Studiando con cura entrambi, Jill notò tutte le piccole somiglianze… la curva della bocca, il modo in cui gli angoli delle palpebre si abbassavano leggermente, e soprattutto la forma degli orecchi, più affilata di quella dei normali esseri umani… e nel ricordare il suo sogno riguardo a Devaberiel si rese conto che entrambi somigliavano anche a lui. A quel punto la curiosità smise di irritarla soltanto e cominciò a divorarla.
Qualche tempo dopo, quando Rhodry lasciò momentaneamente il tavolo per andare a prendere dell’altra birra, la spinta della curiosità divenne tale da costringerla a cedere ad essa.
— Sai — osservò, — in passato ho trascorso parecchio tempo lungo il confine occidentale di Eldidd.
— Una volta Nevyn me ne ha accennato.
— Per caso tuo padre di chiama Devaberiel?
— In effetti sì! È davvero strano che tu lo sappia.
— Ecco, ho soltanto indovinato — mentì disinvoltamente Jill. — Un uomo chiamato Jennantar ha accennato in un’occasione ad un suo amico che aveva un figlio che faceva il gerthddyn, ed ho dedotto che era improbabile che ce ne fossero due che erano entrambi elfi per metà.
— Per gli dèi, hai occhi attenti! Ebbene, ora che hai scoperto la mia ascendenza con tanta abilità, devo confessare di essere effettivamente il figlio dello stimato bardo, anche se a volte questo sembra seccarlo parecchio. A proposito, conosco Jennantar e spero che stia bene. Non mi reco più nelle terre degli elfi da… oh, da due anni, ormai.
— Stava bene, l’ultima volta che l’ho visto.
Nel rispondere, Jill si sentì pronta a scommettere che Salamander ignorava che Rhodry fosse suo fratello, e pur pensando che era un vero peccato non potergli dire la verità tenne a freno la lingua: per il suo stesso bene e per quello di Eldidd era opportuno che Rhodry continuasse a ritenersi un Maelwaedd.
Più tardi quella sera, quando uscirono per andare a dormire nel fienile, Salamander li accompagnò, affermando di voler scambiare qualche parola in privato con loro; quando sentì di cosa si trattava, Jill fu lieta che il giovane avesse avuto il buon senso di non accennarvi mentre erano ancora nella taverna.
— Contrabbandieri d’oppio? — esclamò. — Per gli inferni, non mi dire che sei tanto stupido da usare quella roba?
— Mai e poi mai — replicò Salamander. — Nevyn mi ha chiesto di aiutarlo a scovarli, e così ho pensato che Dun Manannan fosse il posto più logico da dove cominciare.
— Oh, i ragazzi di qui non toccherebbero mai un carico del genere. Vedi, anche i contrabbandieri hanno un loro genere di onore.
— Allora il discorso è chiuso. È stata una fortuna che vi abbia incontrati, perché sebbene abbia la lingua sciolta e dorata, ero davvero in difficoltà a escogitare le domande giuste da porre.
— E quelle sbagliate ti avrebbero fatto finire con la gola tagliata.
— Ci avevo pensato. Senti, Jill, stando a ciò che mi ha detto Nevyn, tu hai viaggiato in lungo e in largo per il regno e sei stata in molti posti strani. Hai idea di chi possa acquistare questo distillato di papaveri?
— Per lo più, sono i padroni dei bordelli, che usano l’oppio per tenere in riga le ragazze.
Salamander emise un fischio sommesso, mentre Rhodry diede l’impressione di non poter credere di averle sentito dire davvero una cosa del genere.
— Non lo avrei mai immaginato — commentò infine. — Tu come fai a saperlo?
— Me lo ha detto mio padre, naturalmente. Mi metteva sempre in guardia contro i trucchi che vengono usati per attirare le ragazze nei bordelli, per evitare che potessi cascarci anch’io. A Cerrmor è una cosa diffusa, ma lui afferma che succede dappertutto.
— Oh, per la nera anima del Signore dell’Inferno! — esclamò Salamander. — La risposta è sempre stata proprio sotto il nostro naso! La prossima volta che vedrò Nevyn gli dovrò riferire che le daghe d’argento sanno molte cose utili.
L’immagine di Nevyn che fluttuava al di sopra del fuoco aveva un’espressione tanto sorpresa da dar l’impressione che qualcuno avesse rovesciato sulla testa del vecchio un secchio di acqua fredda.
— Non ci avrei mai pensato neppure fra mille anni. — Il pensiero di Nevyn giunse a Salamander sulla scia di un’ondata di sconcerto. — È davvero una cosa immonda ed empia. Comunque ormai sono quasi in Eldidd, e penso che andrò a scambiare due chiacchiere con Cullyn.
— Mi sembra la cosa più ragionevole da fare — pensò di rimando il gerthddyn. — Se vuoi, io posso invece tornare a Cerrmor.
— Ottimo, ma non fare o dire una sola cosa senza mie istruzioni, perché questo commercio non è gestito soltanto dal dweomer oscuro ma anche da furfanti veri e proprii, per cui ci dovremo muovere con cautela e tendere trappole ben studiate.
— Proprio così. Sai, alcuni bordelli sono effettivamente proprietà di uomini molto influenti, ma la cosa è tenuta segreta.
Il pensiero di risposta di Nevyn giunse come il ringhio di un lupo.
— Non ne dubito! Bene, vedremo cosa possiamo fare. Ti ringrazio, ragazzo, mi hai fornito notizie davvero interessanti.
Dopo aver interrotto il contatto, Salamander spense con un cenno della mano il fuoco che ardeva nel braciere e guardò fuori della finestra da cui cominciava a trapelare la grigia luce dell’alba. Scorgendo dabbasso Jill e Rhodry che stavano sellando i cavalli, il giovane si affrettò a scendere per salutarli; anche se non ne avrebbe saputo spiegare il perché, non aveva mai conosciuto un uomo che di primo acchito gli fosse riuscito simpatico quanto Rhodry.
— Vedo che partite sulle ali dell’alba — osservò.
— Infatti — rispose Rhodry. — La strada fino all’Yr Auddglyn è lunga.
— Proprio così. Comunque mi addolora il fatto che ci siamo incontrati soltanto per separarci subito. Ah, bene, forse c’incontreremo di nuovo sulla lunga strada.
— Lo spero — replicò Rhodry, tendendo la mano. — Arrivederci, gerthddyn. Forse gli dèi ci permetteranno di bere ancora insieme un boccale di birra.
Mentre stringeva la mano offertagli, Salamander avvertì il gelido avvertimento del dweomer scorrergli lungo la schiena e seppe che si sarebbero incontrati ancora, ma non come speravano. Il gelo che lo aveva assalito era così intenso che gli strappò un brivido.
— Hai freddo? — domandò Jill.
— Un po’. Oh, dèi, quanto detesto alzarmi presto.
Risero insieme e si separarono sorridendo, ma nel tornare ad ovest verso Cerrmor Salamander fu tormentato dal ricordo del cupo avvertimento ricevuto.
In una camera splendidamente arredata di una locanda di Dun Deverry, Alastyr e Camdel sedevano ad un piccolo tavolo, intenti a contrattare il prezzo di venti barre di oppio. Appoggiato alla finestra, Sarcyn si limitava ad osservare in silenzio quella recita priva di significato: anche se il denaro aveva ben poca importanza per lui, Alastyr doveva infatti fingere che fosse il contrario per mantenere in Camdel la convinzione di non essere altro che un importatore di droga. Finalmente i due arrivarono ad un accordo e il nobile effettuò il pagamento: adesso era arrivato il momento di passare al vero scopo di quell’incontro e Sarcyn attivò la sua seconda vista per seguire con attenzione gli eventi.