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Si divisero all’ingresso degli alloggi delle donne e lei entrò negli splendidi corridoi che portavano alle sue stanze. L’ologramma era acceso e mostrava l’alba sull’oceano di Reed 1935-C. C’era un chiarore rosa all’orizzonte. In alto, quasi sul soffitto, c’era la stella mattino/sera. Era doppia, al momento, i due pianeti abbastanza lontani per essere visibili come punti di luce.

Altre luci si accendevano nell’acqua della baia. Luccicavano debolmente, sembravano stanche. Era la fine di una lunga notte di segnalazioni d’identità e di rassicurazione. Anna capiva quella sensazione di stanchezza. Si massaggiò i muscoli del viso e del collo.

Dopo un po’, sorse la stella primaria. Era troppo lucente perché la si potesse guardare direttamente. Anna si alzò e si avvicinò all’interfono per chiamare Ama Tsai Indil.

— Credo di aver bisogno di un incontro con la vostra gente.

— Vuol dire con la mia compagna anziana. Sì, va bene.

— E forse dovrebbe essere presente Sanders Nicholas.

— Di questo sono meno sicura, ma mi lasci consultare la donna di Tsai Ama.

L’interfono si spense. Anna si mise a trafficare con l’ologramma, facendolo alla fine scorrere velocemente verso il pomeriggio. La stella primaria non luccicava più. C’era invece una lunga ombra che si stendeva sulla collina dorata: una specie di manufatto con sostegni. Forse faceva parte dell’attrezzatura che aveva registrato il paesaggio. Il cielo era cosparso di piccole nubi rotonde. Onde spumeggianti punteggiavano l’oceano azzurro. Anna immaginò il vento che doveva soffiare, freddo e salato.

Si sedette e guardò l’ombra del manufatto che si allungava sempre di più.

Ama Tsai Indil la richiamò e disse che l’incontro con la compagna anziana era accordato.

18

Alla fine del quinto ikun, il generale mi ha mandato un messaggio, chiedendomi di andare nel suo ufficio.

Sedeva al solito posto, le braccia sul tavolo davanti a sé, le mani leggermente intrecciate, lo sguardo fisso sulla parete opposta, che era di metallo grigio, vuota. Dopo essere entrato, mi sono fermato e ho fatto il gesto di presentazione.

Lui mi ha guardato. — Ti sei ricordato del decoro militare. Sei arrabbiato con me? Oppure credi che lo sia io?

— Non lo sei?

— Lo sono stato. Siediti. Mi sento a disagio quando resti in piedi lì, come un soldato.

Mi sono seduto di fronte alla scrivania. Lui si è appoggiato allo schienale e ha preso lo stilo. — Hai visto la riunione?

Ho annuito. — Sono stato in una delle sale d’osservazione. — Mi sono trattenuto dall’aggiungere: Dopo che mi avevi detto che ero stato escluso dalla squadra dei negoziati.

(Ho dovuto farlo, Nicky. Lui è un frontista. Non lo si può ignorare.)

— Manderò messaggi ai frontisti di cui mi fido e includerò le copie della riunione di oggi. Questa stupida malizia deve finire. Trattare con lui è come camminare per un campo di frese a lima. Non voglio dover continuare a togliermelo di dosso. Voglio che se ne vada.

— Pensi di riuscire a liberartene?

— Sì. Il suo intento è ovvio; i suoi modi sono atroci; e non ha abbastanza alleati nei Frontisti-che-stanno-insieme. — Ha posato lo stilo.

— Che uomo! Così stupido e avido! Cerca di accaparrarsi più di quanto possa gestire e non si accorge delle conseguenze delle sue azioni.

— "Ambizione che non conosce ostacoli, che fallisce per aver voluto troppo" — ho detto, in inglese.

Il generale ha aggrottato la fronte.

— È una frase della nuova commedia di Matsehar.

Il generale ha agitato la mano, mettendo da parte Eh Matsehar e Shakespeare William. — Non ti ho chiesto di venire qui per discutere di Lugala Tsu. La donna di Tsai Ama ha chiesto che tu sia presente a un incontro tra lei e Perez Anna. Va’ e trova il modo di dirle cosa sta succedendo. Lei ha rapporti amichevoli con te ed è un’esperta di umanità. La sua opinione sarà rispettata nel Weaving.

— Non ne sono sicuro. La maggior parte degli altri esperti pensano che le sue teorie siano folli.

Ha sollevato la mano. Io mi sono alzato.

— La sua stirpe non ha legami stretti né con Lugala né con Ettin. Se dice che ho ragione, le daranno retta. Se dice che Lugala Tsu sta ingarbugliando i negoziati, le daranno altrettanto retta.

— E forse è arrivato il momento di prendere in considerazione un’alleanza con Tsai Ama e Ama Tsai. Quelle non sono stirpi potenti ma hanno una certa importanza, e le donne, soprattutto delle ultime due generazioni, sono state di primissima qualità.

È stato in silenzio per un po’, scivolando nel tipico rimuginare hwarhath, un rimuginare che unisce la politica alla genetica. Quali famiglie hanno il potere? Quali famiglie producono persone forti e importanti? Come può Ettin trovare gli alleati giusti e trasmettere il giusto materiale genetico?

Alla fine, mi ha guardato. — Gradirei la tua compagnia questa sera, Nicky. Ma non voglio sentire le tue opinioni o i tuoi consigli. Oggi, ho fatto quello che ho potuto. Voglio parlare di qualcosa che non abbia niente a che fare con gli umani o Lugala Tsu.

— D’accordo — ho ribattuto.

Quando sono andato da lui, abbiamo parlato di fare un’escursione sulle montagne della parte occidentale di Ettin. Lui aveva un ologramma: una china che saliva e saliva, coperta di alberi. Erano perlopiù verde-azzurri. Qua e là, ho visto macchie di rosso. In lontananza, c’erano vette alte e bianche. Gwarha ne ha detto il nome: la Torre di Ghiaccio, la Lama, la Madre.

L’ologramma era stato fatto a casa di una delle sue cugine, mi ha detto. Saremmo stati i benvenuti da lei. La scalata in quella zona non era particolarmente difficile; c’erano posti che voleva mostrarmi: un famoso campo di battaglia su un passo roccioso, e una famosa cascata, la Rete d’Argento.

— Copre un’intera roccia. Devono esserci un centinaio di corsi d’acqua e quando il sole li colpisce… hah! Ci andremo quando questi negoziati saranno finiti, Nicky.

Si era messo una vestaglia blu. C’erano una tazza di halin sul tavolo di fronte a lui e un boccale tozzo fatto d’argilla granulosa rossa. Lo strato di smalto sul boccale era chiaro e sottile. Potevo vedere le impronte lasciate dai pollici del vasaio.

Qualcosa dentro di me ha detto: Fa’ attenzione. Guarda cos’hai davanti. Ricordati quanto profondamente ami questa persona.

(Hah.)

Dal diario di Sanders Nicholas,

addetto alle informazioni presso lo staff

del Primo Difensore Ettin Gwarha

CODIFICATO PER LA SOLA VISIONE DI ETTIN GWARHA

19

Anna si svegliò all’aroma di caffè, prese i vestiti e andò in bagno. Sentiva Nick in cucina, che fischiettava qualcosa che sembrava venisse trasmessa da un canale di musica classica. Un’opera, forse?

Si fece la doccia, si infilò un caffetano di un tessuto lavorato a mano che proveniva dal Guatemala. Era a strisce verticali rosse, verdi, azzurre, gialle, color lavanda, nere e bianche. I sandali (nascosti sotto il caffetano) erano piatti e comodi. Si mise degli orecchini lunghi e si guardò allo specchio, esaminando il viso rotondo e scuro che mostrava l’origine meticcia. Gli occhi neri spiccavano sugli zigomi sporgenti. Le labbra erano piene. Il naso aveva la curva dei Maya. Non rimpianse neppure la propria ignoranza in fatto di trucco. Quella mattina, era bella.

— Anna? — chiamò Nick dal soggiorno.

Lei uscì. La colazione era su uno dei tavoli, e lui era appoggiato a una parete, una tazza in mano. La passò in rassegna e disse: — Molto bella.