Выбрать главу

— Ne ho abbattuti due — annunciò, gongolante. — Cosa c’è che non va, Ricco? Hai l’aria spaventata.

— Per gli inferni, la prossima volta che intendi affrontare un nemico numericamente superiore, portami almeno con te! Piccola stupida, non pensavo che ti avrei rivista viva! Voglio dire… ecco… mia signora.

— Sapevo che avresti avuto il buon senso di seguirmi e lo hai fatto, giusto?

Intanto la banda di guerra si era raccolta intorno a lei e la stava fissando con reverenziale timore.

— Guardate — osservò Dagwyn. — Il suo cavallo non ha neppure un graffio.

Gli uomini sussurrarono fra loro, una mormorante onda di superstizione che era composta in pari misura di timore e di rispetto.

— È stata la Dea — affermò Gweniver. — Ha cavalcato con me.

Con una serie di imprecazioni sommesse gli uomini fecero indietreggiare i cavalli… ma soltanto di poco, perché il potere divino di Gweniver era come un fuoco che diffondesse calore. Ricyn non aveva mai visto un sorriso come quello che spiccava ora sulle labbra di lei, teso e freddo come se fosse stato intagliato sulle labbra della statua di un dio. Quando un grido familiare echeggiò alle loro spalle il sorriso però scomparve mentre gli uomini si traevano di lato per permettere a Lord Dannyn di portarsi al fianco della loro signora.

— Così anche i vostri uomini si sono divertiti un poco, eh? — commentò Dannyn. — Sei stato tu a guidare quella carica, Ricco? Spero proprio che lei abbia avuto il buon senso di restarne fuori.

L’intera banda di guerra si girò di scatto, con gli occhi che brillavano d’ira, e converse su di lui. Dannyn avvicinò la mano all’elsa della spada, e Ricyn estrasse a sua volta l’arma.

— Indietro! — intervenne Gweniver. — Lasciatelo stare!

Imprecando sommessamente, gli uomini fecero indietreggiare i cavalli, tutti tranne Ricyn che si portò accanto al nobile e gli rivolse un accenno d’inchino, senza però riporre la spada nel fodero.

— Vostra Signoria dimentica che sta parlando con una sacerdotessa. Io e i miei uomini preghiamo umilmente Vostra Signoria di tenerlo a mente, d’ora in poi. È stata la mia signora a guidare la carica, e prima di raggiungerla l’abbiamo vista tenere a bada quattro avversari, riuscendo ad ucciderne due.

Pallido in volto, Dannyn si girò di scatto verso Gweniver.

— Io non stavo realmente cavalcando ai tuoi ordini — affermò lei. — Se desideri, puoi cavillare con la Dea in merito ai problemi del comando. Quanto a te, Ricco, hai combattuto anche tu come un demone dell’inferno, al punto che mi sentirei di giurare che sei tu stesso un po’ berserker.

Rendendosi conto che quanto Gweniver aveva detto era vero, Ricyn si sentì intrappolato da sentimenti che non riuscì a vagliare: prima di allora non era mai stato un combattente di quel genere, preferendo piuttosto selezionare le sue prede e prestare stretta attenzione alla strategia delle sue mosse. Avendo l’impressione che la Dea si fosse protesa per poggiare le proprie mani su di lui rabbrividì come per un senso di freddo.

Quasi isterico per l’inatteso salvataggio, il Tieryn Cavydd, un giovane snello e biondo che non aveva più di vent’anni, parlava e rideva nello stesso tempo. Un pasto affrettato era stato organizzato per i visitatori, e adesso le truppe di Cerrmor sedevano per terra nella grande sala, mentre al tavolo d’onore il tieryn era intento a raccontare l’accaduto a Gweniver e a Dannyn; accanto a lui, la sua giovane moglie in attesa di un figlio ascoltava la conversazione senza toccare cibo.

— Non erano mai stati così dannatamente arditi — spiegò Cavydd. — Come sapete bene, abbiamo sempre subito delle scorrerie, ma mai così numerose. Per il Signore dell’Inferno, si sono riversati contro le mie porte in tre o quattrocento, poi hanno lasciato parte delle truppe qui per tenermi bloccato e hanno proseguito. Sono certo che abbiano puntato verso Morlyn, ma se avessi tentato una sortita con i miei cinquanta uomini non sarei mai vissuto abbastanza a lungo da raggiungere la città. Per tutto il tempo ho potuto soltanto pregare che i miei alleati intuissero quello che stava succedendo e venissero a salvarmi.

— Indubbiamente hai avuto di che essere occupato — commentò Dannyn. — Bene, domattina partiremo verso nord al loro inseguimento.

— Naturalmente verrò con voi, anche se dovrò lasciare qui alcuni uomini a protezione della fortezza.

— Non è una cosa necessaria e sarebbe tutt’altro che saggia, perché il grosso delle truppe potrebbe tornare da questa parte per raccogliere gli uomini rimasti qui ad assediarti. Invece, ti lascerò io cinquanta guerrieri di rinforzo.

— Non me e la mia banda di guerra — intervenne subito Gweniver. — Lord Dannyn può bandire una simile idea dalla sua mente.

Dannyn si girò verso di lei con uno sguardo gelido che Gweniver ricambiò con un sorriso, ricordando il modo in cui i suoi uomini avevano assalito il lord sul campo… cosa che evidentemente anche Dannyn ricordava bene.

— Come la mia signora desidera — replicò infatti. — Tutto questo non lascia presagire bene, Vostra Grazia. Sembra che d’ora in poi Eldidd abbia intenzione di esercitare una notevole pressione sui nostri confini occidentali.

La moglie del tieryn si alzò da tavola e lasciò a precipizio la sala, con le mani serrate così strettamente da far sbiancare le nocche.

— Quanto distano da qui i tuoi vassalli più vicini? — chiese Dannyn.

— Uno di essi è ad una ventina di chilometri verso nord e un altro è a ventiquattro chilometri verso ovest… o forse dovrei dire che c’era, perché chi può sapere se la sua fortezza è ancora in piedi?

Dannyn accolse quelle parole con una sonora imprecazione e Cavydd distorse la bocca in quello che sarebbe potuto essere un sorriso.

— Quando tornerai a corte — affermò, in tono piano, — vorresti riferire una cosa al nostro signore per mio conto? Avvertilo che non so per quanto tempo ancora potremo resistere. Nel puntare verso nord, mio signore, guardati intorno: una volta c’erano tenute su tutta la strada fra qui e il confine di Eldidd, lungo l’Aver Vic. Guardati intorno e controlla quanti nobili di Deverry ci sono ancora.

— Non ho dubbi che il nostro signore porrà rimedio alla situazione.

— È meglio che provveda al più presto. Io ho giurato di morire per il nostro re e lo farò, se si arriverà a questo, ma ci sono alcuni che sono già fin troppo disponibili a stipulare la pace con Eldidd pur di porre fine a queste scorrerie.

Dannyn calò con violenza il palmo di entrambe le mani sul tavolo e si protese in avanti.

— Allora lascia che ti dica io qualcosa — ringhiò. — Chiunque dovesse decidere di tradire vedrà le sue terre razziate da me e dai miei uomini. Chiedi ai tuoi amici in vena di proteste quale sarebbe l’alternativa peggiore.

Con quelle parole si alzò dalla panca, girò sui tacchi e si allontanò senza aggiungere altro. Alle sue spalle, Cavydd sospirò e sollevò il boccale.

— Conosci bene Dannyn, Lady Gweniver? — chiese.

— In realtà no, Vostra Grazia. Prima di questa primavera non lo avevo mai incontrato.

— Allora ti aspettano momenti molto interessanti.

Il mattino successivo l’esercito partì verso nord lungo un percorso segnato da fattorie abbandonate e private di tutte le provviste, che erano segni ottimi quanto le tracce sulla strada per seguire il percorso dei razziatori di Eldidd. Al tramonto gli uomini arrivarono ad un villaggio completamente bruciato: un groviglio di assi e di travi carbonizzate spiccava fra gli alberi anneriti intorno ad un mucchio di pietre crepate che avevano costituito il muretto del pozzo del villaggio.