«E’ questo il ricordo che ho di lei! Lei non è cambiato molto, Scrooge, eh?»
«E probabilmente non cambierò. Pensa che riuscirò a trasportare la scatola da solo?»
«Certamente», rispose Isaac Newton porgendo le chiavi a Scrooge. Poi soggiunse: «Lasci le chiavi nel cassettino del cruscotto dopo aver aperto il bagagliaio».
«OK, lo faccio subito. Bisogna sempre scegliere il momento giusto, professore, non è così?»
«Dov’era andato a finire?» chiese la signora Gunter in tono di rimprovero quando Isaac Newton si affacciò alla segreteria.
«A Londra.»
«Beh, abbiamo avuto la polizia da queste parti», annunciò lei nel suo migliore stile di lanciatrice di frecce.
«Ho visto che sono entrati nell’ufficio di Mike Howarth. Aveva il mandato di perquisizione l’ispettore?»
«Non che io sappia, ma può averlo consegnato a uno degli assistenti.»
«Potrebbe informarsi in proposito, per favore? Poi la prego di telefonare al professor Featherstone alla facoltà di veterinaria. Se lui può, mi piacerebbe incontrarlo questo pomeriggio, diciamo verso le quattro. Inoltre dovrebbe telefonare anche al professor Boulton per chiedergli quando potrò traslocare nella sua magnifica casa, quella con le fondamenta in disfacimento.»
«Dubito che lei possa essere libero per le quattro, professore. Il signor Clamperdown e un altro signore la attendono. Peccato non sapessero che lei era a Londra. Si sarebbero risparmiati il viaggio.»
«Ma signora Gunter, io sono andato a Londra per vedere la Regina, non il signor Clamperdown e quell’altro signore! (8) Può dire al professor Featherstone che sarò da lui alle quattro, se va bene per lui, naturalmente. Inoltre, se il signor Clamperdown dovesse rifarsi mai più vivo in questo laboratorio, gli dica per favore di aspettare al pianterreno, nella hall, «non» nel mio ufficio.»
«Ah, signor Clamperdown!» esclamò Isaac Newton con finta affabilità quando entrò nell’ufficio dove trovò il funzionario seduto come al solito sulla grande poltrona di pelle. «Che cosa si prova ad avere per le mani un suicida?»
Clamperdown balzò in piedi e indicò un uomo di media statura, dai capelli brizzolati e gli occhiali con la montatura d’acciaio.
«Permetta che le presenti il signor Halifax. E’ probabile che non vi conosciate.»
Isaac Newton afferrò la mano di Halifax con tanta forza da provocare quasi un gemito dell’altro, e chiese sorridendo: «Lei è del dipartimento legale del CERC, signor Halifax?»
«Esatto.»
«E’ un brutto lavoro per lei. I giornali se la prenderanno con il povero vecchio Clamperdown qui presente, immagino. Il CERC che impiega il denaro del contribuente in maniera tale da spingere al suicidio uno dei più promettenti scienziati della Gran Bretagna. Questa volta le tocca occuparsi di una faccenda scottante.»
«Non è questo il motivo per il quale siamo venuti a trovarla», riuscì a dire Clamperdown.
«Sono sorpreso che lei trovi il tempo per fare altre cose. Io al posto suo non lo troverei. Sarei preoccupato della possibilità che la giuria del Coroner pronunci un verdetto di omicidio colposo nei confronti del CERC», disse Isaac Newton con l’aria più cupa di cui era capace.
«Per dirla brevemente, si tratta dei documenti e delle cose appartenute a Howarth», insisté Clamperdown.
«Che c’entrano i documenti e le cose appartenute a Howarth?»
«Non credo che lei abbia avuto tempo per leggere nei particolari quanto stabilito dai contratti del CERC, professor Newton, ma quando lo farà, si accorgerà che…»
«I documenti e le cose appartengono al CERC?»
«Sì, effettivamente è così.»
«Non sarebbe più giusto dire che appartengono al contribuente inglese?»
«Su, andiamo, Newton», lo interruppe Clamperdown in tono severo, «lei sa perfettamente che il CERC è un organo amministrativo debitamente abilitato a impiegare il denaro pubblico, mentre il laboratorio non lo è.»
«Non desidero fare dell’ostruzionismo, signori», disse Isaac Newton con finta gentilezza mentre prendeva posto dietro la scrivania, «ma non c’è una certa contraddizione nel suo punto di vista? Sono passate più o meno ventiquattr’ore dal momento in cui lei era seduto proprio su quella poltrona, signor Clamperdown, per dirmi che il CERC e i suoi comitati consideravano il lavoro di Mike Howarth una cosa completamente priva di senso. Perché allora ci tiene tanto a entrare in possesso della sua documentazione? Il CERC sta forse assumendo il ruolo di esperto in cose assolutamente prive di senso?»
«Io non devo esprimere giudizi di natura scientifica, professor Newton. Mi occupo della situazione legale. E’ questo il mio compito», intervenne l’uomo dai capelli brizzolati.
«Beh, per facilitarle un po’ il lavoro, signor Halifax, e per dimostrarle che il laboratorio rispetta la legge — supponendo che sia vero quanto lei mi dice — la soluzione più semplice sarebbe quella di restituire i documenti e le cose di Mike Howarth a lei, dopo aver fotocopiato il tutto.»
«Dal punto di vista legale è evidente che tocca al CERC mettervi a disposizione le copie del materiale, e non viceversa.»
«Quale sarebbe la procedura?»
«Lei dovrebbe scrivere al presidente, e il consiglio prenderebbe in esame la sua domanda», rispose Clamperdown.
«La domanda verrebbe presa in considerazione in senso favorevole?»
«Immagino di sì.»
«Ma come potrei essere certo che il materiale inviatoci sarà «tutto» quello appartenuto a Howarth e non una parte selezionata con cura?»
«Lei dovrebbe fidarsi di noi.»
«Persino lei, Clamperdown, deve rendersi conto dell’assurdità di questa proposta. Mi dispiace, signori, che siate venuti qui per niente. Se volete il materiale di Howarth, dovrete ottenerlo per via legale con la sentenza di un tribunale. Poi sarà interessante vedere come l’opinione pubblica reagirà in tutta questa faccenda, specialmente per quanto riguarda la disdetta del contratto di Howarth.»
«Naturalmente ci rivolgeremo innanzitutto al vice del Lord Cancelliere», disse Clamperdown con l’aria di un giocatore di carte che mette in tavola l’asso decisivo, e sottolineò la dichiarazione picchiando il pugno sulla scrivania.
«Il che vuol dire che altri istituti dell’Università si vedrebbero esposti a misure poco simpatiche a causa della mia intransigenza. Ah, Clamperdown, la sua abilità mi terrorizza. Mi arrendo, signori. Avrete ciò che desiderate.»
Quando la signora Gunter comparve in risposta alla chiamata con il cicalino, Isaac Newton riprese: «Buone notizie, signora Gunter. Il signor Halifax e il signor Clamperdown hanno appena promesso che il CERC accoglierà una nostra richiesta relativa allo stanziamento dei fondi necessari per sostituire il dannato cicalino con un sistema di comunicazione interna. Per ricambiare l’atteggiamento generoso del CERC, consegnerò ai signori qui presenti certi documenti e altro materiale. La prego perciò di ritornare qui con il passe-partout che permette di aprire le porte di tutti gli uffici. Inoltre dovrebbe chiedere a uno degli assistenti di venire all’ufficio di Mike Howarth con una macchina fotografica».
Quando la signora Gunter se ne fu andata, Isaac Newton proseguì: «Comprenderete, signori, che per tranquillizzare la mia coscienza e poter dormire di notte, desidero avere la documentazione fotografica del momento in cui vi consegno i documenti e il materiale».
Scrooge e uno degli assistenti più giovani provvisto di macchina fotografica stavano aspettando davanti all’ufficio di Mike Howarth.
«Potete cominciare fotografando tutti questi nastri adesivi», disse Isaac Newton. «Sarà bene che sulla fotografia si notino anche le nostre persone, in maniera che la documentazione sia evidente. Andiamo, Clamperdown, non faccia il timido. Lei «vuole» quei documenti, no?»