— Hai trovato un ingaggio? — gli chiese lei.
— Sì. Scorteremo una delle carovane reali.
Distratta da qualche suo pensiero, Jill si limitò ad annuire.
— C’è qualcosa che non va? — volle sapere Rhodry.
— Sono dannatamente preoccupata per lo gnomo — rispose lei, riducendo la voce ad un sussurro. — Non è più venuto da me da quando siamo entrati in questa puzzolente città. Mentre non c’eri ho tentato di chiamarlo: in passato è sempre apparso subito, ma questa volta non si è fatto vedere.
— Oh, suvvia, chi può sapere cosa passa nella sua piccola mente?
— È una cosa seria! — insistette Jill, con la voce che tremava per la preoccupazione.
— Allora ti chiedo scusa, ma cosa gli potrebbe mai essere successo?
— Non lo so, ma potrebbe essere di tutto, considerato ciò che abbiamo scoperto.
Naturalmente, Jill alludeva al fatto che c’era dweomer tutt’intorno a loro. Rhodry le batté qualche colpetto su una mano per rassicurarla, ma non riuscì a trovare nulla di confortante da dire.
Un alone rosso permeava ogni cosa e lui non si poteva muovere. Odiando quella condizione, lottò per liberarsi ma alla fine cedette alla pura e semplice disperazione. Pur essendo incapace di parlare, ricordava immagini e sensazioni, rammentava di essersi librato libero verso la sua vera casa quando erano apparsi quegli altri, distorti e crudeli, che lo avevano afferrato e trascinato giù. Poi rammentava il terrore, e la voce cantilenante di un uomo. Da quel momento c’era stato soltanto l’alone rosso che gli impediva di muoversi. Un’immagine del volto di lei gli affiorò nella mente e lui fu sopraffatto da un doloroso miscuglio di amore e di terrore, sentendosi pervadere dalla sola parola che poteva pronunciare: Jill, Jill, Jill.
La carovana si radunò vicino alle porte orientali in una mattina calda e afosa; trattenendo Sunrise da un lato, Jill rimase a guardare mentre Rhodry e Seryl discutevano dello schieramento di marcia in mezzo ad una confusione di muli raglianti e di polvere. Con loro c’erano quaranta muli carichi delle merci del re, quindici mulattieri muniti di bastoni, quattro guardie armate di spada e il giovane servo di Seryl, Namydd. Dopo aver disposto gli uomini intorno alla carovana, Rhodry ordinò a Jill di portarsi in testa al gruppo con il mercante e assunse personalmente il pericoloso compito di fare da retroguardia. Dopo che Seryl ebbe levato una preghiera a Nwdd, il dio dei mercanti, il convoglio si avviò sotto il sole rovente fra i ragli di protesta dei muli, puntando verso le montagne che si levavano scure, striate di roccia chiara e aguzze come zanne.
Il convoglio impiegò l’intera giornata a percorrere quindici chilometri a causa del calore e della strada erta che si snodava con curve continue fra le alture rocciose e fitte macchie di pini contorti che offrivano migliaia di punti adatti ad un’imboscata. Allorché la carovana si accampò per la notte, Jill si accodò a Rhodry mentre questi poneva tre uomini di guardia e si offrì di montare un turno lei stessa. Rhodry rifiutò la sua offerta ma decise comunque di incrementare il numero delle sentinelle con tre mulattieri; anche se le sue decisioni erano sostenute dall’autorità di Seryl, la cosa ebbe però l’effetto di rendere gli uomini cupi quanto i loro muli.
— Ascolta, daga d’argento — ribatté uno di essi, — sei tu ad essere pagato per stare sveglio, non noi.
— Avrete modo di dormire abbondantemente nell’Aldilà se sarete sorpresi dai banditi. Intendete eseguire i miei ordini oppure no?
— Io non prendo ordini da feccia par tuo.
Rhodry sferrò al mulattiere un destro allo stomaco seguito da un sinistro sotto la mascella; mentre Jill indugiava ad ammirare il modo in cui l’uomo si era afflosciato come un sacco vuoto, Rhodry lasciò vagare lo sguardo sul cerchio di uomini che stavano guardando la scena a bocca aperta.
— Chi è il prossimo che vuole discutere? — chiese.
I mulattieri fissarono l’uomo steso a terra e poi Rhodry.
— Farò io il turno di guardia — rispose infine uno di essi. — Dove vuoi che ci disponiamo?
Dopo una notte pacifica il convoglio riprese la marcia circa due ore dopo l’alba e iniziò la lenta salita alla volta del pericoloso passo di Cwm Pecl, dove più di una carovana era stata massacrata dai banditi; una volta che lo avessero oltrepassato i pericoli sarebbero diminuiti perché Blaen, il Gwerbret di Cwm Pecl, manteneva pattuglie di sorveglianza sul suo lato delle montagne.
— I banditi di solito non attaccano le carovane reali — spiegò Seryl a Jill, mentre cavalcavano, — perché sanno che in quel caso gli uomini del gwerbret darebbero loro la caccia in forze. Dopo tutto, si tratta di beni destinati a loro.
Nonostante quelle affermazioni, Seryl non pareva però rassicurato dalle proprie parole. Quando arrivarono al passo, verso mezzogiorno, Jill decise che quel posto era all’altezza della sua pessima reputazione: lungo circa quindici chilometri, era una gola dalle pareti verticali e dal fondo costellato di enormi massi che costrinsero la colonna a procedere in fila per uno.
— Sarà faticoso per le bestie — affermò Rhodry, — ma non ci fermeremo finché non saremo dall’altra parte.
Perfino i muli parvero fiutare il pericolo nell’aria perché accelerarono l’andatura e la mantennero costante senza che i mulattieri dovessero infliggere una sola frustata o lanciare una sola imprecazione. Per tutto il tempo, Rhodry continuò a spostarsi su e giù per la colonna con parole d’incitamento per gli uomini; dopo qualche chilometro la strada accennò ad allargarsi ma non smise di snodarsi intorno a mucchi di rocce cadute. Ogni volta che Jill gli lanciava un’occhiata, Seryl si limitava ad annuire, tornando poi a fissare la strada. Qualche tempo dopo Rhodry venne a raggiungerli.
— Spostati più indietro nella colonna, buon mercante — disse. — D’ora in poi starò qui io.
— Ti aspetti guai, daga d’argento?
Rhodry annuì, sollevando lo sguardo verso la sommità rocciosa della gola che incombeva su di loro, costellata di massi.
— Ho combattuto un numero sufficiente di guerre per riuscire a fiutare il pericolo in arrivo — replicò, — ed ora ne sento l’odore.
Con un gemito Seryl fece girare il cavallo e indietreggiò per assumere una posizione più sicura; quando Rhodry accennò a slacciare lo scudo assicurato al pomo della sella, Jill lo imitò.
— Non ho nessuna speranza di convincerti a restare fuori da tutto questo, vero? — chiese il giovane, impugnando un giavellotto.
— Nessuna — replicò Jill, guardandosi alle spalle e vedendo che Rhodry aveva posizionato le guardie immediatamente dietro di loro. — Dopo aver ucciso Corbyn ho perso ogni desideno di andare ancora in guerra, ma Epona mi è testimone che sono dannatamente decisa a combattere per salvarmi la vita.
Rhodry le indirizzò un sorriso pieno di tensione, come se non si fosse aspettato di meno da lei. Per un altro chilometro e mezzo la strada continuò a zigzagare fra i massi, facendosi appena più larga, mentre la polvere sollevata dai muli rimaneva sospesa nell’aria immobile come una bandiera che annunciasse il loro approssimarsi. Jill avvertì una leggera sensazione di gelo alla bocca dello stomaco, perché ora sapeva cosa significasse andare in battaglia, e abbassò lo sguardo sulla spada che le brillava in pugno, quella spada che suo padre le aveva regalato.
Oh, Pa, pensò. È stata una cosa dannatamente buona che tu mi abbia insegnato ad usarla.
Un momento più tardi la strada descrisse una brusca svolta e Jill li vide… una ventina di uomini armati che bloccavano la pista una decina di metri più avanti. Alle sue spalle la carovana si trasformò in una massa caotica mentre i mulattieri facevano arrestare i muli e cercavano di portarsi avanti con i loro bastoni.