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Mancavano due settimane al Natale del 1985 e Chris aveva già cinque anni. La stagione delle piogge nella California del sud iniziò con un acquazzone che piegò le fronde delle palme, distrasse gli ultimi fiori rimasti e allagò le strade. Chris non poteva giocare fuori. Suo padre era uscito per ispezionare un immobile che aveva in progetto di acquistare e il bambino non aveva voglia di giocare da solo. Continuò a trovare delle scuse per disturbare la madre e alle undici Laura smise di lavorare al suo nuovo libro. Gli disse di andare in cucina e di tirare fuori le teglie dal mobiletto, promettendogli di preparare con lui i biscotti al cioccolato.

Prima di raggiungerlo, Laura andò in camera da letto e dal cassettone tirò fuori gli oggettini di Sir Tommy Rospo gli stivaletti, il piccolo ombrello e la minuscola sciarpa, che aveva tenuto in serbo proprio per un’occasione come quella. Nel ritornare in cucina, sistemò gli oggettini accanto alla porta d’entrata.

Più tardi, mentre infornava la prima teglia di biscotti, Laura pregò Chris di andare a controllare se il postino avesse lasciato un pacchetto che stava aspettando. Chris ritornò tutto rosso per l’eccitazione. «Mamma, mamma, vieni a vedere.»

All’entrata le mostrò i tre oggetti in miniatura e Laura disse: «Suppongo che appartengano a Sir Tommy Rospo. Oh, mi sono dimenticata di dirti che abbiamo un nuovo ospite. Un raffinato lord inglese che è qui per affari per conto della regina».

Quando suo padre aveva inventato Sir Rospo, Laura aveva otto anni e aveva accettato il leggendario rospo come una buffa fantasticheria, ma Chris ne aveva solo cinque e lo prese molto più seriamente. «Dove dormirà? Nella stanza degli ospiti? Ma poi che cosa facciamo quando viene il nonno?»

«Abbiamo affittato a Sir Rospo una stanza nell’attico», spiegò Laura. «E non dobbiamo disturbarlo. E non dobbiamo dire a nessuno che lui è qui, tranne che a papà, perché Sir Tommy Rospo è in missione segreta per sua maestà.»

Chris la guardò con gli occhi spalancati e a Laura venne da ridere, ma non osò. Il bambino aveva capelli e occhi castani, come i genitori, ma i suoi lineamenti erano delicati, come quelli di Laura. Nonostante fosse minuto, c’era qualcosa in lui che faceva pensare che un giorno sarebbe diventato alto e robusto come Danny. Si fece più vicino a Laura e le sussurrò: «Sir Tommy è una spia

Per tutto il pomeriggio, mentre erano impegnati a far cuocere i biscotti, a pulire e a giocare, Chris non fece che porre domande su Sir Tommy. Laura scoprì che raccontare fiabe ai bambini era in un certo senso più impegnativo che scrivere romanzi per gli adulti.

Quando Danny tornò a casa, alle quattro e mezzo, li salutò a gran voce lungo il corridoio che dal box portava in casa.

Chris saltò giù dal tavolo, dove stava giocando a carte con Laura, e fece subito segno al padre di stare zitto. «Ssst, papà, Sir Tommy starà dormendo adesso. Ha fatto un lungo viaggio. Lui è la regina d’Inghilterra e sta spiando nel nostro attico!»

Danny aggrottò le sopracciglia. «Esco per qualche ora e mentre sono fuori che cosa succede? Veniamo invasi da spie inglesi.»

Quella notte a letto, dopo aver fatto l’amore con una passione così intensa che sorprese persino Laura, Danny le chiese: «Ma che cos’hai oggi? È tutta la sera che sei così… effervescente, così eccitata!»

Sotto le coperte, godendo il contatto di quel corpo nudo contro il suo, Laura spiegò: «Oh, non so, è semplicemente il fatto che sono viva, che Chris è vivo, che tu sei vivo e siamo tutti insieme. E poi c’è la storia di Tommy Rospo».

«Ti eccita?»

«Sì. Mi eccita. Ma è più di questo. È… be’, in un certo senso mi fa sentire che la vita va avanti, che va sempre avanti, che il ciclo si rinnova — sembrano tutte sciocchezze? — che la vita andrà avanti anche per noi, per tutti noi, per tanto tempo.»

«Be’, sì, credo che tu abbia ragione», disse Daniel. «Sempre che tu non abbia intenzione di essere così energica ogni volta che fai l’amore, perché in questo caso mi farai fuori nel giro di tre mesi.»

Nell’ottobre del 1986, quando Chris aveva ormai sei anni, fu pubblicato il quinto romanzo di Laura, Endless River. Ottenne grandi consensi dalla critica e le vendite superarono quelle dei volumi precedenti. Il suo editore aveva previsto che sarebbe stato un grande successo. «In questo libro c’è umorismo, tensione, drammaticità, ci sono tutte le componenti magiche di un romanzo di Laura Shane, ma a differenza degli altri non è così tenebroso e questo lo rende particolarmente affascinante.»

Negli ultimi due anni, Laura e Danny avevano preso l’abitudine di portare Chris sulle San Bernardino Mountains, al lago Arrowhead e a Big Bear, almeno un week end al mese, sia d’estate sia d’inverno, e questo perché il bambino si rendesse conto che il mondo non si limitava al piacevole, seppure affollato, regno di Orange County. Il successo ormai consolidato di Laura, gli intelligenti e redditizi investimenti di Danny, nonché la recente volontà di Laura non solo di nutrire ottimismo nei confronti della vita, ma di viverlo, li convinsero che era tempo di concedersi qualcosa di più e fu così che acquistarono una seconda casa in montagna.

Era una casa di undici stanze, in pietra e legno, circondata da trenta acri di terreno, non lontana dalla Statale 330, qualche chilometro più a sud di Big Bear. Una casa molto più costosa di quella in cui vivevano a Orange Park Acres. La proprietà era seminascosta fra grandi aceri, pini e ginepri e la casa più vicina non era visibile a occhio nudo. In occasione del loro primo week end in montagna, mentre stavano facendo un pupazzo di neve, sul limitare della foresta, a circa venti metri di distanza, spuntarono tre cervi che rimasero a guardarli incuriositi.

Chris rimase elettrizzato alla vista dei cervi e quando la sera andò a letto, era sicuro che i cervi fossero quelli di Babbo Natale. Quello era il posto dove andava a ritirarsi dopo il Natale e non al Polo Nord, come voleva la leggenda. Wind and Stars venne pubblicato nell’ottobre del 1987: un ennesimo grande successo. Il film tratto da Endless River uscì il Giorno del Ringraziamento, facendo registrare, nella prima settimana, incassi altissimi, più di qualsiasi altro film uscito quell’anno.

Venerdì 8 gennaio 1988, elettrizzati dalla notizia che Wind and Stars era per la quinta settimana consecutiva al primo posto nella lista dei best seller di Times, partirono alla volta di Big Bear appena Chris tornò da scuola. Il martedì successivo Laura avrebbe compiuto trentatré anni e avevano deciso di festeggiare il compleanno in anticipo, lassù in montagna, con la neve come glassa su una torta e il vento che cantava per lei.

Sabato mattina i cervi, abituati ormai alla loro presenza, arrivarono a pochi metri dalla loro casa. Ma Chris aveva ormai sette anni e a scuola aveva sentito dire che Babbo Natale non esisteva, perciò cominciava a dubitare che non fossero altro che dei comuni cervi.

Fu un week end meraviglioso, forse il più bello che avessero trascorso in montagna, ma dovettero interrompere prima del previsto il loro soggiorno. Secondo il programma iniziale sarebbero dovuti partire lunedì mattina alle sei e ritornare a Orange County in tempo per portare a scuola Chris. Domenica pomeriggio, però un’improvvisa bufera investì la zona e, nonostante fossero a soli novanta minuti dalle temperature miti della costa, il bollettino meteorologico annunciava che durante la notte sarebbero caduti circa sessanta centimetri di neve. Non volevano rischiare di rimanere bloccati dalla neve e fare perdere a Chris un giorno di scuola. Chiusero la grande casa e qualche minuto dopo le quattro erano già in viaggio verso sud, sulla Statale 330.