Che cosa ne era stato di Danny? Un uomo così robusto, troppo grosso per infilarsi sotto la jeep? Era già stato colpito. Doveva essere da qualche parte immobilizzato dal dolore. Danny non era il tipo di uomo che si nascondeva di fronte al pericolo, nemmeno di fronte a un pericolo come quello.
Finalmente Stefan raggiunse il paraurti posteriore. Si sporse con circospezione e vide la Pontiac parcheggiata a qualche metro di distanza, con la portiera spalancata e il motore acceso. Di Kokoschka nessuna traccia. Impugnando la Walther si scostò con cautela dal cumulo di neve e si mosse verso la jeep. Si rannicchiò contro il portellone e scrutò attentamente intorno.
Kokoschka era in mezzo alla strada e stava avanzando verso la jeep, dove pensava fossero nascosti tutti. Imbracciava un fucile mitragliatore Uzi. Quando fu in prossimità del varco fra la jeep e la Blazer aprì il fuoco nuovamente, sventagliando il mitra da sinistra a destra. I proiettili rimbalzarono sibilando sulla lamiera, bucarono le gomme e si conficcarono nel terrapieno innevato.
Stefan sparò a Kokoschka. Lo mancò.
Improvvisamente, Danny Packard si lanciò verso Kokoschka, uscendo dal suo nascondiglio contro la griglia del radiatore. Nonostante la ferita era ancora veloce e scattante e per un attimo sembrò che riuscisse persino a raggiungere l’uomo e a disarmarlo. Kokoschka continuava a sventagliare l’Uzi da sinistra a destra e si stava già spostando dal suo obiettivo quando vide Danny venirgli incontro. Fu costretto a girarsi e a spostare anche l’arma. Se fosse stato solo qualche metro più vicino alla jeep invece che in mezzo alla strada, non avrebbe scorto Danny in tempo.
«Danny, no!» gridò Stefan, mentre faceva partire tre colpi in direzione di Kokoschka, anche se Packard stava per avventarsi su di lui.
Kokoschka però aveva tenuto una distanza di sicurezza. Deviò l’arma e la puntò direttamente contro Danny, quando erano a poco più di un metro di distanza. Danny rimbalzò all’indietro colpito da numerosi proiettili.
Stefan non trovò alcuna consolazione nel fatto che, proprio mentre Danny veniva colpito, anche Kokoschka veniva ferito. Due pallottole l’avevano raggiunto, una nella coscia e l’altra nella spalla sinistra. Si accasciò a terra. Nella caduta lasciò andare il mitra, che scivolò sul selciato.
Laura stava urlando sotto la jeep.
Stefan uscì dal suo nascondiglio e corse verso Kokoschka, disteso a terra accanto alla Blazer. Scivolò e lottò per rimanere in equilibrio.
Gravemente ferito, senza dubbio sotto choc, Kokoschka riuscì ad accorgersi comunque che Stefan stava arrivando. Rotolò verso il suo fucile che era andato a finire accanto alla ruota posteriore della Blazer.
Stefan sparò tre volte mentre correva, ma non aveva la stabilità necessaria per una buona mira e per di più Kokoschka si stava allontanando da lui, perciò mancò quel figlio di puttana. Poi Stefan scivolò di nuovo e cadde su un ginocchio in mezzo alla strada. Sentì una fitta lancinante salirgli dalla coscia fino all’anca.
Rotolando, Kokoschka raggiunse il fucile mitragliatore.
Stefan capì che non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo in tempo. Piegò anche l’altro ginocchio e in quella posizione sollevò la Walther, impugnandola con tutt’e due le mani. Era a sei metri da Kokoschka, non di più. Ma anche un buon tiratore avrebbe potuto mancare il bersaglio a sei metri, in circostanze così sfavorevoli.
Sempre disteso a terra, Kokoschka aprì il fuoco nell’attimo in cui riuscì ad afferrare l’Uzi, prima di riuscire a rigirare l’arma, e perdendo così i primi venti colpi sotto la Blazer, facendo scoppiare i pneumatici anteriori.
Mentre Kokoschka si apprestava a puntare l’arma contro di lui, Stefan fece partire gli ultimi tre colpi. Nonostante il vento e l’angolazione, doveva farne buon uso, perché se avesse fallito non avrebbe avuto il tempo per ricaricare l’arma.
Il primo colpo andò a vuoto.
Kokoschka continuava a sventagliare il fucile mitragliatore e l’arco di fuoco raggiunse la parte anteriore della jeep. Laura era sotto la jeep con Chris, e Kokoschka stava sparando rasoterra. Sicuramente un paio di colpi arrivarono sotto il veicolo.
Stefan sparò di nuovo. La pallottola colpì Kokoschka al petto. Il fucile mitragliatore tacque. Stefan fece partire un altro colpo, l’ultimo, che colpì Kokoschka alla testa. Era tutto finito.
Da sotto la jeep, Laura vide il gesto coraggioso di Danny, lo vide cadere nuovamente, riverso sulla schiena, immobile, e capì che era morto. Nessuna possibilità di proroga, questa volta. Una scintilla di disperazione divampò in lei, come il bagliore accecante di un’esplosione. Intravide il suo futuro senza Danny, una visione così spietatamente vivida e terribile che quasi svenne.
Poi pensò a Chris, ancora vivo e nascosto fra le sue braccia. Si fece forza. La cosa più importante ora era tenere Chris in vita e, se possibile, evitargli la vista del corpo crivellato di suo padre.
Il corpo di Danny le impediva in parte la visuale, ma vide che Kokoschka era stato colpito. Vide il suo Custode avvicinarsi all’uomo accasciato e per un attimo sembrò che il peggio fosse passato. Poi il suo Custode cadde su un ginocchio e Kokoschka rotolò verso il fucile mitragliatore che aveva lasciato cadere. Di nuovo degli spari. Tantissimi in pochi secondi. Udì un paio di colpi sibilare sotto la jeep, paurosamente vicini.
Il silenzio che seguì fu dapprima totale. All’inizio non riuscì a sentire né il vento né i singhiozzi soffocati di suo figlio. Poi, gradualmente, quei suoni la colpirono.
Vide che il suo Custode era vivo. In parte si sentì sollevata, in parte irrazionalmente irritata che fosse sopravvissuto. Lo odiava perché aveva portato con sé Kokoschka e Kokoschka aveva ucciso Danny. D’altro canto, sarebbero sicuramente rimasti uccisi nella collisione con l’autocarro se il suo Custode non fosse intervenuto. Ma chi diavolo era? Da dove veniva? Perché era così interessato a lei? Laura era spaventata, sconvolta, disperata nel profondo dell’anima e terribilmente confusa.
Dolorante, il suo Custode si alzò in piedi e zoppicando si diresse verso Kokoschka. Laura si rigirò spostandosi più avanti per vedere giù dalla collina, oltre la testa immobile di Danny. Riusciva a malapena a vedere ciò che il suo Custode stava facendo, ma le sembrò che stesse aprendo la giacca di Kokoschka.
Dopo poco risalì zoppicando la collina, portando con sé qualcosa che aveva preso dal corpo.
Quando raggiunse la jeep, si chinò e guardò sotto. «Vieni fuori. È tutto finito.» Il suo volto era pallido e improvvisamente le sembrò più vecchio. Si schiarì la voce e con tono sincero, profondamente commosso, disse: «Mi dispiace, Laura. Mi dispiace tanto».
Laura strisciò verso il retro della jeep, sbattendo la testa sul telaio. Invitò Chris a seguirla, perché se fossero usciti dall’altra parte il bambino avrebbe visto il padre. Il suo Custode li tirò fuori dal loro nascondiglio. Laura si accasciò contro il paraurti posteriore e strinse a sé Chris.
Con voce tremante il bambino disse: «Voglio papà».
Anch’io lo voglio, pensò Laura. Oh, piccolo mio, anch’io lo voglio. Lo voglio tanto. L’unica cosa al mondo che vorrei è il tuo papà.