— Hai ragione, e per me è un raro piacere vedere fiori interi, perché il mio lavoro consiste principalmente nel farli a brandelli e nel bollirli.
Con una gradevole risata il consigliere l’accompagnò intorno alla rocca, dove un muretto predisposto soprattutto per tenere lontano i cavalli separava dal resto del cortile un complesso di piccoli prati che s’intrecciavano intorno a vaste aiuole come gemme verdi inserite in fili colorati. Là i due trascorsero un quarto d’ora a parlare degli svariati fiori che li attorniavano prima che Primilla sentisse di poter fare la mossa che aveva in mente.
— Sai — disse, — poco tempo fa ero in viaggio alla ricerca di piante rare nelle vicinanze del confine occidentale e mi è capitato di fermarmi per la notte a Cannobaen… mi riferisco alla dimora di campagna del Principe Mael.
— Ah, ricordano ancora il principe, laggiù?
— Lo ricordano molto bene. Mael ha davvero avuto un triste Wyrd, e non posso fare a meno di pensare che questo prestito significhi che il re ha deciso di abbandonarlo al suo destino.
— Bada di tenere la cosa per te, buona dama, ma… la tua supposizione è esatta. Il nostro signore avrebbe dovuto lasciare che Mael venisse impiccato e farla finita con questa faccenda già da anni, ma la Principessa Maddyan lo ha sempre implorato ed ha curato gli interessi del marito per tutto questo tempo. Dal momento che era stata allevata a corte, il re l’aveva sempre considerata quasi come una figlia.
— Ma adesso la principessa è morta.
— Proprio così.
— E cosa mi dici del figlio di Mael?
— Oh, per senso dell’onore Ogretoryc ha a cuore la sorte di suo padre ma… per gli dèi, lui era soltanto un neonato quando Mael è partito, e per quanto tempo un uomo può continuare a nutrire sentimenti per qualcuno che non ha mai conosciuto?
Soprattutto quando ha la possibilità di ereditarne il posto, pensò Primilla, fra sé, e decise che era tempo di agire in maniera diretta invece di sperare di ricevere altre informazioni da consiglieri poco discreti.
Quella stessa settimana scelse parecchi rocchetti del suo migliore filo azzurro da ricamo e li fece pervenire come dono alla moglie di Ogretoryc, Camlada. Quel suo filo azzurro era sempre molto richiesto, perché soltanto un maestro tintore poteva garantire che l’intero rocchetto avesse tutto la stessa tonalità, una cosa di estrema importanza per gli abiti di corte. Quel dono le fruttò un’udienza presso la dama in questione, fissato per il primo pomeriggio in cui si sarebbe recata a corte.
Un paggio l’accompagnò fino ad una camera sorprendentemente piccola al terzo piano di una delle torri laterali; anche se era lussuosamente arredata con tappeti e sedie coperte da cuscini, la stanza aveva una sola finestra e un misero panorama. Camlada, una graziosa ragazza bionda di sedici anni, ricevette Primilla da sola invece che in presenza delle cameriere che avrebbero dovuto contrassegnare la sua elevata condizione; la sua sola compagnia era un piccolo terrier che le sedeva in grembo e che ringhiò a intervalli per tutto il colloquio.
— Ti ringrazio per il tuo splendido filo, buona dama. Sarà adeguatamente utilizzato per una delle camicie di mio marito.
— Allora, mia signora, sono estremamente onorata.
Con un sorriso, Camlada indicò uno sgabello imbottito posto accanto alla sua sedia; obbediente, Primilla si sedette e lasciò che la dama la scrutasse con attenzione.
— Ho trascorso tutta la mia vita a corte — osservò infine Camlada, — e quindi dubito che questo dono sia stato soltanto un gentile pensiero da parte tua. Quale genere di favore hai bisogno di ottenere da mio marito?
— Uno molto piccolo. Vorrei soltanto che lui fosse consapevole della mia esistenza. Vedi, sul nostro confine occidentale crescono piante per tintura di estrema rarità, e vorrei che alla nostra corporazione venisse dato il diritto di raccoglierle, anche se esso spetta primariamente alla corporazione di Aberwyn. Dopo tutto, il principe controlla tanto Aberwyn quanto Cannobaen.
— Il principe? Per ora non è ancora un principe.
— Ecco, lo è più di suo padre, considerando le circostanze.
Camlada si alzò in piedi di scatto e si avvicinò alla finestra, con il terrier che le si teneva sempre vicino.
— Ti ho irritata, mia signora? — chiese Primilla. — Te ne domando umilmente scusa.
— È solo che mi hai fatto ricordare la verità, e cioè che nessuno sa cosa sia mio marito o quale futuro ci si apra davanti. Immagino che tu non abbia mai avuto modo d’incontrare la Principessa Maddyan.
— In effetti non ho mai avuto tale onore, ma ho sentito dire che era una moglie dolce e devota.
— Lo era. Tutti l’adoravano, ma guarda a cosa le è servito. Adesso che è morta mi dispiace tanto per lei.
— Di diritto, dovresti ora avere il suo rango.
— Non ho nessun rango, buona dama, e non ne avrò uno finché mio suocero non sarà morto. Oh, sembra così orribile da parte mia, ma è solo che sono così spaventata perché potrebbe succedere anche a me ciò che è capitato a Maddyan, di passare la vita a corte appartata e senza la minima influenza o il minimo prestigio… ed io non sono neppure simpatica quanto lei agli occhi del re.
— Posso comprendere i tuoi timori, mia signora.
Primilla comprendeva però anche un’altra cosa: pur non avendo conosciuto suo padre, Ogretoryc vedeva sua moglie tutte le notti. Andandosene, decise che sarebbe stato meglio contattare immediatamente Nevyn tramite il fuoco per riferirgli le ultime velenose notizie da lei raccolte.
In qualità di più fidato consigliere di Glyn, Nevyn aveva diritti che andavano molto al di là di quelli dei semplici cortigiani. Non appena ebbe finito di parlare con Primilla, il vecchio si recò quindi negli appartamenti reali senza neppure farsi preannunciare da un paggio. In passato, gli era spesso capitato di domandarsi se fosse lecito fornire al re informazioni militari ottenute tramite il dweomer, ed ora che quella situazione si era effettivamente presentata giunse alla conclusione che era giusto farlo, semplicemente perché le pretese di Eldidd al trono erano tanto deboli da marchiare chiaramente quel sovrano come un usurpatore. A capo della guardia del re c’era adesso il Principe Cobryn, che era cresciuto fino a diventare un giovane di ventun’anni alto, snello, avvenente e così simile a Dannyn che a volte Nevyn e il re trovavano doloroso guardarlo in volto.
— Ciò di cui devi discutere è urgente, mio signore? — chiese Cobryn. — Se lo desideri, io posso ritirarmi.
— È urgente, ma riguarda anche te — replicò Nevyn, inchinandosi in direzione di Glyn, che era in piedi accanto al camino. — Eldidd sta richiedendo un enorme prestito ai maestri delle corporazioni di Abernaudd, e penso che ci sia un solo posto dove lui intenda spendere tutto quel denaro: sui nostri confini.
— Già — convenne il re. — Mi stavo chiedendo per quanto tempo ancora saremmo riusciti a sfruttare il nostro prigioniero nella torre. Bene, Cobryn, questo significa che dovremo modificare i nostri piani per i combattimenti estivi fino ai più piccoli dettagli. Scommetto che Eldidd riverserà le sue truppe oltre il nostro confine prima ancora che noi abbiamo il tempo di ricevere il messaggio formale in cui Mael viene disconosciuto… e non ho bisogno del dweomer per esserne certo.
— Proprio così — convenne Cobryn, con una fredda risata. — Ma quei bastardi troveranno una sorpresa ad attenderli.
— Mio signore — intervenne Nevyn, — hai intenzione di far valere la tua minaccia e di impiccare il Principe Mael?
Glyn si massaggiò il mento con il dorso della mano, riflettendo sulla questione. Sempre massiccio, il suo volto si era fatto squadrato e grasso con gli anni, e le guance avevano assunto un colore florido.
— Mi recherebbe dolore impiccare un uomo impotente, ma Eldidd potrebbe non lasciarmi altra scelta. In ogni caso, non farò nulla fino a quando non avrò in mano l’atto formale di disconoscimento, perché Eldidd potrebbe anche cambiare idea all’ultimo istante, mentre non sarebbe più possibile riportare in vita il principe una volta che fosse stato impiccato.