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La camminata ebbe termine nella Visitor’s Gallery della Camera dei Comuni, un luogo molto decorato e costellato, il che sembrava un poco incongruo, di molti microfoni. La galleria era già quasi piena. Tre posti erano stati comunque riservati per loro. Un inserviente li accompagnò.

«Sto pregustando qualche bello scambio con tanto di invettive. Fa salire la temperatura», osservò aggiustando la punta del fazzoletto nel taschino della giacca.

Il presidente della Camera annunciò che il Primo Ministro avrebbe letto una comunicazione alla Camera, e il Primo Ministro cominciò subito.

«Signor presidente, onorevoli deputati, desidero riferire alla Camera le circostanze che hanno accompagnato gli avvenimenti del giorno 11 aprile di quest’anno. Alle due e quarantasei del pomeriggio di quel giorno ho ricevuto una telefonata personale dal Presidente degli Stati Uniti in cui questi mi informava di aver ordinato il lancio di missili Cruise in risposta a un attacco a sorpresa sovietico.»

Gli rispose un brontolio non ben definito dei deputati.

«Nessun atteggiamento preciso, per ora», bisbigliò Pingo.

«Come gli onorevoli deputati sapranno già, i segnali ricevuti dai sistemi di allarme americani si rivelarono una finzione, una finzione estremamente verosimile prodotta, questo governo ritiene, da interferenze elettroniche provenienti dalla cometa di Halley. Il governo, questo pure sarà noto agli onorevoli deputati, ha tenuto per qualche tempo contatti elettronici con la cometa. In base alle esperienze da noi acquisite sotto questo punto di vista ci fu già chiaro, alquanto prima che ad altri, che il supposto attacco a sorpresa sovietico era solo una finta. Avendo capito questo, divenne estremamente importante revocare l’ordine di lanciare i missili Cruise. Ciò venne fatto verso le tre e venti circa in seguito a consultazioni tra i comandanti dell’Esercito britannico e il comandante americano sul posto.»

A questo punto il Primo Ministro si rimise a sedere, accompagnato da un brusio non ben definito, e il presidente diede la parola al leader dell’opposizione.

«E’ stata solo una messinscena per stuzzicare l’opposizione», spiegò Pingo.

«Con la tendenza a travisare i fatti che la Camera ormai si aspetta dal Primo Ministro…» Il capo dell’opposizione cominciò, per fermarsi quando alle spalle si fecero udire gli applausi dell’opposizione.

«Con la tendenza a travisare i fatti, la tendenza a travisare i fatti, dico…» Il capo dell’opposizione s’interruppe di nuovo quando dai banchi del governo si alzarono grida di «tutte balle!» per cui al presidente non rimase altro da fare che gridare: «Ordine! Ordine!»

«… con la tendenza «a travisare i fatti» che la Camera ormai si aspetta dal Primo Ministro», insistette il leader dell’opposizione come una nave da guerra che fende i marosi in tempesta, «abbiamo sentito una comunicazione piena di mezze verità. E’ una mezza verità quella di affermare che il lancio dei missili Cruise è stato bloccato da «consultazioni». Che cosa è successo dei missili «effettivamente» lanciati prima della supposta ’consultazione’? La Camera ha diritto a una risposta esauriente, e il popolo britannico ha diritto a una risposta esauriente. Si deciderà il Primo Ministro a rivelare tutta la verità, a rivelare che un folle sistema militare è stato messo in moto da qualcosa che poi si è rivelato una semplice «finzione»? Una «fin-zio-ne». Pensateci sopra. Una «finzione» ha fatto partire dei missili che avrebbero potuto porre termine alla vita di centinaia di milioni di persone!»

Grida si alzarono da tutta la Camera. Pingo Warwick dovette ora compiere uno sforzo per limitarsi a commentare: «Tutta aria fritta».

Isaac Newton si astenne dall’obiettare che le parole del capo dell’opposizione rivelavano secondo lui un certo buon senso.

«E’ disposto il Primo Ministro a prendere in considerazione l’urgente necessità, alla luce di questi infelici avvenimenti, di riprendere in esame tutti i criteri sui quali era basata la sicurezza della Gran Bretagna?» chiese il leader dell’opposizione.

Il Primo Ministro si alzò in piedi e disse semplicemente: «Sissignore», al che i membri di entrambi i partiti alla Camera balzarono in piedi per affrontarsi, visto che era più facile gridare stando in piedi.

«Penso che andrò giù anch’io per far un po’ di cagnara. Vi prego di scusarmi», disse Pingo Warwick, spiacente di rinunciare all’incarico di accompagnatore, non riuscendo a resistere al desiderio di gettarsi nella mischia. Gridare dalla Visitor’s Gallery, infatti, era severamente proibito. Non che le urla degli ospiti potessero contribuire gran che alla buriana, rifletté Isaac Newton.

Il Primo Ministro era ancora in piedi. Dopo aver atteso che la tempesta si placasse, soggiunse: «Il governo tiene «sempre» sotto esame la sicurezza della nazione, e l’occasione attuale non si sottrae a questa regola fondamentale». Poi, il Primo Ministro sedette con un sorriso, come per dire: «Questa volta vi ho fregato».

Il presidente diede allora la parola a un deputato seduto nell’ultima fila del partito al governo.

«E’ disposto il Primo Ministro a chiarire la natura delle consultazioni che hanno avuto luogo tra noi e gli Stati Uniti, consultazioni politiche e militari?» chiese il deputato della maggioranza.

«Questa qui è più imbarazzante», bisbigliò Frances Margaret.

Il Primo Ministro rispose comunque con aria imperturbabile: «Le consultazioni a livello politico sono consistite nella telefonata che ho appena portato a conoscenza della Camera. A livello militare sono consistite in una richiesta avanzata dal comandante di zona britannico perché il lancio dei Cruise venisse interrotto. Ciò è accaduto, e devo sottolineare il fatto, quando ci siamo convinti che la situazione era dovuta in realtà ad una finta della quale ci siamo resi conto, com’è già stato detto alla Camera, un poco prima degli altri».

«E’ disposto il Primo Ministro ad assicurare la Camera che le relazioni con il governo degli Stati Uniti non sono state pregiudicate da questi avvenimenti?» continuò il deputato dell’ultima fila. Era chiaro che era pronto a fare un’altra domanda.

«Per quanto ci riguarda non vi è stato alcun motivo per un qualsiasi cambiamento nelle nostre relazioni con il governo degli Stati Uniti», rispose il Primo Ministro, sempre imperturbabile.

«E invece avrebbe dovuto esserci», gridò qualcuno dai banchi dell’opposizione. All’interruzione si aggiunsero grida di «risponda alla domanda!»

«Adesso si trova tra Scilla e Cariddi», disse Frances Margaret.

«Ha perfettamente ragione. Tra l’incudine e il martello», convenne una voce accanto a loro. «Ferguson del «Telegraph»», disse l’uomo tendendo la mano per presentarsi.

Il Primo Ministro replicò a sua volta: «Sono stati momenti difficili per tutti, e specialmente per il governo degli Stati Uniti. Una volta ristabilita la situazione spero ci si renda conto che tutto è stato fatto da noi per promuovere la causa della pace, e che non sarebbe stato un vantaggio per nessuno se altri missili fossero stati lanciati dal territorio britannico».

«Risponda alla domanda!» continuarono a urlare dai banchi dell’opposizione, cosa che provocò insulti ancora più clamorosi dai banchi del governo. Al che il Primo Ministro sedette immediatamente con l’aria di uno che dica: «Missione compiuta».