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«Avrò il gas domani pomeriggio alle cinque», disse mentre sistemava gli Uzi, la calibro 38 Chief’s Special, la Colt Commander e i silenziatori in una scatola che aveva contenuto cappellini di carta per il ristorante. Ne richiuse il coperchio e fece segno a Laura di portarla di sopra; fra le altre cose, Jack il Ciccione non credeva nella galanteria.

Quando Jack aprì la porta che dava sul corridoio, Laura fu contenta di udire le grida dei bambini nella pizzeria. Quel suono era la prima cosa normale e sana che udiva.

«Sentiteli quei cretini», esclamò Jack. «Non sono bambini. Sono babbuini rasati che cercano di passare per bambini.» Richiuse pesantemente la porta insonorizzata dell’ufficio dietro Chris e Laura.

Nell’auto, mentre tornavano al motel, Chris disse: «Quando tutto questo sarà finito… che cos’hai intenzione di fare con Jack il Ciccione?»

«Lo denuncerò alla polizia», rispose Laura. «Una denuncia anonima.»

«Bene. È un pazzo.»

«È peggio di un pazzo, tesoro, è un fanatico.»

«Che cos’è esattamente un fanatico?»

Laura rimase a pensarci un po’, poi rispose: «Un fanatico è un pazzo che ha qualcosa in cui credere».

5

Il tenente delle SS Erich Klietmann seguiva la lancetta dei secondi sull’orologio del quadro di programmazione e quando la vide avvicinarsi alle dodici, si voltò e guardò il tunnel. Dentro il lungo tubo avvolto nell’oscurità, qualcosa luccicò, una macchia sfocata grigiastra che ben presto si trasformò nella sagoma di un uomo. Altri tre seguirono, uno dietro l’altro.

Fecero il loro ingresso nella stanza e furono accolti dai tre scienziati che erano rimasti a controllare il quadro di programmazione.

Provenivano dal febbraio del 1989 ed erano sorridenti. Il cuore di Klietmann prese a battere più forte perché, se non fossero riusciti a individuare Stefan Krieger, la donna e il bambino, non avrebbero certo avuto l’aria soddisfatta. Le prime due squadre di killer inviati nel futuro, quella che aveva attaccato la casa nei pressi di Big Bear e l’altra a San Bernardino, erano composte di ufficiali della Gestapo. Il loro duplice fallimento aveva indotto il Führer a insistere che la terza squadra fosse formata da Schutzstaffel, perciò per Erich i sorrisi dei ricercatori significavano che la sua squadra avrebbe avuto la possibilità di provare che nelle file delle SS c’erano uomini migliori che nella Gestapo.

L’insuccesso delle squadre precedenti non era l’unica nota a sfavore della Gestapo in questa faccenda. Anche Heinrich Kokoschka, capo dell’apparato di sicurezza dell’istituto, era stato un ufficiale della Gestapo e apparentemente si era rivelato un traditore. Vi erano prove che sostenevano, almeno in parte, la teoria che due giorni prima, il 16 marzo, era fuggito nel futuro con altri cinque membri dell’istituto.

La sera del 16 marzo, Kokoschka aveva intrapreso da solo un viaggio sulle San Bernardino Mountains con la dichiarata intenzione di uccidere Stefan Krieger prima che potesse tornare nel 1944 e uccidere Penlovski, cancellando in quel modo le morti degli uomini migliori del progetto. Ma Kokoschka non aveva mai fatto ritorno. Alcuni sostennero che Kokoschka fosse stato ucciso nell’anno 1988, che Krieger aveva vinto il confronto, ma ciò non spiegava dove fossero finiti gli altri cinque uomini presenti nell’istituto quella sera: i due agenti della Gestapo che attendevano il ritorno di Kokoschka e i tre scienziati che controllavano il quadro di programmazione del tunnel. Letteralmente svaniti e cinque cinture mancanti. Tutto stava a indicare che c’era un gruppo di traditori all’interno dell’istituto, i quali erano giunti alla conclusione che Hitler avrebbe perso la guerra nonostante la superiorità acquisita grazie alle nuove armi portate dal futuro, e che quindi avevano deciso di fuggire in un’altra era piuttosto che rimanere in una Berlino ormai destinata alla rovina.

Ma Berlino non era condannata. Klietmann non avrebbe mai preso in considerazione quella possibilità. Berlino era la nuova Roma. Il Terzo Reich avrebbe dominato per sempre. E ora che alle SS veniva offerta la possibilità di trovare e uccidere Krieger, il sogno del Führer sarebbe stato realizzato. Una volta eliminato Krieger, che costituiva la principale minaccia e la cui esecuzione era il compito più urgente che dovevano assolvere, si sarebbero poi concentrati sulla ricerca di Kokoschka e degli altri traditori. Ovunque quei porci fossero andati, qualsiasi luogo avessero raggiunto, Klietmann e i camerati li avrebbero sterminati con grande piacere.

Il dottor Theodore Juttner, direttore dell’istituto dopo gli omicidi di Penlovski, Januskaya e Volkaw, si voltò verso Erich e disse: «Forse abbiamo trovato Krieger, Obersturmfuhrer Klietmann. Dica ai suoi uomini di prepararsi».

«Siamo pronti, dottore», rispose Erich. Pronti per il futuro, pensò, pronti per Krieger, pronti per la gloria.

6

Alle quattro meno venti di sabato pomeriggio, 14 gennaio, poco più di un giorno dopo la sua prima visita, Thelma tornò al Bluebird of Happiness Motel a bordo del camioncino sgangherato del suo giardiniere. Aveva due ricambi di vestiti per ognuno, borse in cui mettere tutta la roba e circa duecento pallottole per i revolver e gli Uzi. Sul camioncino aveva anche il computer IBM e una stampante, diversi programmi una scatola di floppy-disk e tutto ciò di cui avevano bisogno.

Stefan si stava riprendendo molto rapidamente, anche se erano passati solo quattro giorni dal ferimento, ma nonostante ciò non era ancora in grado di fare lavori pesanti. Rimase nella stanza del motel con Chris a preparare le valigie, mentre Laura e Thelma sistemavano le scatole del computer nel bagagliaio e sul sedile posteriore della Buick.

Il temporale era cessato durante la notte. Il cielo era solcato da grandi nubi grigie. La temperatura si era alzata e l’aria profumava di pulito.

Richiudendo il bagagliaio Laura chiese: «Ma sei andata a far compere con la parrucca, gli occhiali e quei denti

«No», rispose Thelma, togliendosi i denti finti e infilandoli in tasca, perché quando parlava le davano fastidio. «A un attento esame un commesso avrebbe anche potuto riconoscermi e poi conciata in quel modo avrei sicuramente attirato molto di più l’attenzione che non presentandomi con il mio aspetto normale. Ma dopo aver fatto tutti gli acquisti, sono andata in una zona vuota di un parcheggio di un centro commerciale e prima di venire qui mi sono conciata così, una via di mezzo fra Harpo Marx e Bucky Beaver, giusto in caso che qualcuno nel traffico mi potesse vedere. Ti confesso una cosa, Shane: questo tipo di intrigo mi piace. Forse sono la reincarnazione di Mata Hari, perché quando penso di sedurre degli uomini per carpire i loro segreti e poi venderli a un governo straniero, mi sento percorrere da brividi di piacere.»

«È l’idea della seduzione che ti fa venire i brividi», replicò Laura, «non quella di vendere i segreti. Non sei una spia. Semplicemente una libidinosa.»