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Nella curva della parete, sotto una fila di finestre, Blaen sedeva ad un tavolo con uno scriba alla sua sinistra e due consiglieri alla sua destra. Dal momento che non c’erano sacerdoti presenti, Rhodry dedusse che si trattava di una sorta di udienza preliminare e non di un vero e proprio malover. Inginocchiati davanti a Blaen c’erano Jill, un paio di giovani dall’aspetto insignificante e un uomo dalla grassezza enorme, mentre alcune guardie munite di bastone erano disposte tutt’intorno. In un angolo della sala, là dove la curva delle pareti di pietra incontrava un divisorio di vimini, Nevyn sedeva su un seggio semicircolare e nel vederlo Rhodry avvertì un intenso sollievo, perché sapeva che il vecchio non avrebbe mai permesso che a Jill potesse accadere qualcosa di male.

— Molto bene, Ogwern — disse Blaen, — ammetto che le minacce avanzate dal morto sono state tali da rendere necessario per te assoldare una guardia del corpo.

— È stato orribile, Vostra Grazia — replicò l’uomo grasso, — e un povero ma onesto locandiere come me non ha il tempo di imparare ad usare una spada.

— Perfino un custode di maiali dovrebbe avere le zanne.

— Vostra Grazia è sempre pronto a scherzare, ma io preferisco assoldare le zanne che farmele crescere. In vero, assumere questa daga d’argento è stata un’ottima idea, perché quell’uomo è venuto con l’intenzione di usare la spada.

Blaen annuì e scoccò un’occhiata a Jill.

— Bene, daga d’argento, comincio a pensare che tu sia stata giustificata nel versare sangue per prima.

— Ringrazio Vostra Grazia… e del resto non avevo modo di prevedere che quell’uomo si sarebbe avvelenato.

Nel sentire quella strana affermazione Rhodry dimenticò la propria situazione quanto bastava per muovere un passo in avanti; con un’imprecazione le guardie si affrettarono ad afferrarlo e Blaen si girò verso la causa di quell’interruzione.

— Portatelo qui. Così avete preso questo miserabile furfante di una daga d’argento, vero?

— È entrato dalla porta meridionale con la massima sfacciataggine, Vostra Grazia — spiegò una delle guardie. — Ha con sé un corsiero occidentale, e sono pronto a scommettere che è rubato.

— Senza dubbio. Ha sempre avuto una passione eccessiva per i cavalli degli altri.

Anche se Blaen si stava sforzando di reprimere un sogghigno, Rhodry lo colse lo stesso in flagrante.

— Blaen, razza di bastardo! — scattò. — Questo è uno dei tuoi dannati scherzi.

Tutti i presenti sussultarono nel sentire quell’insulto, ma Blaen si limitò a scoppiare a ridere e si affrettò ad attraversare la camera per stringere la mano al cugino.

— Devo ammetterlo. Ho pensato che sarebbe stato divertente farti arrestare da quella daga d’argento che sei. Ah, per gli dèi, sono davvero felice di vederti.

Mentre si stringevano la mano, Rhodry sentì un nodo serrargli la gola.

— Ed io lo sono di rivedere te — replicò. — Ma si può sapere cosa stai facendo alla mia donna?

— Nulla, te lo assicuro. Nei confronti delle donne ho più onore di alcuni miei parenti che potrei menzionare.

Sorridendo, Rhodry gli assestò un pugno amichevole alla spalla. Accorgendosi che tutti nella camera li stavano fissando, Blaen si ricordò di colpo di avere per le mani un procedimento giudiziario.

— Puoi andare a sederti laggiù vicino al vecchio Nevyn? — chiese. — Devo chiudere questa dannata udienza.

Quando Rhodry lo raggiunse, Nevyn gli indirizzò un sorriso asciutto e sottile, ma dal suo sguardo era evidente che era profondamente turbato e il giovane cominciò a capirne il perché quando il capo delle guardie si fece avanti per fornire la sua testimonianza in merito a quell’uomo che aveva preferito avvelenarsi piuttosto che affrontare la giustizia del gwerbret e che aveva avuto al collo una sorta di talismano della stregoneria. Dopo un momento di riflessione, Blaen annunciò che a suo parere nessuno era responsabile di quel decesso e chiuse l’udienza.

— Indubbiamente a Dun Hiraedd si starà meglio senza di lui — commentò allegramente. — E questo è tutto.

Ogwern e i suoi testimoni si alzarono, s’inchinarono al gwerbret e poi si precipitarono letteralmente verso le porte. Mentre i consiglieri perplessi si avvicinavano a Blaen per chiedere maggiori delucidazioni su quella faccenda dell’avvelenamento, Rhodry si affrettò a raggiungere Jill e l’afferrò per le spalle.

— Per gli dèi, amore mio! Cosa succede?

— Non lo so, Rhoddo, davvero! Non hai idea di quanto sia contenta di vederti!

Quando la circondò con le braccia e la strinse a sé, Rhodry si accorse che stava tremando di paura e lo stomaco gli si serrò in un nodo gelido, perché prima di allora non l’aveva mai vista avere paura di nulla.

— Abbiamo già combattuto altre dure battaglie prima d’ora — disse. — Vedrai che vinceremo anche questa.

— È dannatamente meglio che tu abbia ragione.

Con la schiena appoggiata ad una betulla, Alastyr sedeva immobile per terra e stava lottando per non cedere al panico. Aveva appena cercato di evocare l’immagine di Jill e non aveva visto assolutamente nulla, per quanto si fosse concentrato… il che poteva significare soltanto una cosa: Nevyn era arrivato e aveva posto un sigillo su di lei. Nel sentire un rumore di zoccoli che si avvicinava Alastyr balzò in piedi, quasi pensando che si trattasse del Maestro dell’Aethyr venuto per lui, ma era soltanto Sarcyn, che smontò vicino al campo e condusse il cavallo fra gli alberi. Alastyr si preparò ad una sgradevole scenata, ma il suo apprendista parve avere un assoluto controllo quando tornò verso di lui.

— So che sei turbato per la morte di Evy — disse Alastyr, — ma l’ho mandato laggiù a titolo di prova e lui ha fallito. Il sentiero dei guerrieri è fatto così, ragazzo.

— Lo so, maestro — replicò Sarcyn, in tono mite, — e del resto il mio affetto per lui mi era soltanto d’ostacolo. Avevi ragione quando mi hai avvertito che un uomo deve essere completamente solo per poter ottenere il vero potere.

— Oh — mormorò Alastyr, rilassandosi. — Ottimo. Sono lieto che tu veda finalmente le cose con chiarezza. Ora dimmi, quanto è stanco il tuo cavallo? Se voghamo togliere questa castagna dal fuoco dobbiamo trovare un posto dove nasconderci per qualche tempo, e non possiamo continuare ad accamparci così all’aperto. Questa mattina mi sono librato sul piano dell’eterico per dare una buona occhiata alla zona circostante e credo di aver trovato il luogo ideale.

— Bene. Potrò montare il cavallo di Evy e condurre il mio per la cavezza.

— Allora mentre trasferisci la sella provvederò a sellare io stesso il mio cavallo. Dobbiamo affrettarci.

Quando Alastyr si allontanò Sarcyn indugiò per un momento a fissare la sua ampia schiena.

Per ora va tutto bene, disse a se stesso. Quel dannato stolto è davvero convinto che io lo abbia perdonato.

Nessun bardo o gerthddyn aveva mai avuto un pubblico più attento di quello che Nevyn si trovò di fronte quel pomeriggio, e il vecchio non riuscì a resistere alla tentazione di approfittarne. Nella camera privata di Blaen, un piccolo ambiente spoglio che conteneva soltanto un focolare, cinque sedie e lo scudo del gwerbret, Rhodry, Jill e Blaen erano seduti con lo sguardo fisso su di lui, che se ne stava in piedi di fronte a loro appoggiato alla mensola del camino. Dopo che un paggio ebbe servito l’immancabile sidro e se ne fu andato, Blaen accennò in direzione del vecchio con il boccale.

— Allora, buon mago — esordi, con fermezza, — mi devi una spiegazione riguardo a questa faccenda.

— Infatti, Vostra Grazia, e l’avrai. Jill, dammi quel gioiello che tieni nella tua sacca.