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— Il mio scriba personale verrà da te più tardi — garantì Glyn, — così potrai dire alla tua dama ciò che preferisci.

— Penna e inchiostro basteranno. Gli uomini della mia casata sanno leggere e scrivere.

— Benissimo, allora — replicò il re, con un altro sorriso. Era facile essere immuni agli insulti quando non si era nei panni del prigioniero ma del catturatore. — Di tanto in tanto ti terrò al corrente dei progressi delle trattative. Guardie.

Come un pugno che si serrasse intorno ad una gemma le guardie circondarono il principe e lo condussero via.

La camera assegnata al principe vicino alla sommità della torre principale era un ampio ambiente rotondo con un suo camino, finestre dotate di vetri, un tappeto del Bardek sul pavimento e un mobilio decente. Ogni volta che andava a fargli visita, Nevyn trovava Mael intento a passeggiare in tondo come un asino legato alla macina di un mulino, e le guardie gli confidarono che il principe trascorreva in quel modo anche buona parte della notte; sebbene in un primo tempo il vecchio fosse andato da Mael soltanto per curargli il polso fratturato, con il trascorrere del tempo continuò a recarsi da lui per pura e semplice compassione: dal momento che il principe sapeva leggere e scrivere gli portò alcuni libri prelevati nella biblioteca degli scribi e ogni volta si fermò per un paio d’ore a discutere con lui del loro contenuto. Quel ragazzo era insolitamente intelligente e possedeva quel genere di acutezza di spirito che si sarebbe potuta evolvere in saggezza se lui fosse vissuto abbastanza a lungo, prospettiva che appariva però dubbiosa in quanto dietro alla cortesia di Glyn si celava il rischio assai concreto che Mael finisse impiccato se suo padre non si fosse mostrato disposto a pagare un riscatto. Dal momento che lui stesso era stato un figlio terzogenito e quindi un principe sacrificabile, Nevyn dubitava che il sovrano di Eldidd si sarebbe umiliato eccessivamente per salvare la vita di Mael, dubbio condiviso dallo stesso interessato.

— Vorrei aver avuto il tempo di uccidermi prima che mi catturassero — commentò infatti Mael, un pomeriggio.

— Sarebbe stata una cosa vergognosa: un uomo che sfugge al suo Wyrd deve poi pagare un aspro prezzo nell’Aldilà.

— Più aspro che essere impiccato come un ladro di cavalli?

— Oh, suvvia, ragazzo, tuo padre potrebbe riscattarti: Glyn non intende essere avido per quanto concerne il riscatto e tuo padre di certo si vergognerebbe di abbandonarti a morire.

Mael si lasciò cadere su una sedia con atteggiamento accasciato, protendendo davanti a sé le lunghe gambe da puledro e chinando il capo coperto da una massa di arruffati capelli corvini.

— Se vuoi ti posso portare un altro libro — proseguì Nevyn. — Gli scribi hanno appena finito di copiare gli Annali dell’Alba dei Tempi di Dwvoryc. In esso sono descritte alcune splendide battaglie… o forse si tratta di una lettura che ti farebbe dolere il cuore?

Il principe scosse il capo in un gesto di diniego e fissò il cielo azzurro che si allargava fuori della finestra.

— Sai qual è stata la cosa peggiore — disse dopo un momento. — Essere catturato da una donna. Ho creduto di morire di vergogna, quando l’ho guardata in volto ed ho visto che era una donna.

— Ecco, non si tratta di una ragazza qualsiasi, vostra altezza, e non c’è nulla di vergognoso nell’essere catturato da una guerriera votata alla Luna.

— Allora mi consolerò così. In effetti, non avevo mai visto nessuno combattere come lei… e stava ridendo. — Mael indugiò un momento a riflettere, ricordando quei momenti, poi aggiunse: — Dal modo in cui rideva e colpiva, sembrava davvero che una dea fosse calata sul campo di battaglia. Uno dei suoi uomini l’ha definita una dea e quasi gli ho creduto.

L’idea che Gweniver si fosse lasciata avviluppare fino a questo punto dalla bramosia della battaglia destò in Nevyn un senso quasi di malessere.

— Buon signore, tu sembri saggio — proseguì il principe. — Chiariscimi una cosa: io credevo che fosse un atto empio da parte di una donna prendere le armi.

— Lo è senza dubbio, ma all’Alba dei Tempi c’erano molte fanciulle guerriere, tutte votate alla Luna Oscura. I maledetti Rhwmanes la giudicavano una cosa empia, ma del resto tutte le loro stupide donne sapevano soltanto stare sedute a filare.

— Stai parlando della nostra terra natale, prima del grande esilio.

— Esatto, prima che Re Bran guidasse il suo popolo verso le Isole Occidentali. Suppongo però che una volta giunti qui, isolati per sempre dalla terra natale, le donne siano diventate troppo preziose per la continuazione della razza perché si potesse rischiare la loro vita in battaglia. Non capisco veramente come sia accaduto, ma so che il culto della Luna Oscura si è spento a poco a poco. È una cosa di cui si parla in quel libro a cui ti ho accennato.

— Allora mi piacerebbe davvero leggerlo. Sapere che la donna che mi ha catturato non è l’unica di quel genere mi fa sentire meglio.

Quello stesso giorno gli araldi tornarono da Eldidd e subito la corte divenne un fermento di pettegolezzi, perché tutti si chiedevano quale cifra il re straniero avesse offerto per suo figlio e se Glyn l’avrebbe accettata. Quegli orecchi tesi e attenti raccolsero subito un frammento di notizia, e cioè che la moglie di Mael aveva generato un maschio sano e forte. Venendolo a sapere, Nevyn si chiese in che misura il re si sarebbe preoccupato di Mael adesso che aveva un ulteriore erede, ma ben presto risultò che in effetti il re teneva parecchio a suo figlio. Nevyn apprese ogni cosa dalle labbra stesse di Glyn, quando questi lo convocò nelle proprie camere private nelle ore serali, secondo un’abitudine ormai consolidata, per farsi dare la visione prospettica delle cose che il dweomer poteva fornirgli.

— Il sovrano di Eldidd mi ha promesso una quantità di oro dannatamente grossa — disse Glyn, — ma io non ho tanto bisogno del suo oro quanto di un confine tranquillo, per cui intendo protrarre i negoziati il più a lungo possibile. Nel frattempo, l’ho avvertito che suo figlio verrà impiccato se avverranno scorrerie mentre lui si trova nelle nostre mani.

— Indubbiamente il re rispetterà queste condizioni mio signore, almeno per qualche tempo.

— Lo spero, perché detesterei dover effettivamente impiccare un prigioniero impotente. Dopo tutto, Eldidd può portare avanti le sue pretese al trono attaccando le terre di Cantrae: al nord hanno un lungo confine in comune. Che Slwmar veda come ci si sente ad essere un boccone di carne fra due file di denti — concluse Glyn, con un sorriso.

Una di quelle file di denti era naturalmente costituita da Dannyn e dalla Guardia Reale, che stavano effettuando scorrerie nel nord. Ogni volta che arrivava un messaggero, Nevyn gli chiedeva notizie di Gweniver, e ogni volta si sentiva rispondere in tono di reverenziale meraviglia che non soltanto stava bene ma costituiva un’ispirazione per l’intero esercito. Gli uomini la consideravano toccata dalla Dea, e Nevyn era certo che la maggior parte della gente vedesse effettivamente in lei una di quelle poche e fortunate persone a cui gli dèi sceglievano di donare direttamente favori e fortuna. Quanto a lui, la sua opinione era naturalmente diversa, perché sapeva cosa fossero gli dèi, e cioè vasti centri di forze nelle Terre Interiori a cui corrispondeva una parte del mondo naturale o della mente umana.

Per migliaia di anni gli adoratori avevano edificato le immagini di quegli dèi e riversato potere in esse, al punto di farle apparire come persone effettive, per cui chiunque fosse capace di costruire un’adeguata immagine mentale e di cantilenare il giusto tipo di preghiera… non era neppure necessario che le parole fossero esatte… poteva entrare in contatto con quei centri di forze e attingerne potere per il proprio uso personale. I preti contattavano quei centri con una fede cieca, gli uomini del dweomer lo facevano con fredda consapevolezza, sapendo di creare il dio più di quanto esso potesse creare loro. Gweniver si era imbattuta per caso in un angolo oscuro della mente femminile che le donne erano state costrette a seppellire in profondità negli ultimi settecento anni, e senza l’ausilio di un tempio del Rito Oscuro che potesse insegnarle a gestire quel potere era adesso come un bambino che cercasse di raccogliere un fuoco acceso perché gli appariva splendido… e la cosa era per Nevyn una fonte di preoccupazione costante.