembrare roba da pazzi, ma collima con fatti che si sono indubbiamente verificati.»

«Quali fatti?»

«Che Washington si è fatta completamente deserta. All’inizio, le sirene dell’allarme aereo hanno fatto scendere la maggioranza della popolazione nei sotterranei. Poi il fenomeno, qualunque esso fosse, che ha colpito la città ha svuotato le strade delle poche persone rimaste.»

«Tutto questo può essere molto interessante, Cancelliere, ma non riesco a vedere dove c’entriamo noi.»

«Noi subiamo pressioni, grosse pressioni, da tutte e due le parti. Al punto», concluse il Cancelliere, «che potremmo essere costretti a ripiegare.»

«Ripiegare?»

«Abbandonare tutto il programma.»

«Vuol sapere una cosa, Cancelliere?» disse Isaac Newton con aria perplessa. «Leggo dappertutto articoli e saggi e notizie che parlano di pressione. La Comunità Economica Europea che esercita pressioni sul Marocco, gli Stati Uniti che esercitano pressioni sul Brasile, l’Unione Sovietica che esercita pressioni sulla Siria. I commentatori non parlano d’altro. Ma, a meno che un esercito ostile non si trovi ai confini o che qualcuno sia in grado di togliervi il pane dalla bocca, secondo me non è altro che un’illusione, come quella di credersi un animale in ibernazione.»

«I leader politici formano una specie di club», cominciò il Cancelliere per spiegarsi.

«Questo lo posso credere.»

«Per cui abbiamo una specie di codice, un regolamento, al quale non veniamo meno. Neppure i russi lo fanno in maniera troppo vistosa. Voglio dire, noi non abbiamo l’abitudine di interferire negli equilibri politici all’interno delle altre nazioni. Per essere sincero, riesco a distinguere a malapena i partiti gli uni dagli altri o i loro programmi, persino trattandosi di nazioni così vicine a noi come la Germania. Io mi limito semplicemente a trattare con chi si trova a governare, in seguito a elezioni o in qualsiasi altra maniera.»

«Io pensavo che la CIA non facesse altro che interferire nelle elezioni ovunque, in tutto il mondo.»

«Avrei dovuto dire interferenze tra i paesi sviluppati. La CIA viene meno a queste regole nei paesi sottosviluppati, questo lo voglio ammettere. Ma questo è in fondo il motivo per cui la CIA si trova sempre alle prese con il Congresso degli Stati Uniti.»

«Sta tentando di dirmi, Cancelliere, che teme interferenze esterne nella politica britannica? Che gli altri soci del club stiano per infrangere le regole del codice e sconvolgere i piani di Washington?»

«Esattamente, Newton. Vede, ci sono mille maniere in cui le nazioni molto potenti possono interferire in modo tale da appoggiare il partito all’opposizione. Servendosi di pretesti economici, per esempio.»

«Ma voi avete una consistente maggioranza nel Parlamento, Cancelliere. Ottenuta in parte, dovrei forse dire, grazie alla nostra prima comunicazione con la cometa di Halley. Così non riesco a capire che cosa possa fare qualsiasi paese straniero per danneggiarvi.»

Il Cancelliere cominciò a misurare l’ufficio a passo cadenzato senza produrre alcun rumore sulla spessa moquette, una cosa di cui si rese improvvisamente conto. Si fermò e lisciò la moquette con il piede.

«Vuol sapere una cosa?» esclamò. «Non mi dispiacerebbe avere una moquette come questa nel mio ufficio.»

Poi riprese a marciare su e giù per esplodere finalmente con una voce molto irata: «Lei ha dimenticato la rivolta nei nostri ranghi parlamentari. Immagino che avrà letto i giornali. Non le sembra una faccenda piuttosto minacciosa?»

«Ho visto che l’opposizione sta per chiedere il voto di fiducia. Ma non è la prima volta. Non mi verrà a dire che il suo partito appoggerà l’opposizione?»

«Guardi, una volta che la gente comincia a disertare, il fenomeno diventa ben presto grave. Ogni astensione significa un voto di meno per la maggioranza. Ogni deputato che passa all’opposizione toglie due voti alla maggioranza. Così non occorrono molte diserzioni perché una maggioranza anche consistente scompaia completamente.»