— Infatti. E probabilmente finirai per dover mantenere anche il tuo brillante marito.
— Eldidd comincia ad apparirmi interessante — affermò Gavra, sollevando lo sguardo con un sorriso. — E poi, naturalmente, io amo il mio uomo.
Per una serie di ragioni, Nevyn decise di far coincidere la liberazione di Mael con l’avvento della primavera. Innanzitutto, i re del Popolo Fatato lo avvertirono che quell’inverno sarebbe stato pieno di violente tempeste, ma il motivo principale fu che lo stesso Mael avrebbe rifiutato di lasciare la sua prigione fino a quando non avesse visto il suo libro adeguatamente copiato, un compito che avrebbe richiesto mesi. Mentre gli scribi del tempio di Wmm lavoravano alla stesura delle copie, Nevyn lavorò per convincere il re, trovando un grande alleato nel suo profondo senso dell’onore. Essendo un uomo generoso per natura, Glyn trovava in Mael una causa di profondo imbarazzo e un prigioniero troppo patetico perché lo si potesse assassinare, soprattutto adesso che gli eruditi sacerdoti lodavano la sua mente di brillante studioso e lo definivano un ornamento per il regno. Quando ritenne che fosse arrivato il momento giusto, Nevyn chiese senza mezzi termini al re che Mael venisse liberato e che gli venisse permesso di rientrare in Eldidd senza troppo chiasso.
— In effetti, consigliere, sarebbe la cosa migliore. Cerca di escogitare una ragione che ci permetta di rilasciarlo onorevolmente. Che io sia dannato se permetterò ad Eldidd di beffarsi della mia debolezza, ma d’altro canto non posso più tollerare il pensiero di quel principe che marcisce nella mia torre.
Alla fine, fu la ribellione di Pyrdon a fornire loro la ragione che cercavano. Avendo un disperato bisogno di un’estate tranquilla per poter domare la ribellione, il sovrano di Eldidd offrì infatti a Glyn dell’oro perché si trattenesse dall’effettuare razzie e Glyn non soltanto accettò l’offerta, ma solennizzò anche l’occasione offrendosi di liberare il principe prigioniero in cambio di un pagamento simbolico di dieci cavalli. Dopo molti scambi di araldi e uno strano ristagnare delle trattative da parte di Eldidd, l’accordo venne sigillato e firmato quando ormai l’inverno cedeva il passo alla primavera. Soltanto allora Nevyn sì decise ad informare Mael della sua buona sorte.
Allorché sali nella sua camera, trovò Mael intento ad accarezzare una copia del suo libro, rilegata in cuoio e accuratamente stilata nella sottile calligrafia degli scribi del tempio. Il principe era così impaziente di mostrargliela che trascorse una buona mezz’ora prima che Nevyn potesse venire all’effettivo motivo della sua visita.
— La cosa veramente meravigliosa è che il re ha intenzione di sovvenzionare la stesura di altre venti copie — concluse Mael. — Tu ne conosci il perché?
— Sì, è un modo per solennizzare la tua liberazione. Ha intenzione di lasciarti andare la prossima settimana.
Mael sorrise, accennò a parlare, poi il volto gli si raggelò in un’espressione d’incredulità e le sue unghie affondarono nella morbida rilegatura di cuoio del volume che aveva in mano.
— Io verrò con te fino al confine con Eldidd — proseguì Nevyn. — Gavra e tuo figlio ci raggiungeranno fuori di Cerrmor. Ebrua invece rimarrà qui, ma non la si può certo biasimare per questo: ama suo marito, e non ti ha mai conosciuto.
Mael annuì, talmente pallido che il suo volto appariva bianco come neve.
— Oh, per il Signore dell’Inferno — sussurrò. — Mi chiedo se quest’uccello in gabbia si ricordi ancora come si fa a volare.
Anche se adesso vivevano a corte in uno splendido appartamento di più stanze, il Principe Ogretoryc e sua moglie non avevano dimenticato i tempi in cui Primilla era stata la sola persona a rendere loro omaggio, ed erano di solito disposti a riceverla in quelle occasioni che dedicavano agli artigiani e ai mercanti. Il principe era un giovane alto con i capelli corvini e gli occhi azzurri come fiordalisi, dotato di una rude avvenenza e di un’indole incline ad essere espansiva finché non veniva contrariato. Quella particolare mattina, Primilla gli portò in dono un costoso smeriglio da usare per il suo sport preferito, la caccia con il falcone. Immediatamente il principe prese il volatile sul polso e gli indirizzò qualche verso di richiamo.
— Ti ringrazio, buona dama, è un piccolo falco adorabile.
— Sono estremamente onorata che piaccia a Vostra Altezza. Quando ho sentito che il padre di Vostra Altezza stava per essere liberato ho pensato che ci volesse un dono per celebrare l’occasione.
Gli occhi di Ogretoryc improvvisamente si ombrarono e lui prese a dedicare una grande attenzione allo smeriglio, che girò la testa incappucciata verso di lui, quasi avesse riconosciuto in quell’uomo un’anima simile alla sua. Seduta vicino alla finestra. Camlada si agitò a disagio sul suo seggio.
— Naturalmente — replicò, con un sorriso accuratamente studiato, — siamo molto felici della liberazione di Mael, ma è davvero buffo pensare che mio suocero sia diventato uno scriba.
Ogretoryc le scoccò un’occhiata in tralice che avrebbe potuto significare una quantità di cose, tutte rabbiose.
— Ti ringrazio, buona Primilla — disse quindi. — Porterò subito questa piccola bellezza al mio falconiere.
Dal momento che era chiaro che l’udienza era finita, Primilla eseguì una riverenza e si ritirò nell’area pubblica della grande sala reale, affollata da numerosi supplici e da parecchi curiosi, soffermandosi a parlare con i consiglieri e con gli scribi che conosceva. In questo modo riuscì a raccogliere parecchi accenni secondo cui molte persone importanti di corte sarebbero state felici di vedere Mael reinserito nella sua antica posizione e suo figlio ridotto al semplice rango di erede. Forse era una reazione dettata dai sentimenti o dal senso dell’onore… forse. Primilla andò a cercare il Consigliere Cadlew e gli chiese senza mezzi termini perché tutti fossero così impazienti di vedere Mael tornare come signore di Aberwyn e di Cannobaen.
— Sembri dannatamente interessata agli affari di Mael — osservò il consigliere.
— È ovvio, perché la corporazione deve sapere come meglio investire i suoi doni: non ci piace coltivare il favore del nobile sbagliato.
— Ben detto. Bada però di non riferire ad altri le mie parole. La Principessa Camlada ha cominciato a darsi arie fin da quando suo marito è diventato Principe di Aberwyn, e sono parecchi quelli a cui piacerebbe vederla ridotta ad una condizione inferiore, senza contare che a parecchie vedove piacerebbe poter consolare il Principe Mael negli anni della maturità.
— Capisco. Quindi è soltanto una questione di donne?
— Tutt’altro. La principessa non ha offeso soltanto le dame di corte, e le vedove a cui ho accennato hanno fratelli che apprezzerebbero l’occasione di poter guadagnare influenza.
— Vedo. Tu credi che Mael verrà reinserito nel suo rango?
— Nel suo interesse spero di no, perché una cosa del genere sarebbe indubbiamente pericolosa per la sua salute. Adesso però non caverai più da me un’altra parola, buona dama.
Primilla si disse che quanto aveva appreso era già più che sufficiente e provvide a contattare subito Nevyn, perché non desiderava vedere Mael tornare a casa soltanto per essere avvelenato dai suoi stessi parenti.
Dalla finestra della camera di Mael il cortile di Dun Cerrmor appariva piccolo e ordinato come il giocattolo di un bambino. Cavalli minuscoli trottavano sull’acciottolato appena visibile, uomini altrettanto minuscoli andavano avanti e indietro per poi scomparire oltre piccole porte, e soltanto i rumori più forti fluttuavano fino alla finestra della torre. Quel pomeriggio, Mael era appoggiato al davanzale, intento a osservare il panorama ormai familiare quando sentì la porta che si apriva alle sue spalle.
— Che tutti s’inginocchino al cospetto di Glyn, re di tutto Deverry — scandì una delle guardie.