Quando la ragazza gli ebbe consegnato la spilla di poco valore, Nevyn la tenne sul palmo della mano in modo che tutti potessero vederla, poi trasmise mentalmente qualche breve istruzione allo spirito annesso ad essa.
— Questa, Vostra Grazia — affermò il vecchio, — è la pietra che viene chiamata la Grande Gemma dell’Ovest.
— Quella bruttura? — sbottò Blaen.
In quel preciso momento l’oggetto prese a cambiare forma, brillando, tremolando e dando l’impressione di dissolversi, finché un enorme opale grande quanto una noce giacque sul palmo di Nevyn. La gemma era così splendidamente lucida che la sua superficie brillava, intercettando la luce che entrava dalle finestre e trasformandola in fuoco nelle sue profonde venature. Allorché il suo piccolo pubblico sussultò sonoramente, Nevyn avvertì l’estremo compiacimento degli spiriti. Essi appartenevano ad un ordine superiore rispetto a quello del Popolo Fatato, e cioè a quello comunemente chiamato degli spiriti planetari, anche se il collegamento non era con i pianeti veri e propri ma piuttosto con le forze che essi rappresentavano.
— Oh, dèi! — sussurrò Jill. — È questo che mi stavo portando dietro?
— Quella che vedi è la sua vera forma. L’opale ha degli spiriti che lo proteggono e che possono mutarne la forma quando è necessario oppure spostarlo… non di molto ma quanto basta per salvarlo dai pericoli. I nostri dannati nemici non se ne sono resi conto, ed è questo che finora ci ha permesso di frustrare i loro tentativi.
Lasciando che i tre rimuginassero sulle sue parole, Nevyn ripose la pietra nel sacchetto che portava al collo, e nel trovarsi di nuovo così vicino a lui gli spiriti emisero un sospiro di soddisfazione tanto intenso da echeggiare nitido nei suoi pensieri. Di fronte a lui, Blaen accennò più di una volta a parlare soltanto per subito ripensarci, e alla fine il maestro del dweomer gli indirizzò un cortese cenno del capo, dando al gwerbret il permesso di parlare nella sua stessa fortezza.
— Buon mago, chi sono questi nemici?
— Uomini che seguono il dweomer oscuro, naturalmente. Vostra Grazia avrà notato che sto continuando ad usare il termine «nostri»… lo faccio perché questa gemma appartiene al Sommo Re, e il dweomer oscuro se ne voleva impadronire per danneggiare tanto lui quanto il regno.
Blaen e Rhodry imprecarono all’unisono, con rabbia: anche se uno era un onorato nobile e l’altro un esule disonorato, tutti e due avevano pronunciato un personale giuramento di fedeltà verso il loro sovrano, e Nevyn fu profondamente compiaciuto di vedere che entrambi onoravano quel giuramento.
— Il re vive nel cuore della migliore fortezza di tutto Deverry — osservò poi Blaen. — Come ha potuto qualcuno derubarlo?
— Con grande difficoltà, e sospetto che si tratti di un complotto ordito da un tempo molto lungo. L’opale è una delle maggiori pietre del dweomer che il mondo abbia mai visto: circa cento anni fa, un certo uomo del dweomer l’ha modellato ed ha chiesto agli spiriti di abitarlo, poi lo ha donato alla famiglia reale. — Nevyn emise un piccolo sospiro, ricordando le ore di lavoro che gli ci erano volute per levigare l’opale fino ad ottenere una sfera perfetta. — Mi è proibito rivelarvi tutti i suoi poteri, ma sono certo che lo capirete. Per proteggerlo, numerosi uomini del dweomer sono stati nominati suoi guardiani, e quando uno di noi muore un altro prende il suo posto. Adesso è il mio turno… — Per poco Nevyn non commise l’errore di dire invece «è di nuovo il mio turno». — Il segreto della gemma viene trasmesso dal sovrano al principe ereditario, in modo che i nuovi re ne sappiano quanto basta per proteggerla adeguatamente, tenendola nella loro camera e non in mezzo al tesoro reale. Naturalmente, nessun uomo avrebbe mai avuto la possibilità di corrompere una delle persone fedeli che hanno accesso alle camere reali, ma l’oro non è il solo modo per influenzare la mente di un uomo. Vostra Grazia, e anche tu, Rhodry, avete mai conosciuto a corte un uomo chiamato Camdel?
— Sì — rispose Blaen. — Era l’incaricato del Bagno del Re, vero? Un tizio magro e insignificante, se ben ricordo, ma la regina lo favoriva a causa dei suoi modi colti.
— Era un bastardo arrogante — aggiunse Rhodry. — Una volta l’ho sconfitto in un duello amichevole ed è rimasto intrattabile per tutto il giorno.
— Proprio lui — riprese Nevyn. — È il figlio più giovane del gwerbret di Blaeddbyr e temo che l’arroganza fosse soltanto uno dei suoi difetti, ma nonostante questo non meritava certo quello che gli è successo. Gli uomini del dweomer oscuro si sono impadroniti di lui, corpo e anima, e se ne sono serviti come un contadino si serve di un piccone… per far saltare fuori una pietra.
— Cosa? — esclamò Blaen. — Non riesco ad immaginare che Camdel possa aver derubato il suo signore!
— Oh, di sua spontanea volontà non lo avrebbe mai fatto, Vostra Grazia. Non so ancora in che modo gli uomini del dweomer oscuro abbiano trovato il modo di entrare in contatto con lui, ma ho a Dun Deverry un amico che sta cercando di appurarlo. In ogni caso, una volta che sono riusciti ad impadronirsi di lui Camdel non ha più avuto il minimo controllo sulle proprie azioni e sono pronto a scommettere che gli ultimi mesi gli devono essere sembrati un sogno, una sorta di lungo e confuso sogno ad occhi aperti che si è concluso in un incubo.
— Capisco — affermò Blaen, con una nota ringhiante nella voce. — La mia spada e la mia banda di guerra sono a tua disposizione, buon mago. Sai chi sono questi uomini?
— No, e da questo Vostra Grazia può dedurre i limiti del dweomer: io posso impedire a quegli stolti malvagi di seguire le mie mosse ma, ahimè, anche loro possono fare lo stesso con me.
Nel sentire quei discorsi permeati di dweomer Blaen rabbrividì. Pur detestando dover rivelare tanti segreti, Nevyn era consapevole di non avere altra scelta, perché per quel che ne sapeva avrebbe potuto essere costretto ad accettare l’offerta di Blaen.
— Fino a questa mattina — proseguì, — era possibile che i nostri nemici si trovassero nel raggio di un giorno di cavallo da Dun Hiraedd, ma adesso potrebbero benissimo essere in fuga, perché sanno che se dovessi prenderli li cancellerò dalla faccia della terra per quello che hanno fatto.
— Dunque — replicò Blaen, riflettendo, — se dividessimo la banda di guerra in squadre potremmo cominciare a passare al setaccio la regione. È possibile che qualche contadino o viandante abbia notato questi strani sconosciuti che stanno circolando nel rhan.
— Potremmo essere costretti a farlo, Vostra Grazia, ma preferirei ricorrere a questo come ultima risorsa. È per via di Camdel, vedi: se dovesse vedere a distanza i tuoi uomini che dirigono verso di lui, il maestro oscuro… che è di certo in guardia… si limiterebbe a tagliare la gola a Camdel e a fuggire, mentre se soltanto sarà possibile io vorrei tirare fuori vivo il nostro giovane nobile da questa faccenda. Del resto, ho ancora qualche trucco a mia disposizione.
Blaen annuì con espressione grave, accettando sulla fiducia quelle affermazioni, ma Nevyn era più preoccupato di quanto volesse dare a vedere. Anche se avrebbe potuto ordinare al Popolo Fatato di cercare il maestro oscuro, una cosa del genere avrebbe esposto quelle creature ad un grave pericolo; nello stesso modo, andare lui stesso in cerca del nemico nell’eterico con il corpo di luce sarebbe equivalso a rischiare un’aperta battaglia, e da tutto ciò che Jill gli aveva riferito era evidente che il maestro oscuro aveva con sé degli apprendisti… nessuno sapeva quanti. Se lui fosse rimasto ucciso in una battaglia astrale, Jill e Rhodry si sarebbero venuti a trovare privi di difese contro il maestro oscuro, che si sarebbe di certo vendicato in maniera orribile. D’altro canto, sebbene lui avesse richiesto l’aiuto di altri uomini del dweomer, il più vicino di essi avrebbe impiegato comunque alcuni giorni a raggiungerlo, e per allora Camdel avrebbe potuto essere già morto.