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— Unico — Axxter sorrise. Devo riuscire a venderlo bene, figlio di puttana; si era fatto quella raccomandazione un milione di volte. Sii un bastardo e colpisci. — La parola esatta è unico.

— Be’… — Nell’immagine comparve ancora la mano di Lenny. — C’è stato un certo Opt Cooder che ha trovato un angelo qualche anno fa. Nella stessa zona.

— Cosa? Cazzate — Axxter scosse il capo, incredulo. — Quello che ha trovato Cooder era morto.

— Sì, ma la Chiedi Ricevi ne ha fatto ampia distribuzione. I toni lugubri hanno sempre un grande impatto ai livelli orizzontali. Quel nastro li sta facendo ancora guadagnare parecchio.

Era vero; Axxter lo sapeva. Lui stesso si trovava agli orizzontali, cercando di far soldi, quando il nastro di Cooder era stato lanciato sul mercato. E anche lui l’aveva comprato. Prima aveva versato la tariffa minima per poterlo vedere una sola volta; poi, quando non era più stato capace di togliersi l’immagine di quell’angelo dalla testa, aveva pagato per poterlo avere permanentemente nel suo archivio. Ricordava bene i mesi — Cristo, si trattava di anni se li conteggiava tutti insieme! — in cui aveva lavorato in diverse fabbriche, facendo i lavori più disparati che gli permettessero di non firmare un contratto a vita; ricordava le notti in bianco passate a spremersi le meningi su schizzi per immagini di guerrieri e icone militari, formando un archivio attivo e comprando piccoli frammenti di lamine biologiche per imparare a innestarle; aveva sudato ogni soldo verso la via del libero professionismo — incapace perfino di essere superstizioso e pensare all’influenza della sfortuna del ragazzo che era stato lì prima di lui ed era andato in rovina — e con la costante preoccupazione che qualche altro giovane riuscisse a precederlo e raggiungesse i requisiti necessari per avere l’opportunità di passare al livello verticale… sì, ricordava bene che durante tutte quelle vicissitudini aveva guardato il nastro di Opt Cooder con il famoso angelo di gas morto. Aveva guardato, pensato, aspettato. O forse aveva solo aspettato senza pensare affatto.

Mi ha fatto tirare avanti; Axxter annuì tra sé e sé. Forse perché, persino da morto, quell’angelo aveva rappresentato una certa libertà. Una creatura dell’aria, né orizzontale, né verticale. Cooder, quel vagabondo di altissimo rango, aveva fatto la sua fortuna con quel ritrovamento: sul corpo dell’angelo non c’era alcun segno di violenza. Chiunque avesse guardato la registrazione avrebbe potuto pensare che quell’angelo femmina stesse dormendo, fino a quando, spostandosi dal suo viso tranquillo, non avesse zumato sulla membrana sgonfia e lacerata, non più una sfera dietro alle sue spalle. La donna era distesa, avvolta dalle numerose pieghe della membrana, quelle stesse pieghe che gonfiate dai gas prodotti dal sangue l’avevano tenuta in aria. Solo con quel delicato tessuto non avrebbe mai potuto restare aggrappata alla parete del Cilindro; mentre Cooder la osservava, un altro frammento traslucido si era staccato ed era stato portato via dal vento. Una delle mani era rimasta impigliata in un cavo trasmettitore; l’inquadratura di Cooder si era spostata verso il secco rivolo di sangue che dal suo polso scorreva sotto il grigio cavo di metallo, spiegando la causa della morte di quell’essere nudo. Chiudendo gli occhi, Axxter sfocò il viso di Lenny e rivide quell’immagine stampata nella sua memoria; l’atmosfera era così simile a quella che aveva visto lui la mattina, quella degli angeli che facevano l’amore, che le due immagini si confusero e i due frammenti di tempo si sovrapposero. Come se gli amanti si fossero accoppiati incuranti di quel terzo corpo impigliato nei cavi dell’edificio e in posizione diagonale rispetto all’aria in cui loro si muovevano e volteggiavano.

Opt Cooder aveva colto la più rara delle opportunità; nessun altro si era mai avvicinato così a un angelo, né morto, né vivo. C’era un certo senso estetico nelle sue immagini, che avevano catturato la tenue luce del sole che stava calando dietro al Cilindro spostandosi sul lato della sera: la luce, infatti, tingeva di rosa le guance dell’angelo facendolo sembrare vivo. Ma addormentato. Se fosse stato morto, infatti, non avrebbe dovuto trovarsi nel luogo in cui vanno tutti gli angeli morti? E dov’era quel luogo? Erano domande che Axxter si rivolgeva ancora, così come facevano tutti coloro che avevano frugato e rifrugato nei loro archivi poco forniti. Forse c’era un luogo o un settore inesplorato della superficie dell’edificio in cui riposavano tutti i cadaveri. Non lasciavano dietro a sé strati di ossa bianche — Axxter pensava che si sbriciolassero come polvere — ma qualcosa di molto simile a seta lacera e grigia che una volta il sangue aveva colorato di rosa.

O forse, pensò Axxter, si limitavano a cadere. Giù, attraverso la barriera di nuvole e qualunque cosa vi fosse al di sotto, se davvero c’era qualcosa. Forse tutti gli angeli morti stanno ancora cadendo.

— Allora vuoi che io lanci questa roba sul mercato per te, esatto? — Axxter mise nuovamente a fuoco il viso di Lenny Red. Per un attimo non disse nulla, poi: — Certo. È per questo che ti ho chiamato. Cosa pensi di poterci ricavare? — Azioni simili sono una grave colpa. Vendi bene, almeno, figlio di puttana, vendi.

Lenny alzò le spalle che per un attimo comparvero nell’inquadratura. — Lasciami chiamare qualcuno. Sarò da te in un attimo. — Il suo viso scomparve.

Axxter trascorse un paio di minuti — quello fu il tempo che occorse al veloce Lenny — guardando verso il cielo vuoto. Nelle sue orecchie vi fu di nuovo il ronzio della comunicazione; riusciva a fatica a distinguere i lineamenti di Lenny, colpiti dalla luce.

— La quota massima era duemila, amico. — Una strizzatina d’occhio, da cospiratore. — Ma sono riuscito a strappare duemiladuecentocinquanta.

Axxter sbarrò gli occhi di fronte a quel viso illuminato e iperattivo. — Duemiladuecinquanta? Tutto qui? — Cristo, lo sapevo che avrei dovuto tenerlo per me. — Stai scherzando!

— Hei, ho già tolto la mia percentuale da quella cifra. È tutta per te. Forza — la voce di Lenny divenne adulatrice — sai benissimo che li vuoi. Ne hai bisogno. Firma sul numero di conferma e io farò l’affare per te.

D’un tratto si rese conto. — Tu stai solo facendo i tuoi! Tu mi stai fottendo — La rabbia gli stringeva la gola. — Tu mi stai maledettamente fottendo.

Lenny alzò ancora le spalle. — È un prezzo giusto, amico. Nessuna agenzia scientifica è interessata al materiale: tutti sanno come gli angeli lo fanno. Non stai offrendo un contributo impagabile alla conoscenza umana, esatto? Quindi dovrà essere venduto solo per il suo valore estetico. Ho contattato la sezione intrattenimenti della Chiedi Ricevi e quelli mi fanno Dieci minuti? Quanto pensi che potremmo chiedere per accedere a dieci minuti di videoregistrazione? — Il dito di Lenny, un puntino rosa, era puntato contro di lui. — Ecco perché duemila.

— Duemiladuecentocinquanta — Ecco cosa si ricava a fare affari con gente come questa, pensò Axxter.

— Duemiladuecinquanta era prima che tu mi facessi incazzare. Adesso è duemila. — Avrei dovuto rivolgermi direttamente al mio agente. — Si girò a guardare il cielo. Ben mi sta, suppongo.

La voce di Lenny si fece brusca. — Duemila è anche perché il tuo agente non venga a sapere di tutto questo. La non-informazione costa, esattamente come le informazioni reali.

Ecco cosa ne ricavo. Axxter accettò il numero di trasferimento senza guardare e lo maledì. In lontananza sentì i saluti finali di Lenny. Avrei dovuto tenerlo per me — si ripeté quella frase fino alla nausea. Per rallegrarsi richiamò il suo conto corrente.

Il pagamento era già stato effettuato, trasferito tramite Lenny. I numeri scorrevano davanti ai suoi occhi, cifre che rappresentavano un piacevole gruzzoletto. Era ancora a galla, almeno per un po’. Forse la mia fortuna è proprio qui. Quella vista aveva sbiadito l’immagine della mattina. Forse devo semplicemente tirare avanti, abbracciando il muro con il vento che mi colpisce dietro al collo. Aver fame spinge a stare attaccati ancora meglio, con la spina dorsale ben salda contro il metallo.