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— Fortunato e due volte fortunato — mormorò Nevyn.

— Proprio quello che stavo pensando anch’io — annuì l’Airone, — perché scommetto che quegli ospiti appartengono ad un’altra corporazione e che quel povero contadino è andato a raggiungere la moglie nell’Aldilà.

— Ho la sgradevole sensazione che tu abbia ragione — convenne Nevyn, alzandosi e unendosi all’Airone nel suo inquieto passeggiare. — Dimmi esattamente dove si trova questa fattoria e descrivimi tutto quello che riesci a rammentare della zona.

Quel «tutto» risultò essere parecchio. A quanto pareva, l’Airone era in grado di guardare un posto e di memorizzarne l’immagine nella mente, perché mentre parlava il suo sguardo era perso nel vuoto e i suoi occhi si muovevano come se stessero esaminando un’immagine invisibile a tutti gli altri. La fattoria si trovava sulle colline ed era del tutto isolata; una volta al mese circa un vicino andava a vedere se il vecchio stava bene ma a parte questo la gente del villaggio lo vedeva di rado.

— Un nascondiglio perfetto per uomini che hanno intenzione di uccidere — commentò Nevyn, quando l’Airone ebbe finito. — Ora ascolta, riferisci alla tua corporazione di lasciare questa faccenda nelle mie mani. Non ti posso spiegare il perché, ma quelle persone sono molto più pericolose di quanto credi.

— Lo farò. A proposito, buon signore, Ogwern giura che tu possiedi il dweomer.

— Davvero? Il dweomer non è soltanto un ricamo aggiunto alle storie dei bardi?

— Oh, quando si lavora in una corporazione si vedono tante cose strane. So che nobili e mercanti sono increduli, ma loro non vivono nelle strade, alla base di tutto.

— Infatti. Ogwern è un uomo intelligente nonostante il suo grasso, e intendo dimostrarti che ha visto giusto. Tu vuoi uscire di qui senza che nessuno ti scorga, vero?

Nel ricordare dove si trovava, l’Airone gemette.

— Benissimo, allora — proseguì Nevyn. — Se mi giuri di non rubare nulla mentre perdura l’incantesimo, ti renderò virtualmente invisibile per i prossimi minuti.

L’Airone giurò in assoluta sincerità, ma Jill rimase sconvolta, perché non aveva mai visto il vecchio sfoggiare così apertamente i suoi poteri quando non ce n’era un’effettiva necessità. Allorché il vecchio lo accompagnò nel corridoio in ombra, il ladro si trasformò improvvisamente in una figura indistinta che parve scomparire non appena ebbe percorso pochi passi. Rhodry imprecò sonoramente per la sorpresa mentre Nevyn richiudeva la porta con un sorriso compiaciuto.

— La caccia è aperta — annunciò quindi il vecchio. — I maestri del dweomer oscuro sono noti per la loro abitudine di mangiare carne cruda, ma non per la loro abilità nell’intrappolare conigli, e sono pronto a scommettere che quel bracciante era sottoposto a incantesimo.

— Sono proprio qui vicino! — scattò Jill. — Che arroganti bastardi!

Rhodry stava invece fissando la porta chiusa con la bocca serrata e contratta, quasi avesse appena mangiato qualcosa di amaro.

— Cosa c’è che non va, amore mio? — volle sapere Jill.

— C’è che quell’uomo è un ladro, e così anche Ogwern.

— Oh, suvvia, mio innocente amore, te ne sei reso conto soltanto adesso?

— Non mi prendere in giro, dannazione! L’Airone ci ha fornito l’aiuto di cui avevamo bisogno e dovrei ricompensarlo per questo, ma… per tutti gli inferni, l’onore mi impone di consegnarlo a Blaen!

— Cosa? Non puoi.

— Avanti, ragazzo — intervenne Nevyn. — Anch’io disprezzo i ladri, ma so di Ogwern da anni e non l’ho mai denunciato. Vuoi sapere perché? Perché per gli standard dei ladri è un uomo davvero moderato: tiene in riga i suoi ragazzi, non uccide mai e fa del suo meglio per evitare che ci siano assassinii sul suo territorio. Eliminato lui, chi può sapere quale uomo veramente malvagio potrebbe prendere il suo posto?

— Bellissime parole — ribatté Rhodry, — ma io sono ospite di mio cugino, quando lui avrebbe avuto tutti i diritti di buttarmi fuori, e non posso tacere e farmi beffe della sua giustizia.

— Razza di idiota! — esclamò Jill, afferrandolo e scrollandolo. — Perché fai tanto chiasso per una sciocchezza del genere? Abbiamo il dweomer oscuro tutt’intorno a noi.

— Il dweomer non c’entra niente con questo. È una faccenda d’onore.

— Via, via — mormorò Nevyn, appoggiando una mano sulla spalla di Rhodry con fare paterno. — So che ti trovi in una posizione difficile, costretto a scegliere fra due forme di disonore, ma adesso guardami in faccia per un momento, d’accordo? Ti ringrazio. Dunque, tu non dirai una sola parola a Blaen riguardo ai ladri, e del resto hai già dimenticato, vero? L’Airone non è un ladro, e non lo è neppure Ogwern… quei due ci hanno aiutati soltanto perché mi dovevano qualche favore. Questo è ciò che ricorderai, ragazzo.

Quando Nevyn ritrasse la mano Rhodry sbatté con violenza le palpebre come un uomo che fosse uscito da una stanza buia, venendosi a trovare sotto il sole.

— A proposito, chi era quel tizio? — chiese. — Un garzone della taverna di Ogwern?

— Infatti — rispose Nevyn. — Sai che sono sempre disposto a curare i poveri senza farmi pagare.

— È vero, ma è stato dannatamente altruista da parte sua correre un rischio del genere. Farò in modo che Blaen lo ricompensi.

Jill dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per mantenere un’espressione naturale.

— Rhodry, vorresti andare a dire a Blaen di salire qui da noi? — proseguì Nevyn. — Credo che dopo tutto dovremo accettare l’offerta della sua banda di guerra.

Non appena la porta si fu richiusa alle spalle del giovane, Jill si girò verso Nevyn.

— Senti — esplose, — non mi avevi detto che sottoporre qualcuno a incantesimo è una cosa sbagliata?

— Sì, ma non quando costituisce il solo modo per salvare la vita a quella persona. Quanto credi che sarebbe vissuto il tuo uomo, quando si fosse diffusa la notizia che aveva consegnato alla giustizia del gwerbret il re e il principe dei ladri di Cwm Pecl?

— Non molto, e questa è proprio l’argomentazione a cui stavo per ricorrere. I ladri non penserebbero a lui come ad un uomo vincolato dall’onore.

— Esatto. Ai loro occhi Rhodry sarebbe stato soltanto una daga d’argento traditrice. Sai, bambina, sono dannatamente contento di non aver giurato di non mentire mai. Molti uomini del dweomer lo fanno, perché è una cosa che garantisce il favore dei Signori del Wyrd, ma in questioni del genere io preferisco poter essere un po’ più flessibile.

La sua espressione era così astuta e maliziosa che Jill fu costretta a ridere.

— Così va meglio — approvò Nevyn. — Ora vuoi metterti di guardia alla porta? Devo evocare una visione.

Quando il Popolo Fatato ebbe acceso la legna disposta nel camino, Nevyn s’inginocchiò accanto ad esso e fissò le lingue di fiamma. Dal momento che conosceva piuttosto bene le zone colonizzate di Cwm Pecl, aveva riconosciuto la fattoria descritta dall’Airone, dove si era in effetti recato molti anni prima per curare un bambino malato. Allorché evocò il ricordo del sentiero che aveva seguito in un soleggiato pomeriggio, subito l’immagine fornita dalle fiamme divenne quella dello stesso sentiero così come appariva adesso, con il cielo che iniziava a scurirsi. Nella visione, Nevyn seguì il sentiero fino al punto in cui ci sarebbe dovuta essere la casa ma non trovò nulla tranne un prato incolto… né una casa, né un muro e neppure una mucca al pascolo nelle vicinanze. Quindi Alastyr aveva apposto sulla casa un sigillo astrale. Con uno schiocco delle dita, Nevyn ordinò al fuoco di spegnersi.