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SÌ? Quell’unica parola fluttuò al centro del suo occhio, luminosa rispetto al resto dello schermo. Ne seguirono altre.

BUON GIORNO. “LE GLORIE DEL NOSTRO SANGUE E DEL NOSTRO STATO SONO OMBRE, NON SONO OGGETTI CONSISTENTI. NON ESISTE PROTEZIONE”.

“Oh, Gesù!” Lo sguardo di Axxter scivolò di scatto sulla scritta CANCELLA, all’angolo dell’occhio. Quello era il problema di comprare roba di seconda mano; la sua attrezzatura da libero professionista con un bilancio sempre estremamente basso conteneva tutte le odiose ingegnosità lasciate dal suo precedente proprietario; non era mai stato capace di cancellarle.

MOLTO BENE. Sprezzante, ma ferito nell’orgoglio. RICHIESTA? Esitò. Per un attimo considerò la possibilità di non chiamare nessuno. Di non raccontare affatto degli angeli. Un piccolo segreto, un tesoro privato. Sarebbe stato qualcosa. Qualcosa che nessuno avrebbe tranne me. Annuì, ripercorrendo mentalmente le immagini che aveva filmate. Così piacevoli; entrambi, ma soprattutto la femmina. Snella come un filo. Un morbido filo. E si era allontanata sorridendo. Quel sorriso era stato catturato, codificato nelle molecole della telecamera. E nella mia mente — aveva preso fuoco nelle fibre neurali. Come se i sorrisi dolci e sognanti potessero prendere fuoco.

Era stato un vero colpo di fortuna; i filmati degli angeli, di qualunque tipo, erano rari. Bisognava aggirarsi in quelle zone desolate della superficie dell’edificio per avere una possibilità di vederli, ed era solo una minima possibilità. Inafferrabili; una spedizione con l’unico scopo di incontrare angeli di gas era quasi ridicola.

A meno che quella non fosse proprio la loro zona. Axxter si grattò il mento, riflettendo. Come se si trattasse di un nido o qualcosa di simile. L’abitazione degli angeli? Chi lo sa? Senza dubbio non partoriscono nell’aria. E allora come fanno? Mandò a memoria le coordinate del muro, in modo da poter ritrovare quel posto. Qualche altra volta.

Qualsiasi materiale che riguardasse gli angeli, siccome era molto raro, era altrettanto prezioso. Al di là del semplice sorriso in se stesso. Quel particolare determinò la sua decisione. — Passatemi il Registro. — Dopo aver trasmesso il materiale dal suo archivio a quello del Registro e aver ricevuto un file di Controllata, Inequivocabile e Confermata Proprietà — grazie a Dio quel servizio era gratuito — chiese se ultimamente fosse stato archiviato qualcos’altro sotto le diciture Angeli, Gas o Coito (Tempo Reale). Per quanto ne sapeva, delle vere e proprie orge avevano luogo nei cieli intorno alla zona del giorno dell’edificio.

Al margine del suo schermo comparvero due centesimi, la tariffa del Registro per l’inchiesta. Quella vista lo fece trasalire.

NIENTE, AMICO. NIENTE DI NIENTE. L’interfaccia del Registro era veramente sfacciata. POTRESTI TENTARE SOTTO STORIA OPPURE POESIA. “CAMMINAVO DA SOLO, QUANDO…” Un altro battito d’occhio, per DISINSERIRE. Non voleva dover pagare altre parcelle. Non certo per sentire qualche scemenza che risaliva al periodo pre-bellico, ripescata tra i file del Registro. — Merda!

SCUSA?

— Fammi parlare, umm… con Lenny Red — Per contratto, Axxter avrebbe dovuto chiamare l’agente Brevis. Ma Brevis voleva una percentuale del dieci per cento; e qualsiasi idiota che lavorasse negli uffici ai piani alti avrebbe potuto distribuire del materiale sugli angeli che facevano l’amore.

— Potrei farlo anch’io, da qui — Axxter sapeva che la Chiedi Ricevi faceva pagare parcelle astronomiche per il materiale sugli angeli. Ma l’agenzia aveva anche fatto una lista pubblica di tutta la documentazione in suo possesso; se Brevis fosse venuto a saperlo — e sarebbe successo — si sarebbe preso tutto il guadagno, non solo il dieci per cento. Penale contrattuale. Quindi, il cinque per cento che voleva Lenny per sé era un affare per lui.

LINEA PRIVATA?

— No, non preoccuparti — Non aveva senso pagare un extra. Aveva già comunicato il suo filmato al Registro. — No, chiamalo e basta.

SEI TU IL CAPO.

La comunicazione gli fece comparire davanti il viso tremolante di Lenny. — Come ti va, amico?

Egli socchiuse gli occhi di fronte all’immagine che aveva davanti. La fronte di Lenny era schiacciata sulla sinistra; la sua bocca era una curva increspata. In quella zona era costretto ad accettare qualsiasi tipo di trasmissione gli arrivasse. — Ho qualcosa per te.

— Oh? — Ho? — riecheggiò la linea. — Per esempio? — Kwut?

— Angeli.

Un sopracciglio si alzò al lato dell’immagine, simile alla gamba di un insetto. — Davvero? — Attirare l’attenzione.

— Prendi questo — Axxter gli trasmise un sorriso compiaciuto. — Angeli che fanno l’amore.

— Davvero? — Non era più annoiato; egli notò che una mano di Lenny stava tamburellando su un pannello di controllo al bordo del suo terminale. Il suo viso si ricompose e le sopracciglia tornarono nella posizione normale. Non si era trattato di problemi di trasmissione a lunga distanza — Lenny aveva accettato la chiamata di Axxter attraverso il filtro di una linea a bassa frequenza. Quella piccola merda… Axxter sorrise e ingoiò il proprio risentimento. Solo l’avidità, il desiderio di avere i soldi gli impedirono di interrompere la comunicazione per rispondere a un simile insulto.

— Già — Quell’espressione aveva un buon sapore, sapeva di denaro. — È fresco di questa mattina. E la prima persona a cui ho pensato sei stato tu, Lenny.

— Leccaculo — Lenny, ormai ben a fuoco, tentava di riacquistare la sua tipica freddezza di commerciante. — Io… potrei essere in grado di aiutarti. Forse.

— Piantala di dire stronzate. — Non mi faccio fregare con questo filmato. — Axxter sbatté gli occhi inserendo il comando PLAYBACK. — Lo adorerai.

In un angolo del segmento d’immagine che gli scorreva davanti agli occhi, si vedeva l’ombra del minuscolo numero di brevetto datogli dal Registro; Axxter tornò a guardare il centro dell’immagine e notò l’impercettibile espressione di disappunto che quel numero produsse sul viso di Lenny mentre guardava il film sul suo terminal. I bastardi come lui rendevano necessarie certe precauzioni.

Guardarono in silenzio quell’immagine che li univa attraverso l’enorme edificio, sottili vibrazioni sottocutanee. Pur così piccole, al margine del suo occhio, quelle figure lo affascinavano, fluttuanti nell’angolo di cielo filmato. Mentre guardava, provò un profondo senso di vuoto. Non avrei nemmeno dovuto tenerlo per me. Quella vittoria commerciale aveva un sapore amaro. I visi degli angeli erano puntini minuscoli in quella definizione filmica; non riusciva a vedere le tremanti sopracciglia della donna, ma se le ricordava. Avrei dovuto lasciare che se ne andassero senza filmarli. Conservarli solo nella mia memoria. Ma ho bisogno di soldi. Merda.

Fu strappato a quelle riflessioni quando improvvisamente l’immagine acquistò velocità, mostrando gli angeli che si muovevano comicamente nell’aria. Lenny, sempre in linea con il suo archivio, aveva fatto andare avanti il film velocemente, fermandosi ogni tanto per vederne alcune parti in tempo reale, preseguendo poi ancora velocemente. Axxter si morse le labbra. Quel bastardo non aveva proprio anima.

Fine del nastro; quell’angolo di cielo vuoto svanì, mentre al suo posto ricomparve il viso di Lenny. Annuì, senza neanche tentare di nascondere il suo stupore. — Non male.