Выбрать главу

«E’ quello che faceva Howarth?»

«Sembra di sì.»

«Capisco. Ora devo porle qualche domanda riguardante lei stesso, se non le dispiace. Lei è cittadino britannico, professore?»

«Sì. Dal punto di vista legale sono un cittadino britannico residente all’estero.»

«Ma ora risiede qui.»

«Ci vorrà un po’ di tempo perché le autorità ne prendano atto. Non tutti hanno una partenza veloce come la sua, ispettore!»

«Beh, ieri mattina, professore, la mia partenza è stata veloce. Sono arrivato al suo alloggio al Trinity College verso le nove e un quarto, o giù di lì. Poi ho tentato varie volte di telefonarle sia qui in ufficio sia al College. A quanto sembra, lei era irreperibile per tutta la mattinata e l’inizio del pomeriggio. Le dispiacerebbe dirmi che cosa è successo dopo che lei vide per l’ultima volta i miei uomini, verso le due e mezzo del mattino di ieri?»

«Non ho alcuna difficoltà. Intendevo ritornare in Svizzera a fine settimana — ho ancora molte cose in sospeso da quelle parti — ma in vista di ciò che è accaduto qui, ispettore, era ovvio che dovevo rinunciare al mio progetto — o, meglio, che un’altra persona doveva andare in Svizzera al posto mio. Si trattava di questioni scientifiche, vede, per cui era meglio trasmettere il materiale a mano per mezzo di un fisico competente che non affidarlo semplicemente alla posta. Altrimenti, tanto per cominciare, io stesso non avrei preso la decisione di mettermi in viaggio.»

«Chi intende mandare al posto suo?»

«Uno degli assistenti del laboratorio.»

«Chi sarebbe?»

«Non voglio fare dell’ostruzionismo, ispettore, però le sue domande mi sembrano di scarso rilievo. Ma se proprio deve saperlo, si tratta della signorina Frances Haroldsen.»

«La conosce da molto tempo, professore?»

«Più a lungo della pazienza che intendo riservare a lei, ispettore. Pensavo che stesse investigando sulla morte di Howarth, non sulle mie faccende personali.»

«Sarebbe la signorina che si trovava nella sua stanza quando sono arrivati i miei uomini, ieri mattina?»

«Se vuol dire quando siamo stati bruscamente buttati giù dal letto, la risposta è sì.»

«Ma lei non la conosceva da molto tempo?» continuò l’ispettore Grant con la tenacia così necessaria nella sua professione.

«Lei può scrivere nel suo taccuino che si è trattato di un caso di fiducia a prima vista.»

«Che cos’è accaduto dopo che lei e la signorina siete ritornati al suo alloggio, verso le due e mezzo del mattino voglio dire?»

«Decidemmo che non volevamo più farci buttare fuori dal letto. Lei è sposato, ispettore? Mi preme di non mettere in imbarazzo né lei né il sergente Forsyth. A proposito, come si scrive, il suo nome, sergente? Con una ’y’ oppure con una ’i’, come i Forsith del Leicestershire? Spero che comprendiate dove voglio arrivare, signori.»

«Capisco che tutte queste domande possono sembrare un tantino indiscrete, professore, ma noi ci troviamo alle prese con una faccenda di notevole gravità. O, forse, lei non è di quest’opinione, professore?»

«Sarebbe una faccenda di notevole gravità se esistesse la minima possibilità di salvare la vita di Howarth, per esempio con una riconferma del suo contratto con il Consiglio delle Ricerche. Ma temo che sia troppo tardi. In altre parole: la morte in sé è una faccenda molto grave, ma ciò che accade dopo la morte è un «fait accompli».»

L’ispettore Grant non volle lasciarsi dirottare da questa risposta filosofica. «Potrebbe spiegarmi i suoi spostamenti tra le due e trenta e le nove e quindici di ieri mattina, professore? Non è obbligato a rispondere se non vuole, ma una risposta faciliterebbe le cose in seguito.»

«Per facilitare le cose in seguito, le dirò che la signorina e io abbiamo lasciato il Trinity College. Abbiamo passeggiato per un po’ e alla fine abbiamo deciso di raggiungere in macchina un motel. Abbiamo ricuperato la mia auto che era parcheggiata nella Jesus Lane e poi appunto siamo andati al motel.»

«Quale motel, professore?»

«Uno della catena Ladbroke sulla strada tra Londra e Newmarket, in località Six Mile Bottom.»

«Sì, so quale motel lei intende. Ce ne sono altri più vicini a Cambridge, professore. Perché ha scelto proprio quello?»

«Beh, la sera prima avevamo cenato a Babraham e immagino che siamo semplicemente usciti da Cambridge come avevamo fatto prima. Vede, ispettore, la morte di Howarth è stata raccapricciante, e la signorina era abbastanza sconvolta. Così non ci trovavamo nello stato d’animo adatto per calcolare le distanze alle quali si trovano i vari motel. Tanto più che io stesso ne conosco meno della metà.»

«Credo che il dottor Howarth avesse un cottage in quella direzione», fece Grant con aria indifferente.

«Lei è in vantaggio su di me, ispettore. Naturalmente ha potuto sfogliare i documenti.»

La signora Gunter apparve nel riquadro della porta.

«Mi ha chiamata, professore?»

«Sì, ho chiamato. Abbiamo finito la nostra chiacchierata, signora Gunter. Ha con sé i tesserini di questi signori? Ne avranno bisogno, sa?»

«Oh, sì, eccoli qui.»

«Bene. Beh, ispettore, ecco i vostri tesserini di riconoscimento. Spero che questa conversazione sia stata fonte di altrettante informazioni per lei come lo è stata per me.»

«Non abbiamo finito affatto, professore, se non le dispiace.»

«Effettivamente mi dispiace. Lei mi ha chiesto un dito e si è preso un braccio. Stia attento agli scalini mentre scende. Se il sergente Forsyth dovesse cadere e rompersi l’osso del collo, sarebbe una faccenda grave.»

«Ecco due infelici che se ne vanno, signora Gunter», disse Isaac Newton dopo l’espulsione dei due visitatori.

«A me non sembravano infelici.»

«Perché lei non riesce a gettare lo sguardo nell’intimo delle loro anime.»

«No, non ne sono capace e dubito che mi piacerebbe farlo.»

«Quanto ha preso il professor Boulton dalla cassa delle piccole spese?»

«Venti «sterline».»

«Ha lasciato la ricevuta?»

«Sì, una ricevuta, però, che ha il valore di un biglietto ferroviario usato, se vuol saperlo.»

Isaac Newton trasse due banconote da dieci sterline dal portafoglio dicendo: «Farà bene a rimettere a posto la cassa con questi soldi».

«Ma lei non deve ricorrere al suo denaro, professore!» esclamò la signora Gunter con voce scozzese, indignata.

«Comincio ad affezionarmi a lei, signora Gunter. Mi dica: ha notato qualcosa di strano nel sergente?»

«Solo che aveva l’aria di guardare in giro per tutto il tempo. Immagino che lo facesse solo per abitudine professionale», rispose la segretaria.

«Il guaio è che non ho scoperto come scrive il proprio nome, se con la ’i’ o la ’y’, né come lo scrive comunque. Conosce Sherlock Holmes, signora Gunter? Se lo conosce ricorderà il suo consiglio: mai prendere il primo taxi né il secondo. Ma nell’epoca innocente di Holmes-Watson veniva considerato sicuro il terzo taxi.»

«Ricordo qualcosa del genere, professore.»

«Beh, signora Gunter, vorrei darle un piccolo consiglio. Se due uomini si presentano nel suo ufficio, uno imponente e importante, un altro non così importante, uno che parla e l’altro che non parla, tenga d’occhio il tipo più piccolo. Altrimenti, signora Gunter, può aspettarsi una fregatura. Specialmente se i due uomini dicono di essere della polizia, il che potrebbe essere vero, ma anche no. Uno potrebbe essere della polizia e l’altro no. Mi segue, signora Gunter?»

18

«Aveva ragione, professore», esclamò la signora Gunter l’indomani mattina, «c’era effettivamente qualcosa che non quadrava in quei due uomini.»

«Come è arrivata a questa deduzione, signora Gunter?»